20 Novembre 2011
Piccole Chiese per una grande fede
Porte. Rassegna storico-artistica di cappelle e piloni presenti sul territorio Il santo patrono di Porte, che apre “le porte” alle Valli Chisone e Germanasca, è Michele Arcangelo. La chiesa parrocchiale è dedicata al santo che viene festeggiato il 29 settembre insieme ai santi Gabriele e Raffaele. Tuttavia i portesi sono profondamente legati alle cappelle e ai piloni costruiti con tanti sacrifici dai loro antenati. Il canonico Giorgio Grietti ha fatto un grande lavoro nella ricerca delle origini storiche degli edifici sacri che restano nel cuore dei portesi.
Cappella del Padreterno
Così la chiamano i portesi, sebbene la titolatura originaria recitasse “cappella di San Giovanni”. Questa apparteneva alla Communitas di Porte, come risulta da un documento del 1750. Dalla relazione stesa nel 1763 dal parroco Giuliano si evince che la comunità aveva deputato alla cura della cappella (provvedere alle suppellettili e ai paramenti) la famiglia Giuliano. Non sappiamo se era dedicata a san Giovanni Battista (celebrato il 24 giugno) o all’apostolo Giovanni (27 dicembre) giacché in tutte e due le occasioni vi celebrava l’Eucaristia. La costruzione non presentava particolari artistici di pregio e rilievo, anzi già nel 1767 era in tale stato di abbandono che il vescovo D’Orliè aveva sospeso le celebrazioni. Non si procedette ai lavori richiesti e ancora nel 1835 il vescovo Charvaz trovava questa cappella interdetta. Scese il silenzio sino al 1873 quando il vescovo Vassarotti scrisse che vide a Porte i resti di una cappella con un affresco della Trinità. In occasione della visita pastorale del 1949 monsignor Binaschi attestava che il comune aveva ricavato sui resti della cappella di San Giovanni un piccolo tabernacolo tuttora esistente. Nel 2010 questa piccola costruzione era diventata pericolosa a causa di forti piogge ed era stata transennata. Un appello dell’amministrazione comunale per trovare volontari disposti a ristrutturarla ha riscontrato una risposta superiore alle più rosee attese. In un mese sono stati eseguiti i lavori e la cappellina ristrutturata, affrescata e rimessa a nuovo, è stata restituita ai portesi affezionati a questo luogo il 25 settembre 2010. Gli affreschi sono stati eseguiti gratuitamente dai pittori di arte sacra Franco Castiglioni, Sergio Bilucaglia e Silvana Massaro. Alla cerimonia ha preso parte il vescovo Pier Giorgio Debernardi che ha benedetto l’opera.
Cappella di San Rocco
Piccola costruzione molto spoglia, ubicata nell’antica strada Reale (ora via Giai) compare per la prima volta con la dicitura “cappella dei Santi Sebastiano e Rocco” (invocati contro la peste) nel 1654. Ricompare in documenti del 1780 e del 1818. L’altare attuale, proveniente dalla chiesa parrocchiale, è sovrastato da una tela, ormai deteriorata, raffigurante i due santi cui è dedicata.
Cappella di San Benedetto
Si vuole che la cappella, situata sull’altura omonima che domina l’imbocco della Val Chisone, sia stata edificata dai monaci dell’abbazia di Santa Maria di Pinerolo. Compare, col titolo del padre del monachesimo occidentale, in un atto notarile del 1542; risulta appartenere alla chiesa di San Verano (Abbadia) nel 1590; riappare come spettante all’abbazia nel 1654. Non sappiamo granché del passato e oggi compare una semplice cappella campestre, probabilmente ricavata dai ruderi di un piccolo forte che qui si trovava. La forma dell’interno non sa propriamente di cappella, i muri non hanno lo stesso spessore, lo spessore del muro della facciata appare eccessivo per la sua funzione; vi è, nella facciata in basso a sinistra, un’apertura che potrebbe essere una feritoia. Nel 1897 il vescovo Rossi aveva interdetto al culto questa cappella in cui si festeggiava san Benedetto la domenica vicina al 15 di agosto. Nel 1921 e nel 1931 fu sottoposta a lavori di riscaldamento.
Pilone di San Martino
Situato a San Martino in via Antica di Finestrelle, all’imbocco della strada pedonale Giovanni Bosio, è stato affrescato nel 1940 dal pittore Nello Cambursano. Sono raffigurati, ma con il degrado del tempo non sono più riconoscibili, il Sacro Cuore, san Giovanni e la Madonna della Pace col Bambino.
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