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Cultura  

Pragelato. Cent’anni fa l'incendio di Grand Puy

Pragelato. Cent’anni fa l'incendio di Grand Puy

A Pragelato il 20 gennaio 2024 una messa ha ricordato la incendio che nel 1924 distrusse la borgata Grand Puy.

 

 

Sabato 20 gennaio scorso, la borgata Grand Puy ha fatto memoria della tragedia che colpì l’intera frazione nel lontano 20 gennaio 1924. La celebrazione eucaristica presieduta dal parroco di La Ruà, don Luciano Chino, con la collaborazione dell’aspirante diacono Luca Palumbo, è stata molto condivisa dal numeroso pubblico.

 

Il contesto

In passato i testimoni del triste episodio hanno raccontato: “la sera del 20 gennaio, dopo cena, come da consuetudine la popolazione si riuniva nelle stalle, illuminate dalla fioca luce dei lumi a petrolio, per trascorrere la tradizionale veglia. Le case erano semplici, costruite con basi in pietra, i tetti ricoperti con scandole di legna e con fienili e fascine di paglia “a vista” per proteggere dal freddo i sottostanti locali”.

 

Una pipa la causa delle fiamme

“Verso mezzanotte, nella stalla di una famiglia, appena terminata la veglia il proprietario accompagnò gli ospiti sulla soglia di casa e prima di rientrare depose nel taschino della giacca la pipa appendendola, come sempre, al vecchio chiodo sulla porta. Con molta probabilità la pipa, ancora accesa, fu la prima causa dell’incendio, successivamente alimentata dal fortissimo vento”.

 

Il vento diffonde il fuoco

“Le fiamme si propagarono velocemente alla vicina legnaia e al sovrastante fienile ma quando la famiglia, già nel sonno, allarmata dal continuo latrare del cane si accorse di quanto stava succedendo, le fiamme avevano già avvolto buona parte della casa. Mentre si provvedeva a dare l’allarme già bruciavano i fienili delle case vicine e torce di paglia infuocate venivano trasportate dal vento in vari luoghi della borgata e in poco tempo l’intera comunità era in subbuglio.

Si cercò in primo luogo di portare in salvo i bambini e gli anziani portandoli nel vicino vallone adagiandoli sulla neve con le poche coperte e materassi di paglia sottratti dalle fiamme”.

 

Borgata in fiamme e le difficoltà a chiedere aiuti

“Le case diventavano sempre più enormi roghi e ben presto ci si rese conto della immane tragedia che stava per compiersi e che la piccola comunità con le sole forze umane all’epoca disponibili non sarebbe riuscita ad affrontare. Alle quattro del mattino la borgata era ormai avvolta dalle fiamme e i soli mezzi di comunicazione per chiedere aiuto erano le mulattiere verso le borgate vicine e il suono della campana della cappella”.

 

Quaranta case distrutte

L’alba del giorno seguente svelò uno spettacolo straziante. Le fiamme avevano distrutto quaranta case, risparmiandone solo alcune tra cui la Chiesa a motivo della loro ubicazione (in gran parte marginale) o per il fatto che la loro struttura era già interamente costruita in pietre e lose.

La generosità e la solidarietà di uomini e donne delle borgate della valle non si fece attendere. Si cercò di portare in salvo anche gli animali tra parenti o amici percorrendo nella neve le varie mulattiere, erano l’unica risorsa ancora disponibile!

Commovente fu l’accoglienza riservata all’allora Vescovo di Pinerolo, Mons. Bartolomasi e alle diverse autorità civili, che salirono in borgata per portare un primo conforto a tutte le famiglie ormai senza un tetto…”

 

Il grazie della comunità

La comunità di Grand Puy ringrazia in modo particolare il parroco don Luciano, Luca Palumbo per la fattiva collaborazione e le significative parole di commemorazione, le donne e gli uomini appositamente saliti per l’occasione con i costumi pragelatesi dai tipici colori di mestizia, tutti gli organizzatori e i partecipanti.

Renzo Guiot

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