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Cultura  

Piemonte. Nasce la Carta della qualità per i beni ecclesiastici

Piemonte. Nasce la Carta della qualità per i beni ecclesiastici

Avviato un progetto per valorizzare il patrimonio culturale ecclesiastico e definire standard di qualità per musei, archivi e biblioteche ecclesiastici (Mab).

Un salto di qualità per i musei, le biblioteche e gli archivi del ricco patrimonio ecclesiastico piemontese. Un passo avanti dopo il restauro e la valorizzazione per giungere ad una offerta culturale sempre più ampia, capace di accogliere e di far sentire bene le persone, gli utenti, le comunità che usano questi spazi, come coloro che vi lavorano. Perché intorno a questa rete esiste un mondo variegato di operatori professionisti e volontari specializzati.

Una carta per definire standard di qualità

Regione ecclesiastica piemontese e Regione Piemonte all’interno dell’accordo quadro (2024-2026) “Beni culturali, Comunità patrimoniali e Territori” hanno avviato un laboratorio per realizzare la Carta della qualità dei servizi.

Un nuovo strumento per accrescere la forza comunicativa di questi istituti culturali e che si inserisce nella più ampia cornice del programma Comunità educanti, elaborato dall’Ufficio nazionale beni culturali ecclesiastici della Conferenza episcopale italiana.

In sintesi, la Carta della qualità dei servizi definirà lo standard di qualità per musei, archivi e biblioteche ecclesiastici (Mab), per la valorizzazione del patrimonio ecclesiastico piemontese e valdostano, garantendo una maggiore accessibilità, trasparenza e partecipazione delle comunità.

Osserva don Gianluca Popolla, responsabile della Consulta regionale per i beni culturali ecclesiastici Piemonte e Valle d’Aosta:

Sono luoghi che non solo conservano ma che rappresentano una fonte inesauribile di conoscenza e di memoria, pilastro per il nostro futuro.

L’esperienza di Chiese a porte aperte

Grazie alla collaborazione tra la Regione ecclesiastica e la Regione civile (esperienza unica nel panorama italiano) si affronta un passo decisivo di crescita, un impegno per tutta la comunità. Un partenariato che ha radici lontane.

Un esempio è la realizzazione di “Chiese a porte aperte” l’App che consente la visita in autonomia in oltre 50 luoghi d’arte sacra resi accessibili anche a visitatori con disabilità sensoriale e cognitiva che, come evidenzia Gabriella Serratrice, responsabile del settore promozione dei beni librari e archivistici, editoria e istituti culturali della Regione Piemonte, ha creato un indotto tra turismo e ricadute culturali ed economiche significative.

Dalla Regione Piemonte 1,2 milioni

Sulla stessa linea l’assessore regionale al Turismo musei, biblioteche, archivi, Marina Chiarelli, che sottolinea come questi beni rappresentino un fattore di crescita economica e sociale: «sono autentici presìdi del welfare culturale».

Non è un caso se la Regione in questo accordo quadro investe 1,2 milioni di euro.
Improntato ai principi di sostenibilità, sicurezza, chiarezza e inclusione, il percorso condiviso tra Consulta e Regione Piemonte si svilupperà per tappe. Con progressivi momenti di analisi sui passi compiuti, con uno sguardo al modello sviluppato nel Triveneto, dove però l’Ente pubblico non è stato coinvolto e le diocesi hanno dimensioni più ampie. Una prima proposta di scheda verrà presentata ai referenti Mab già in aprile.

«Abbiamo suddiviso il territorio piemontese in quattro quadranti – illustra l’architetto Michela Rota –. E coinvolto subito 14 musei per poi allargare agli archivi e alle biblioteche. In tutto una quarantina di enti». Un percorso che coinvolgerà anche la Valle d’Aosta.

Il vescovo Derio: un laboratorio di sperimentazione

Alzando lo sguardo al nazionale, mons. Derio Olivero, vescovo di Pinerolo e delegato della Conferenza episcopale piemontese per i beni culturali ecclesiastici rimarca:

Chiara GenisioAGD 

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