24 Marzo 2013
Pinasca. Incontro con Eleonora Tron e Filippo Guerra

Una serata all’insegna della cooperazione
Mentre la campagna elettorale neppure durante i suoi ultimi fiacchi sospiri riusciva a toccare il tema della collaborazione internazionale, venerdì 22 febbraio il Salone Polivalente di Pinasca all’argomento dedicava l’intera serata. Infatti, grazie alla collaborazione tra l’Assessorato alla Cultura, la Biblioteca Comunale, la RE.Co.Sol. (Rete dei Comuni Solidali) e Vita Diocesana, un buon numero di spettatori, fra cui molti giovani, ha potuto ascoltare i ricordi di Eleonora Tron sulla sua esperienza a Muhanga, a fianco di don Giovanni Piumatti, cui han fatto seguito i racconti di Filippo Guerra sul Niger e il progetto “Il sole per l’acqua”.
Dopo un’introduzione di Patrizio Righero, Eleonora, giovane studentessa di Perosa Argentina, ha ripercorso, grazie anche alla proiezione di numerose fotografie, le vicende e le emozioni che, nel corso del suo soggiorno congolese nell’estate 2012, le hanno ispirato il diario, ora pubblicato, “Oltre la pace, oltre la guerra”. Molti volti e atmosfere ritratti in questo libro sono stati evocati, durante la serata, dalla commovente lettura di alcune sue pagine da parte di Fabrizia Bertalotto, Alessandra Gilli e Fulvio Priotto del gruppo Costruire Cantando.
Raccogliendo il testimone di un’ideale staffetta, Filippo Guerra, membro del coordinamento della Re.Co.Sol., ha trasportato i presenti dal fertile Nord Kivu alle aride campagne intorno a Niamey. Qui, negli ultimi anni, sono stati avviati, grazie al piccolo contributo di molti Comuni Solidali, diversi progetti della Rete come i “Jardins des femmes”, gli orti affidati a cooperative femminili così da consentire a queste donne africane, attraverso la coltivazione e la vendita dei prodotti agricoli, di affrancarsi da una condizione economica e culturale subalterna a quella maschile. Per sgravare queste coltivatrici dalla fatica dell’irrigazione, resa improba dalla distanza dei pozzi dai campi, è nato “Il sole per l’acqua”, un progetto che prevede l’installazione di pompe alimentate ad energia solare (per ulteriori dettagli è possibile consultare il sito www.comunisolidali.org).
La serata si è conclusa, infine, con una breve riflessione proposta da Mario Bert, coordinatore dell’Ufficio Missionario Diocesano.
Guido Rostagno
Il mio diario di vita in foresta
Eleonora Tron è l’autrice del libro “Oltre la pace, oltre la guerra. Diario di vita in foresta”, pubblicato dal Vita Editrice.
Eleonora, la scelta di conoscere un altro mondo lontano dalla vita quotidiana com’è nata?
È un sogno che io ho da sempre. Fin da quando ero bambina ho sempre sognato di andare in Africa. Non riesco a spiegarmi un perché ha continuamente attratta il mistero di questo continente. L’idea di eri, ma ancora d’oggi, e di andare ad aiutare la gente che vi abita.
Quando hai conosciuto il missionario Giovanni Piumatti?
In realtà quando ho conosciuto questo sacerdote ho capito che non andavo ad aiutare, ma a cercare di vedere, comprendere e quindi conoscere. In seguito avrei portato a casa tutto quello che avevo visto. In effetti così è stato. Il mio libro è un modo per comunicare e raccontare di questa gente che ha bisogno che gli venga restituita dignità: sicuramente un modo di parlare di loro.
L’incontro con don Piumatti quando è avvenuto?
Dapprima ci siamo scambiati messaggi via e-mail, quando ho espresso il mio forte desiderio di andare nella sua missione. Un’amica di mia sorella era già stata da lui, mi ha parlato dei due mesi trascorsi a Muanga ed io sono rimasta molto affascinata dei suoi racconti. In seguito ho conosciuto don Giovanni Piumatti di persona a casa mia, quando è venuto in Italia e sono rimasta entusiasta di quest’uomo carismatico che sa trasmettere il suo amore per l’Africa.
Il periodo che hai trascorso in Africa cosa ha lasciato in te?
Quando sono tornata ho provato dei fortissimi strascichi emotivi. Ho provato anche dolore perché essere ricatapultati in questo mondo mi ha lasciato una sensazione molto forte. Quindi per me il rientro è stato persino tragico: ho sofferto molto di queste due realtà contrapposte. Ero entrata completamente nei ritmi africani e ritornare nella continuità e frenesia di tutti i giorni mi ha lasciata senza difese.
Tornerai in Africa?
Ritornerò di sicuro, ma non so quando perché lì ho lasciato un pezzetto di me che andrà ricoltivato: ne va la pena tornare.
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