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Personaggi  

Piero Battistini, l'uomo che sussurra ai cavalli

Piero Battistini, l'uomo che sussurra ai cavalli

23 marzo 2014

Tamara e Zaira sono le sue cavalle, due belle arabe rispettivamente madre e figlia di 17 e 4 anni.

Il cantalupese Piero Battistini, informatico in pensione, ha scoperto l’amore per i cavalli solo 10 anni fa e Zaira è stato uno dono inatteso poiché sua madre al momento dell’acquisto era incinta.

Alla nascita della puledrina, Piero decide di assumersi la responsabilità del suo addestramento e con molta curiosità si interessa alla “doma naturale” e a tutto quello che riguarda la comunicazione con il cavallo. Crede fondamentalmente che il cavallo non sia soltanto uno strumento di lavoro o sportivo ed inizia un percorso che lo porta, quattro anni dopo, ad essere molto soddisfatto dei risultati ottenuti sull’addestramento effettuato senza alcuna coercizione.

Alla base di tutto due aspetti fondamentali: il “cuore” e la pazienza.

L’ho visto per la prima volta presso il circolo Crocera Horse di Pinerolo e subito mi ha colpito la sensibilità con la quale si destreggiava tra i cavalli e sono rimasta ad osservare con quale facilità questi rispondevano ad ogni sua richiesta, senza nessuna violenza.

Alla domanda: «Come hai fatto per ottenere questi risultati»? Piero inizia a snocciolare con molta soddisfazione tutta la sua esperienza. «Ho adottato la doma naturale come filosofia di vita. Trascorro tutto il mio tempo libero con le mie cavalle e dopo essermi documentato, ho cominciato a lavorare con loro partendo dal concetto di base che è fondamentale: “il rispetto”. Tutto è racchiuso nel rapporto uomo-cavallo, ossia reciproca fiducia e creare un’intesa tale da comunicare con essi ed essere in perfetta sintonia. I problemi iniziali non mi hanno scoraggiato, anzi! La pazienza e la perseveranza mi hanno confermato che l’intesa e la connessione con loro sono la base per ogni cavallo, il lavoro da terra è fondamentale e viene prima di quello a sella per qualsiasi disciplina. Quest’ultimo è più facile se con il cavallo si arriva ad una perfetta sintonia. Esso percepisce i nostri comandi con la consapevolezza che nulla di male gli può accadere poiché ha fiducia in noi e sa che rispondere ai nostri ordini vuol dire restituire fiducia e amore». Per Piero, che per certi versi ricorda il protagonista del film “L’uomo che sussurrava ai cavalli”, tutto parte dal cuore. «Per sua natura il cavallo è una preda e teme l’uomo (che è un predatore). Sta a quest’ultimo dimostrargli il contrario. Questo vuol dire da parte nostra essere pronti a riporre le armi dell’aggressività e concentrarci sulla collaborazione. In questo modo, vedremo migliorare anche la qualità delle amicizie e delle relazioni a livello umano».

 Amalia Pagliaro

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