Skip to Main Content

Chiesa  

Pinerolo. Un secolo di salesiani a Monte Oliveto

Pinerolo. Un secolo di salesiani a Monte Oliveto

«Un mattino sull’alto colle denominato del Martire della legione Tebea [l’attuale colle di San Maurizio] si fermò a contemplare il bellissimo panorama e vedendo di fronte sopra un poggio isolato un caseggiato cospicuo disse: “Oh, come è bello e incantevole quel monticello con quel magnifico fabbricato. Come sarebbe adatto per un collegio salesiano!” Era Monte Oliveto, dove sorgeva un edifizio appartenuto già ai Gesuiti e più tardi ai Certosini, ma allora proprietà demaniale. Don Albera vi aperse nel 1915 un asilo per orfani della grande guerra e il suo successore [il beato Filippo Rinaldi], venuto col tempo a cessare lo scopo primitivo, v’istituì un noviziato salesiano» Questo aneddoto storico, riportato da Eugenio Ceria nelle “Memorie Biografiche di san Giovanni Bosco”, si rivelò poi profetico. Infatti, balenò in mente a don Giovanni Bosco di acquistare il caseggiato di Monte Oliveto, per trasformarlo in una casa di formazione adatta ad ospitare i giovani novizi salesiani. Eravamo nel 1886 (due anni prima della morte del santo) e don Bosco era ospite, per motivi di salute, di monsignor Filippo Chiesa, vescovo di Pinerolo, che lo accolse in un alloggio all’interno della sua villa sul colle di San Maurizio. Il soggiorno e la pausa dalla frenetica vita di Torino gli era stata suggerita (praticamente imposta) dal suo medico curante, in maniera da interrompere il ritmo stressante degli impegni quotidiani e l’estenuante apostolato fra i ragazzi e i giovani. Oggi i figli di don Bosco, i Salesiani (SDB), sono presenti nella città di Pinerolo con il noviziato e con la gestione della parrocchia “Spirito Santo” (e dell’annesso oratorio “Pier Giorgio Frassati”). L’opera di Monte Oliveto fu inaugurata nel 1915. Il 22 luglio di quell’anno arrivarono in città i primi tre salesiani, per iniziare i lavori di adattamento e di arredamento della villa, destinata originariamente a sede del noviziato. L’inaugurazione ufficiale (come Istituto Don Bosco “pro orfani di guerra”) è datata oltre un anno più tardi, precisamente il 22 ottobre 1916. E sono ben cento anni ad oggi! Una ricorrenza assai importante, che la comunità salesiana festeggerà solennemente, come spiega l’attuale direttore dell’opera (e maestro dei novizi) don Pietro Migliasso: «Domenica 29 maggio è in programma la tradizionale processione pubblica in onore di Maria Ausiliatrice (la cui festa liturgica cade il 24 maggio, n.d.r.). Vi parteciperà, oltre al vescovo Pier Giorgio Debernardi, anche l’ispettore salesiano (superiore regionale, n.d.r.) don Enrico Stasi. Il percorso, come ormai consolidato, condurrà i fedeli dalla parrocchia Spirito Santo fino al cortile interno del noviziato. La chiusura della processione vedrà una serie di canti eseguiti dal gruppo dei novizi, un rinfresco e, nelle nostre intenzioni, anche una mostra fotografica sui cento anni dell’opera».

Un pò di storia

L’edificio deve le sue fondamenta ai padri Gesuiti, i quali nel 1728 decisero di costruire una casa (per ospitare i loro corsi di Esercizi Spirituali) proprio sulla sommità di quel colle che, a partire dal lontano XIII secolo, era conosciuto da tutti come “Monte Oliveto” o “Monte Rotondo”, come allora si chiamava il poggio che costituisce l’estrema pendice di Costagrande, la zona collinare situata ed est della città di Pinerolo. Sulla sommità del colle vi erano degli ulivi e perciò il luogo era chiamato “L’Oliveto” da tempi assai antichi, come proverebbe una pergamena del 1280 firmata da un certo “Martinus de Monte Oliveto”. Durante la loro gestione, i Gesuiti destinarono la casa a sede di villeggiatura per gli alunni del proprio Collegio ed a centro di Esercizi Spirituali per il clero ed il laicato pinerolese. A seguito della soppressione della Compagnia di Gesù avvenuta nel 1773, re Vittorio Amedeo III concesse la proprietà dell’edificio, con i terreni attigui, alla Compagnia di San Paolo di Torino. Il fabbricato di Monte Oliveto finì in seguito in mano ad alcuni privati (evidentemente assai facoltosi). Furono proprio questi ultimi che decisero di adattare l’austerità dell’edificio alle necessità di una famiglia di alto livello sociale, lasciando in eredità ai futuri inquilini un ampio parco, molto curato e ricco di alberi di vario genere. All’inizio del XX secolo l’edificio passò ai padri Certosini francesi, i quali erano stati espulsi a mano armata dalla loro grande Certosa, ma essi non arrivarono a Monte Oliveto per restarvi molto: infatti, dopo solamente un anno di residenza, si trasferirono a Lucca, rimettendo sul mercato sia l’edificio sia il terreno circostante. E proprio in questo frangente storico entrarono in campo i Salesiani, ricordando il detto del loro fondatore, pronunciato durante un suo soggiorno a Pinerolo. La proprietà di Monte Oliveto era stata posta in vendita a buone condizioni economiche. La congregazione di don Bosco non si lasciò sfuggire l’affare. Come detto, il 22 luglio 1915 arrivarono a Monte Oliveto i primi tre confratelli. E proprio mentre la comunità religiosa si preparava per la sistemazione della casa alle esigenze concrete del futuro noviziato, scoppiò in tutta Europa il dramma della Prima Guerra Mondiale e con essa si fece sempre più pressante e diffuso il pericolo per la gioventù abbandonata. Purtroppo molti ragazzi rimasero senza padre, morto in guerra. Per far fronte a questa esigenza, i salesiani cambiarono i piani inizialmente previsti e adibirono la struttura di Monte Oliveto ad istituto per ospitare orfani di guerra. La casa portò soccorso ad oltre cento ragazzi ogni anno per circa quindici anni, superando numerose difficoltà, di natura economica e burocratica. Alcuni anni dopo il termine della Grande Guerra però, la necessità di soccorrere orfani non era più così pressante: la congregazione di don Bosco poté quindi tornare a pensare all’originario scopo della casa pinerolese: sede del noviziato salesiano dell’Ispettoria Subalpina. L’erezione canonica è datata 28 luglio 1930 ed il 5 agosto dello stesso anno l’allora Rettor Maggiore, don Filippo Rinaldi, promulgò il Decreto proveniente dalla Santa Sede. Primo maestro dei novizi fu nominato don Luigi Terrone. Il numero dei giovani aspiranti salesiani era pari a 48, con provenienza geografica limitata alla sola Ispettoria Subalpina. Con il passare degli anni, la congregazione decise di unificare il noviziato nel Piemonte. Poi esso passò ad accogliere i novizi del resto dell’Italia settentrionale e centrale. Nel corso degli anni Novanta, il bacino geografico di riferimento varcò i confini nazionali: Ucraina, Slovacchia, Austria, Germania, Slovenia…

La cappella del Sacro Cuore

Nel 1993 la casa di Monte Oliveto, come tute le case delle ispettorie piemontesi, passò a far parte della Circoscrizione Speciale Piemonte e Valle d’Aosta. Un’ultima nota storica. Nel 1933 fu costruita la cappella del Sacro Cuore, all’esterno del palazzo di abitazione. È infatti antichissima tradizione della congregazione salesiana dedicare le cappelle presenti all’interno delle case di formazione al Sacro Cuore di Gesù: questo allo scopo di fare memoria sia del grande amore che don Bosco gli portava, sia della grande fatica che il santo fondatore fece per diffonderne la devozione tra i fedeli (basti pensare alle enormi difficoltà che ha personalmente affrontato per giungere alla costruzione della chiesa del Sacro Cuore a Roma).

L’attualità

E veniamo alle attività odierne. Essendo Monte Oliveto una casa di noviziato, la comunità dei confratelli salesiani svolge, sotto la guida del direttore-maestro, tutte quelle attività che sono corrispondenti alla sua natura ed al suo obiettivo, cioè l’iniziazione dei novizi all’esperienza salesiana. Conseguentemente, vengono curate la vita di preghiera, lo studio, la convivenza fraterna, insieme alla formazione spirituale, intellettuale e comunitaria dei novizi secondo le norme della congregazione. Vi è quindi un tempo (al mattino) dedicato alla scuola, con discipline che servano d’introduzione alla vita religiosa e salesiana, alla liturgia, alla Sacra Scrittura ed alla catechesi, alla comunicazione sociale, alla musica ed al canto… Ai novizi sono affidati il servizio di pulizia e di manutenzione della casa ed il lavoro manuale nei campi oppure in officina. Essi si esercitano, inoltre, nell’apostolato giovanile con catechesi settimanali nelle parrocchie vicine o con l’assistenza negli oratori, salesiani e diocesani. Non mancano in noviziato le attività culturali, sociali e ricreative come, ad esempio, l’animazione di gruppi giovanili, la partecipazione a celebrazioni, dibattiti ed altre iniziative diocesane, giornate di promozione vocazionale.

Vincenzo Parisi

Monte Oliveto - Copia

LASCIA UN COMMENTO  

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. Visualizza l'informativa privacy. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *