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Territorio  

Pracatinat non chiude: si cercano le alternative

Pracatinat non chiude: si cercano le alternative

2 febbraio 2015

Fenestrelle. La data del 6 febbraio sarà decisiva per il futuro dell’ex sanatorio

Pracatinat non si arrende. La delibera della Regione Piemonte che ne decreta la liquidazione è stata sospesa, dopo l’incontro del 15 gennaio scorso, in attesa di qualche alternativa che venga dai soci. Ferventi i movimenti e i tavoli che si stanno aprendo in questi giorni per evitare il peggio. La situazione era già critica alcuni anni or sono. La struttura degli ex sanatori Agnelli è diventata un laboratorio didattico di educazione ambientale che ha grande risonanza più all’esterno che non sul territorio. La struttura, finanziata con soldi pubblici, nel tempo ha visto aumentare le spese di gestione e venir meno di alcune risorse «Per ora siamo riusciti a bloccare la delibera della Regione che voleva liquidare la struttura – spiega Ilario Manfredini, sindaco di Fenestrelle – In quanto proprietario dell’immobile, il Comune ha maggior percentuale di peso nelle votazioni in assemblea straordinaria. Il nostro voto negativo, insieme a quello degli altri, impedisce la chiusura del Centro, ma ci vuole uno sguardo di insieme poiché venendo meno la Provincia è venuto meno uno dei principali finanziatori. Ora restano Pinerolo e Torino».
Negli ultimi tre anni le attività e le presenze sono aumentate e con esse gli introiti, ma il debito pregresso è troppo ingente. Si poteva fare qualcosa prima? Per il sindaco di Fenestrelle i numerosi tavoli di lavoro prima del 6 febbraio sono un bel segnale. Monica Berton, sindaco di Pragelato si dichiara in linea con l’Unione dei Comuni e con il Comune di Fenestrelle: «Eravamo presenti a tutte le discussioni e saremo presenti ai prossimi tavoli di lavoro per trovare delle strategie concrete per evitare la liquidazione e per progettare a lungo termine. Pracatinat è una risorsa per tutta la valle. In una linea di tagli dove le amministrazioni comunali cercano di mantenere i servizi essenziali, Pracatinat è un servizio non essenziale, ma è una risorsa importante per l’ambito della formazione ambientale, su cui spesso discutiamo e nell’ambito turistico. Proprio in quest’ottica abbiamo coinvolto le amministrazioni della Via Lattea. È una risorsa per tutti e quindi tutti sono responsabili»
Il documento pubblicato dai circa 40 lavoratori del Centro, tra i quali gli educatori della cooperativa La Tarta Volante di Torre Pellice, recita: «In questi due ultimi anni è stato messo in atto dal Consiglio d’amministrazione, in accordo con i lavoratori stessi che si sono accollati pesanti sacrifici, una profonda azione di contenimento dei costi, che pur tuttavia non è risultata sufficiente a far fronte alla situazione, evidenziando come la società debba affrontare una difficoltà non passeggera ma strutturale. Si rende necessaria pertanto una profonda revisione della forma societaria e la definizione di una progettualità strategica».
Si cercano le soluzioni. Tutti d’accordo nell’affermare che le risposte ricercate debbano essere a lungo termine e non possano essere solo “tappabuchi” per evitare la chiusura immediata. Tra le idee emerse, continua Manfredini, quella di «attivare contratti privilegiati tra la Struttura e le scuole allargando la proposta formativa. In più, oltre alle scuole, la nostra amministrazione ha in progetto di allungare il sentiero Bordin per lo sport in quota che continuerà fino a concludersi a Pracatinat. Abbiamo vinto anche un bando per avere i fondi necessari a costruire una ferrata dietro la struttura degli ex sanatori. Questo agevolerà la presenza turistica».
Per quanto riguarda la Regione, nonostante la delibera, «i Consiglieri sono contrari alla liquidazione e fanno propositi per una ristrutturazione delle attività – afferma Elvio Rostagno, consigliere regionale PD -. Si tratta ora di creare i presupposti per evitare la liquidazione. La vocazione della struttura è la didattica ambientale e turistica. La mission della struttura non è il turismo ma può essere una risorsa complementare alle grandi strutture turistiche delle valli come il Forte e Scopriminiera della val Germanasca. Nonostante sia un ente pubblico è necessario che l’attività sia in attivo senza lasciare che si creino enormi disavanzi. Se è necessario perché no, rivolgersi al privato. Si tratta di creare un piano industriale a lungo termine non solo per evitare la chiusura ma anche perché le attività proposte reggano. Probabilmente saranno necessarie modifiche dolorose ma un corpo malato talvolta necessità di una cura dolorosa. Siamo vicini al crollo. Ma sono fiducioso che non avvenga».
La data del 6 febbraio sarà decisiva per il futuro del Centro. L’assemblea dei soci, anche quelli pubblici, come la Regione Piemonte, la Città Metropolitana di Torino, i comuni di Pinerolo, Rivoli, Moncalieri, l’Unione dei comuni del pinerolese e Fenestrelle (proprietaria degli immobili) dovrà deliberare il rinvio e l’analisi di proposte e progetti alternativi alla chiusura.

Ives Coassolo

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