4 Novembre 2019
Pinerolo. L'ex segretario Ricchiardi esce dal Pd
Quello che fino a qualche settimana fa era il segretario del circolo Pd di Pinerolo, Stefano Ricchiardi, ha lasciato, dopo la segreteria anche il partito. Lo ha fatto con una lettera indirizzata ai vertici regionali del Pd, ma anche agli iscritti e simpatizzanti del circolo. Ha dapprima ricordato le ragioni che lo hanno mosso a farsi da parte dal ruolo istituzionale – «ritenevo giusto e necessario, anche in vista delle prossime elezioni amministrative, che il Circolo dovesse chiudere una fase politica per aprirne una nuova alla luce dei risultati congressuali di primavera» -, un proposito rafforzato dalla “sorprendente” alleanza di governo tra 5Stelle e Pd.
Richiamando le parole di Walter Veltroni alla nascita del Partito Democratico, che invitavano a superare vecchi schemi e identità, creando un nuovo partito che facesse sintesi delle culture riformiste, Ricchiardi ha poi confessato come per lui il Pd rappresentasse «l’opportunità di poter fare politica con una nuova ambizione, con l’idea che fosse più importante non il “da dove veniamo” ma il “dove vogliamo andare”: di fronte alle profonde trasformazioni subite dal sistema socio economico, con l’avvento delle nuove tecnologie e della globalizzazione, di nuove forme di lavoro e di nuove esigenze delle famiglie e delle imprese, c’erano le proposte e le idee di una forza politica progressista e riformatrice, fresca e innovatrice». Ma di tanta speme, oggi resta l’amara constatazione: «ci siamo ripiegati su noi stessi, sulle nostre identità passate, sulle nostre paure. Tutte le proposte che osavano un po’ di più (dai primi tentativi di normare le unioni civili, a quelli per semplificare gli adempimenti burocratici, fino alle più recenti normative sul lavoro) non erano oggetto di un confronto volto a migliorarne gli aspetti critici, ma di uno scontro dettato da differenti visioni del partito e della società».
Perdendo lo slancio riformatore per assumere un ruolo di “partito responsabile”, il sogno del Pd, per l’ex segretario, «è finito nel 2016, quando una parte del partito non ha sostenuto la riforma costituzionale, in chiara contraddizione con il nostro manifesto dei valori e con l’unico obiettivo di continuare nella lunga tradizione di demolizione dei nostri leader». La goccia che ha fatto traboccare il vaso e spinto Ricchiardi a dimettersi dal partito è però stata «la proposta avanzata dal gruppo dirigente di un’alleanza organica con il M5S, un’opzione politica mai discussa ed elaborata, sulla quale gli iscritti non sono stati coinvolti, e che và ben aldilà dell’accordo di governo».
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