12 Novembre 2021
Pinerolo. La Guardia di Finanza mette sotto sequestro beni per 2,5 milioni di euro
La Guardia di Finanza di Pinerolo ha dato esecuzione ad un decreto di sequestro nei confronti di un imprenditore pinerolese a conclusione delle indagini sotto il coordinamento del sostituto procuratore Ciro Santoriello.
Ieri, 11 novembre, la Guardia di Finanza di Pinerolo ha dato esecuzione ad un decreto di sequestro emesso dal Tribunale di Torino nei confronti di un imprenditore pinerolese con precedenti penali per reati fiscali, bancarotta fraudolenta, riciclaggio e autoriciclaggio. Il provvedimento giudiziario è giunto a conclusione di un iter investigativo, che ha visto impegnati i finanzieri della Compagnia di Pinerolo per oltre un anno, coordinati dalla Procura della Repubblica di Torino, in complesse indagini di polizia giudiziaria.
Come è iniziata l’indagine
Tutto è partito da una verifica fiscale nei confronti di una società operante nella vendita di mobili, che ha accertato plurime violazioni alla normativa tributaria ed in materia fallimentare e ha portato alla segnalazione di un imprenditore all’Autorità giudiziaria. Omessa presentazione della dichiarazione, per un importo di oltre 1 milione di euro, e di bancarotta fraudolenta i reati contestati. Il Gip ha emesso un provvedimento cautelare preventivo, finalizzato alla confisca per equivalente, nei confronti della società e del suo legale rappresentante, che ha consentito di sottoporre a sequestro conti correnti e due immobili in corso di costruzione.
Illeciti per oltre 2 milioni di euro
Le successive indagini hanno rivelato, come si legge nel Comunicato Stampa preparato dalla GdF, “un vasto e intricato sistema criminoso, messo in piedi dall’imprenditore, finalizzato alla commissione di reati di natura fiscale, fallimentare, riciclaggio e autoriciclaggio, attraverso la costituzione, nel tempo, di diverse società allo scopo di conseguire indebiti vantaggi economico-patrimoniali”. L’imprenditore, omettendo di adempiere alle obbligazioni fiscali, avrebbe accumulato “debiti verso l’Erario complessivamente quantificati in oltre 2 milioni di euro, depauperando, al contempo, il patrimonio aziendale e lasciando le imprese in stato di dissesto”. Il denaro stornato sarebbe poi stato impiegato “in attività economiche e finanziarie, in modo da ostacolare concretamente la relativa provenienza delittuosa, facendo transitare tali somme su conti correnti intestati a soggetti terzi (suoi familiari e aziende a questi ultimi intestate)”.
Sequestrati beni mobili e immobili
Rilevata la sproporzione tra il profilo patrimoniale e quello reddituale dell’imprenditore e dei suoi familiari – che, pur risultando per anni senza alcun tipo di reddito, figurano direttamente o indirettamente come intestatari di vari immobili, acquisiti nel tempo attraverso l’impiego dei capitali di matrice illecita – il giudice ha disposto il sequestro di beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie riconducibili all’imprenditore per un ammontare di più di 2 milioni e mezzo di euro.
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