26 Ottobre 2022
Pinasca ora ha un sentiero per partigiani esperti

La famiglia e il CAI Pinasca hanno recuperato un vecchio percorso che è stato dedicato a Candido Beccari. E un opuscolo farà conoscere questo e altri sentieri.

Le nostre montagne ricoperte di boscaglia, fino a qualche decennio fa erano un crocevia di sentieri. Molti purtroppo si sono persi con la morte di chi li percorreva, ma qualcuno con non poco lavoro riesce a tornare a nuova vita.
Un sentiero in ricordo di Candido Beccari
È il caso di uno dei viottoli, che a Pinasca raggiunge Serremarchetto dal Podio, ribattezzato “Sentiero di Candido”, che sta per Candido Beccari, grande camminatore e soprattutto persona stimata e benvoluta in paese (di cui fu anche sindaco).
L’iniziativa della famiglia
«Mio nonno – racconta la nipote Maria Cristina – era solito percorrere questo sentiero quasi tutti i giorni per andare da Flavio Clot (un altro amico che non c’è più) alla “Mianda ‘d Pelagio” e spesso nelle loro chiacchierate saltava fuori l’idea di recuperare questo sentiero. Partendo da questi ricordi, mia zia Anna Maria da tempo pensava di sistemare questa via, ma vivendo lei all’estero, con mia mamma e mio fratello abbiamo preso l’iniziativa coinvolgendo il CAI in quest’opera di recupero, che ha richiesto diversi sopralluoghi per ritrovare le tracce».
L’aiuto del CAI
La proposta dei Beccari è stata accolta con entusiasmo dal CAI di Pinasca, come testimonia il vicepresidente Michele Ferrero: «Abbiamo iniziato a valutare questo recupero lo scorso anno, mentre stavamo lavorando alla Big Bench a Serremarchetto (realizzata anche grazie a un’offerta della famiglia Beccari): ripristinare i sentieri è una cosa che ci piace fare e a maggior ragione potendolo fare in nome di un nostro vecchio socio come Candido, grande camminatore (io stesso lo ricordo a più di ottant’anni salire al Rocciamelone o passare al nostro Rifugio dei Fornetti alle 8 del mattino arrivando dal Crò…»
Tanti volontari al lavoro
Il lavoro però non si presentava semplice: «Il percorso era in uno stato pietoso – sottolinea Ferrero – ed era frequentato ormai solo da qualche cacciatore ma, grazie alla collaborazione di tante persone e dei famigliari di Candido, un po’ per volta l’abbiamo rimesso in sesto. È stato bello vedere tanta partecipazione, come lo scorso 8 ottobre quando eravamo davvero in tanti a lavorare, c’erano anche Maria Cristina e suo fratello Alessandro. Al momento mancano ancora alcuni cartelli da posizionare, ma le segnalazioni direzionali ci sono già e il sentiero è perfettamente percorribile in sicurezza, qualcuno lo ha già fatto addirittura in e-bike!»
Un opuscolo sui sentieri pinaschesi
E ora il CAI intende far conoscere questo e altri sentieri: «Anche se è il più famoso, a Pinasca non c’è solo il “sentiero dei sette ponti” – spiega Ferrero – e per valorizzare la rete sentieristica abbiamo in progetto un opuscolo con tanti (tutti è impossibile) itinerari delle nostre montagne, una pubblicazione che vorremmo diffondere soprattutto fuori dal nostro circondario per raggiungere chi non conosce il nostro territorio».
Una dedica partigiana
In ultimo una curiosità sul cartello che denomina il sentiero, c’è un’avvertenza: “Per partigiani esperti”, che, come spiega Maria Cristina, «anche se non si lega a nessun episodio particolare, vuole ricordare l’esperienza nella Resistenza di nonno Candido».
GR
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