13 Febbraio 2020
Pragelato. Luca e Marinella di nuovo a Casalpina Don Barra
Da metà dicembre “Casalpina Don Barra” ha cambiato gestione. Anche se Luca Sigolo – che con la sua “Hospitality” ha stipulato il contratto con l’Istituto Diocesano Sostentamento del Clero (a cui è in capo la proprietà) – si può dire che conosca vita, morte e miracoli della struttura di Soucheres Basses verso cui prova inoltre non poco affetto. «È stato qui – racconta – che ho iniziato la mia prima esperienza lavorativa a diciassette anni durante le vacanze scolastiche sia d’estate sia a Natale». La cosiddetta gavetta – «dapprima ho fatto il lavapiatti, poi il cameriere e via via tutto quello che serviva» – che lo ha portato poi a scegliere di dedicarsi professionalmente all’attività alberghiera.
A Casalpina, oltre al lavoro, Luca ha trovato anche l’amore: «Quella che sarebbe diventata mia moglie (ndr Marinella Sanmartino) l’ho conosciuta proprio qui dove lei già lavorava». Pian piano la struttura fondata da don Giovanni Barra è diventata per Luca e Marinella «il nido d’amore: lavorando insieme, ci siamo innamorati e abbiamo scelto di metter su famiglia: ci siamo sposati nella chiesa di Casalpina (dove poi abbiamo fatto battezzare le nostre due figlie) e anche il pranzo di nozze naturalmente l’abbiamo organizzato qui».
Poi nel 2010 l’addio (col senno di poi, l’arrivederci), quando si concluse la gestione della “Cooperativa Progetto Erre” dopo ventotto anni e, soprattutto, al termine di un precipitare di eventi polemici. Anche il congedo con gli ultimi gestori di “Accogliere Cooperativa sociale”, negli ultimi mesi del 2019, non è stato purtroppo esente da toni polemici; un amaro destino per la struttura che don Barra aveva pensato, senza tanti fronzoli, per i campi estivi, le preghiere e gli esercizi spirituali dei giovani.
«Alcuni – racconta con un sorriso, Sigolo – quando hanno saputo che io e Marinella volevamo riprendere Casalpina e rilanciarla, ci hanno detto “Siete matti a voler gestire due strutture”». Infatti i due non hanno scelto di dedicarsi esclusivamente a Casalpina. «Dal 2010 abbiamo iniziato a lavorare a Villa Plinia (ndr dall’altro lato della strada rispetto a Casa Don Barra) dove abbiamo fatto tanti lavori. La nostra intenzione è di continuare a gestire, certo con qualche modifica, entrambe le strutture».
Subentrando a dicembre, Sigolo ha già messo in conto un avvio in tono minore: «Nel nostro settore si programma il lavoro un anno per l’altro: quest’inverno e la prossima estate non ci aspettiamo grandi numeri – lavoreremo soprattutto con i Soggiorni (le Colonie) della Ferrero già programmati a Villa Plinia -, ma ne approfitteremo per fare i lavori che servono». Tra i primi progetti convertire la sala conferenze in sala colazione e far convergere anche gli ospiti di Villa Plinia a Casalpina per la ristorazione (che Sigolo intende riportare ai fasti di un paio di lustri fa). Le parole d’ordine sono «cercare nuova visibilità e recuperare la clientela perduta – anche quella dei gruppi parrocchiali e delle famiglie! – così da riuscire ad affrontare i costi di gestione che sono molto alti». Una sfida che non spaventa: «Siamo abituati a parlare poco e lavorare molto».
GUIDO ROSTAGNO
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