25 Giugno 2019
Pinerolo. Salvai sulle olimpiadi: ha vinto quell'Italia che non mi piace e che combatto da sempre

Le reazioni all’assegnazione a Milano-Cortina dei giochi olimpici invernali 2026 non arrivano solo da chi avrebbe voluto prendere parte all’avventura.

Luca Salvai, sindaco di Pinerolo, sul suo profilo Facebook si è lasciato andare a una lunga riflessione in cui non mancano i toni polemici. L’idea dei giochi nasceva dalle «nuove linee guida del CIO sull’organizzazione dell’evento [che] ponevano al centro la sostenibilità economica e ambientale […] il tempo delle Olimpiadi degli sprechi, dei grandi affari, della neve artificiale, delle gare in luoghi dove ci sono 15 gradi era sostanzialmente finito». Non per niente «sono sempre meno le città disposte ad avanzare la propria candidatura, e sovente, ove esistono Paesi dotati di strumenti efficaci di democrazia diretta, le candidature vengono bocciate dai cittadini (Calgary e Sion sono solo gli ultimi due esempi temporali in cui una candidatura è stata sonoramente bocciata dalla cittadinanza a seguito di referendum)». da questa prospettiva «la candidatura di Torino e delle Valli Olimpiche […] era perfetta: Olimpiadi a costo ridotto all’insegna del riutilizzo di strutture per lo più esistenti».
E di fronte ai costi stimati, aggiunge: «Un bambino capirebbe che 1,3 miliardi di euro (costo stimato per Milano Cortina) sono una cifra che non sta ne in cielo ne in terra: un miliardo di euro è la cifra che si spende per l’organizzazione logistica dell’evento, senza contare le infrastrutture necessarie».

A scombinare questo progetto virtuoso: «Giovanni Malagò non avrebbe mai permesso di avanzare una candidatura di una città amministrata dai 5 stelle, dopo la mancata candidatura di Roma», mentre le colpe di Chiara Appendino sarebbero: «aver difeso un certo orgoglio torinese che non si piega allo strapotere di Milano e combatte quella logica per cui, da anni, Torino inventa e Milano ruba, e l’aver posto alcune condizioni, per lo più volute dalla sua maggioranza e per buona parte condivisibili, alla candidatura olimpica […] aver dato priorità assoluta, nella sua amministrazione, a pagare i debiti, che in larga parte derivano proprio dall’organizzazione dell’evento olimpico del 2006». Purtroppo, conclude Luca Salvai «oggi non ha vinto l’Italia, o meglio ha vinto quell’Italia che non mi piace e che combatto da sempre. Men che meno ha vinto il M5S. Ha vinto l’Italia della Lega, di Giorgetti, Fontana e Zaia. Ha vinto l’Italia di Malagò, dei grandi affari, delle federazioni sportive che millantano chissà quali prospettive di sviluppo future e poi girano le spalle agli Enti locali alla prima difficoltà, lasciando strutture abbandonate sui territori».
LASCIA UN COMMENTO
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. Visualizza l'informativa privacy. I campi obbligatori sono contrassegnati *