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Pinerolo. Ex Tribunale: non c’è limite al peggio

Pinerolo. Ex Tribunale: non c’è limite al peggio

Mercoledì 16 luglio, negli stretti vicoli del centro storico di Pinerolo, si aggiravano alcuni autocarri. Carichi di personal computer e di altro materiale informatico ed elettronico. In ottimo stato di conservazione. Si può dire semi-nuovo. Destinazione… discarica. Il fatto, già scandaloso in sé, è ulteriormente aggravato dal luogo da cui è stato prelevato il materiale: i locali dell’ormai ex Tribunale. E i dati contenuti nelle memorie dei pc? Qualcuno li avrà opportunamente cancellati, oppure saranno alla mercé del primo che capita? E, soprattutto, perché tutte quelle apparecchiature sono state portate via? Nell’ordinanza comunale che ha disposto il divieto di transito per il 16 luglio davanti ai locali dell’ex Tribunale, per consentire lo svolgimento delle operazioni di carico, si legge: «Il Tribunale di Torino ufficio Economato deve effettuare il trasloco degli archivi correnti e di fascicoli e beni vari del soppresso Tribunale di Pinerolo per l’accorpamento definitivo degli Uffici»; di conseguenza, «vista la richiesta del Tribunale di Torino in data 10.7.2014», al fine di «consentire le operazioni di trasloco» si è reso necessario impedire il transito di veicoli. Quindi, con la scusa dell’accorpamento degli archivi giudiziari, si è voluto nascondere, agli occhi dei cittadini, la distruzione di materiale informatico perfettamente funzionante e, come dicevamo, ancora in ottimo stato, che si sarebbe potuto utilizzare altrove (uffici comunali, scuole…). La battaglia per riavere il Tribunale sembra ormai persa. Il comitato pinerolese che se ne fa carico, mantiene costantemente aggiornato un sito (www.monitoraggioriformatribunali.it), attraverso il quale informare i cittadini e reagire contro una decisione che si reputa assurda: «Perché – si legge sul sito – il Tribunale di Pinerolo, quarto Tribunale del Piemonte […] su diciassette, è stato soppresso? Così si è generata un’inspiegabile contrarietà alle scelte operate in tutte le altre aree dei Tribunali metropolitani, ove si sono mantenuti e, in alcuni casi, anche ampliati gli uffici giudiziari sub-metropolitani; così, gli uffici giudiziari di Torino non vengono affatto decongestionati, né viene ridimensionato il mega-organico dei magistrati, in spregio ai criteri di efficienza indicati dalla Commissione Studio del Ministero di Grazia e Giustizia […]; così si avranno nuovi costi immediati – nonostante la riforma dovesse essere a “costo zero”- derivati dalla necessità di reperire idonea edilizia giudiziaria presso il Tribunale accorpante e maggiori costi futuri, per tutti coloro che lavorano presso tale ufficio e per tutti i numerosi utenti […]. In Piemonte metà della popolazione della regione risiede nella Provincia di Torino: la maggior parte del contenzioso che – per motivi del tutto intuitivi – si sviluppa in tale area, giustifica… Anzi impone… L’esistenza di tre Tribunali, con le rispettive procure (Torino, Ivrea e Pinerolo). […]. Perché è stato mantenuto l’ufficio giudiziario di Ivrea e non anche quello di Pinerolo? Pinerolo, tra l’altro, rispetto ad Ivrea, ha maggiori sopravvenienze, un bacino d’utenza sensibilmente più ampio ed ha un indice d’efficienza nonché una situazione di edilizia giudiziaria nettamente più favorevole. Gli uffici giudiziari di Ivrea già oggi non hanno spazi sufficienti, come faranno a far fronte ad oltre il raddoppio delle attuali dimensioni? Il Tribunale di Pinerolo, invece, ha appena ultimato l’ampliamento di propri Uffici, per il quale il Ministero ha speso circa 800.000 euro!». Quindi, a parere del comitato, la scelta di sopprimere il Tribunale di Pinerolo «è contraria alla delega, clamorosamente immotivata, irrazionale ed inspiegabile e si risolve in una denegata giustizia per la popolazione del pinerolese. La possibilità di accesso dei cittadini pinerolesi alla Giustizia è, quindi, notevolmente ostacolata dalla distanza dal Tribunale di Torino, dalla viabilità, dai costi e dalla scelta di far confluire il contenzioso in un Tribunale metropolitano le cui dimensioni moltiplicano i tempi di attesa per la definizione dei fascicoli». Il comitato auspica un intervento correttivo, da parte del Governo, nei confronti di una riforma della geografia giudiziaria «che ha un solo elemento certo: è stata attuata senza alcuna conoscenza del territorio». L’intento del sito, una cui parte si configura come un blog aperto a raccogliere i commenti e le domande da parte dei cittadini, è quello di «monitorare le reali conseguenze di questa riforma scellerata: i ritardi, i rinvii, i disservizi, le difficoltà…». Il senatore Lucio Malan (Forza Italia), originario del pinerolese (Luserna San Giovanni), da noi interpellato in merito alla questione, ha affermato: «Il Senato ha fatto il suo dovere, approvando il parere di ripristino del Tribunale di Pinerolo. Parere che, tra l’altro, noi senatori avevamo steso insieme ai colleghi deputati. Poi, però, la Camera non lo ha approvato. Perché? Per un ordine ricevuto dall’alto, da parte del Partito Democratico. Ora spero vivamente che il ministro della Giustizia Orlando (del PD) risponda alla mia interrogazione e ad altre sollecitazioni. Per la legge, il Tribunale di Pinerolo è chiuso. Quindi, non si tratta di combattere per mantenerlo, ma per ripristinarlo. Si è trattato di una decisione, quella della chiusura, profondamente sbagliata e contraria alla legge delega; una decisione che, inoltre, crea parecchi disagi ai cittadini del pinerolese e non porta nessun risparmio alle casse dello Stato. Si è sposata una logica di centralizzazione che oggi purtroppo, in molti campi, è quella che va per la maggiore».

Vincenzo Parisi

ex Tribunale

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