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Città  

Polo culturale: cercansi contenuti

Polo culturale: cercansi contenuti

02 febbraio 2015

Pinerolo. Il miraggio della ex caserma Bochard suscita più perplessità che entusiasmi

Un Polo Culturale per rilanciare Pinerolo. Se ne discute animatamente da alcune settimane, soprattutto dopo la firma dell’accordo di valorizzazione cui seguirà il trasferimento a titolo gratuito del bene dal demanio al comune.
Un’opportunità notevole per ridisegnare l’assetto urbanistico cittadino, con la proposta di trasformare l’intera area in un centro propulsivo per la cultura. Il sindaco Eugenio Buttiero l’ha annunciato agli organi di informazione a fine 2014 e presentato, a metà gennaio, in un incontro pubblico presso il Salone dei Cavalieri, dove è stata illustrata, come esempio, la grande realizzazione architettonica del Cortile del Maglio a Torino, adiacente all’Arsenale della Pace.
L’annuncio non sembra tuttavia convincere il mondo della cultura pinerolese, con una serie di distinguo e prese di posizione accomunate da un denominatore comune: la richiesta che, prima di procedere a studi di fattibilità, progetti europei e affidamenti di incarichi, l’amministrazione comunale si confronti con la cittadinanza e presenti un piano culturale complessivo.
Prima i contenuti, poi il contenitore. È questa, in sostanza, la risposta principale che è emersa dopo l’incontro pubblico. Anche perché il contenitore potrebbe costare una ventina di milioni di euro. Denaro che ovviamente nelle casse pubbliche non c’è e che andrà cercato attraverso l’eventuale coinvolgimento di soggetti privati interessati a sfruttare in concessione parte degli spazi e il teorico intervento dell’Unione Europea, attraverso i fondi dedicati al capitolo della cultura.
La scelta di usare il Cortile del Maglio di Torino come cartolina di presentazione non è stata certo delle più felici. Una grande realizzazione dal punto di vista architettonico, sicuramente, ma di fatto, oggi, un’area ridotta a poco più che deposito per il Balôn torinese.
Il progetto, tenuto conto dei vincoli storici sulle caserme, prevede anzitutto il trasferimento della Biblioteca Civica “Alliaudi”, che sta collassando, e dell’archivio storico. Accanto alla biblioteca dovrebbero sorgere spazi di accoglienza, sale lettura, mentre l’area non vincolata dovrebbe ospitare un parcheggio sotterraneo e spazi verdi. Ma se nessuno discute della necessità di riqualificare la Biblioteca Civica, definire il solo trasloco come “polo culturale” appare decisamente troppo altisonante.
Il quadro culturale cittadino è quanto mai precario, da anni. I musei civici sono accampati e persino baraccati in sistemazioni provvisorie nell’attesa vana di occupare Palazzo Vittone. Le associazioni che svolgono attività culturali di altissimo profilo sono per lo più prive di una sede. L’UNI3, che raccoglie ben ottocento iscritti, tanto per fare un esempio, è ospite del Seminario. Pinerolo ha una proposta culturale ricchissima, ma sta cedendo il ruolo di capoluogo del comprensorio metropolitano, mentre i Comuni vicini, senza particolari annunci, si svincolano e si organizzano autonomamente, con proposte sicuramente di minore attrattiva, ma almeno fruibili.
Mancano spazi realmente accessibili e attrezzati per conferenze e convegni.
Mancano spazi per concerti e manifestazioni all’aperto, ed è questa ad esempio una delle proposte che sono emerse dagli incontri delle associazioni cittadine per valorizzare il progetto di un polo culturale alla Bochard.
Manca soprattutto un tavolo di confronto con l’intera area pinerolese.
Un polo culturale è, per definizione, un punto di attrazione per un intero territorio. Ma il territorio circostante da tempo non guarda a Pinerolo come centro di sviluppo e di proposte. Senza uno scatto propulsivo, Pinerolo rischia di diventare periferia di San Secondo, di Porte, se non addirittura di Vigone, visto che di Torino lo è già.
Fra le proposte che emergono, per tentare di invertire la rotta, quella del LAPIS, il Laboratorio per la città smart, che da due anni effettua un qualificato lavoro di ricerca e che suggerisce di creare una Fondazione per il Polo Culturale. Più umilmente, quella di Dario Seglie, direttore del CeSMAP, che propone almeno di riunire la commissione comunale costituita e mai convocata. Ma di fronte a progetti di portata milionaria, sarebbe forse il caso di osare e considerare la cultura come una proposta strutturale per rilanciare l’economia di un intero territorio in grave crisi economica e di identità. È tempo di riunire amministratori, imprenditori e associazioni dell’intero comprensorio per elaborare una strategia comune e condivisa. Suonano giacobini, ma gli Stati Generali del Pinerolese potrebbero essere la via per uscire da questa impasse.

Marco Civra

foto bochard
La Bochard: futuro fulcro delle attività culturali di Pinerolo?

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