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Approfondimenti  

Pinerolo. Attorno al caffè, convivialità e cultura

Pinerolo. Attorno al caffè, convivialità e cultura

Tostato dagli ottomani perché non si potessero utilizzare i suoi semi e utilizzato anche come cibo energizzante, il caffè porta con sé una storia affascinante, ricca di ricette, miscele, ma soprattutto di vicende umane. Se ne è parlato a più voci nell’aula magna dell’Istituto Alberghiero di Pinerolo venerdì 7 febbraio in occasione di un convegno che ha preso le mosse dalla recente lettera pastorale del vescovo Derio Olivero “Vuoi un caffè?”

A fare gli onori di casa il dirigente scolastico Rinaldo Merlone e l’insegnante Roberto Bianchi che ha efficacemente riassunto la storia dell’espresso italiano famoso e apprezzato in tutto il mondo. Il vescovo di Pinerolo ha quindi spostato l’attenzione sulla dimensione relazionale che caratterizza il mangiare insieme. «Dire a qualcuno: “vuoi un caffè?” – ha ricordato monsignor Derio -, significa che quella persona è importante per noi e che noi siamo disposto a dedicargli tempo e anche a pagarlo di tasca nostra quel caffè».

Ha attinto invece dalla sua esperienza personale Ciprian Ghizila, pope della chiesa romena ortodossa, che ha raccontato il suo incontro con il caffè italiano, regalando poi alcune curiosità sulle abitudini della Romania dove la prima testimonianza della bevanda risale ai primi anni del XVI secolo. Il pastore valdese Gianni Genre si è soffermato, invece, sull’aspetto conviviale del cibo citando il “Il pranzo di Babette” «uno dei film preferiti da papa Francesco

Giorgio Daleo ha ricordato la sua esperienza del caffè in carcere, negli anni in cui prestava servizio come maestro elementare nella casa circondariale di Pinerolo. Con Musleh Rami gli orizzonti si sono aperti al medio oriente e alle usanze islamiche riprese poi, con affondi storici e antropologici, anche dal giornalista Vittorio Castellani.

Roberta Anau, andando oltre la tazzina, ha ricordato l’importanza della convivialità nella tradizione ebraica e l’usanza della preghiera di benedizione sul cibo.

Il “gastronomade” Castellani, autore del libro “Coffee Roots”, ha poi disegnato una panoramica sulle usanze legate ai “magici chicchi”, spaziando dall’estremo oriente alle Ande, e ricordando l’importanza del rispetto della terra e dei suoi prodotti.

Il direttore di Vita Diocesana Patrizio Righero, che ha moderato l’incontro, ha sintetizzato i diversi contributi con una celebre citazione di Charles M. Schulz: «Le giornate dovrebbero iniziare con un abbraccio, un bacio, una carezza e un caffè. Perché la colazione deve essere abbondante!»

Per molti dei presenti la serata è proseguita con la cena preparata dagli insegnanti Pierfranco Dellacà e Alberto Ferrero insieme agli studenti dell’Istituto Prever. Impeccabile l’accoglienza degli ospiti da parte degli studenti di sala e accoglienza coordinati dagli insegnanti Ernestino Bogliolo e Daniela Spadafora.

Prima di accedere alla sala da pranzo, il preside Merlone ha ricordato che sono aperte le iscrizioni per i corsi serali, rivolti a quanti hanno interrotto gli studi e desiderano conseguire il diploma. Un’ulteriore e nuova opportunità formativa offerta dall’Istituto Prever al territorio pinerolese.

 

Foto Pasquale Parisi 

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