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Un TIR di speranza per Zaporizhzia dal VillaggioGlobale di Cumiana

Un TIR di speranza per Zaporizhzia dal VillaggioGlobale di Cumiana

Il VillaggioGlobale di Cumiana ha inviato il 29 novembre 2024 un TIR di aiuti umanitari per la missione delle suore Basiliane di Zaporizhzia, in Ucraina.

Nella mattina del 29 novembre, dal VillaggioGlobale di Cumiana, è partito un nuovo carico di solidarietà diretto a Zaporizhzia, in Ucraina. Si tratta della cinquantaseiesima spedizione organizzata dal 9 marzo 2022 verso zone colpite dalla guerra o dalle sue conseguenze. Sul TIR sono stati caricati un’ambulanza, pannoloni per anziani, giacche a vento e coperte, beni essenziali richiesti dalle suore Basiliane che gestiscono un centro di distribuzione per i più poveri in quella città.

Sottolineano i responsabili del VillaggioGlobale:

«In Ucraina, l’impegno del VillaggioGlobale è stato straordinario: 49 spedizioni per un totale di 655 tonnellate di aiuti. A queste si aggiungono 7 container inviati in Georgia, pari a 88 tonnellate. Numeri che raccontano un lavoro instancabile, frutto della collaborazione di tante persone che, con sacrificio e dedizione, si uniscono per portare speranza a chi vive sotto le bombe».

Il 23 novembre scorso, al VillaggioGlobale sono arrivati circa 100 metri cubi di coperte e giacche a vento, raccolte da ogni parte del territorio grazie alla generosità della comunità. «Volontari ormai familiari, sempre presenti nei momenti più critici, si sono dedicati al caricamento del TIR, dimostrando una volontà incrollabile di contribuire alla pace».

Suor Sevatiana Zinkevych, punto di riferimento in Ucraina, ha espresso commossa gratitudine durante le operazioni di carico, definendo questo gesto un segno tangibile di vicinanza e amicizia.

«Sia questa partenza un grido di pace e un messaggio di speranza», hanno dichiarato i responsabili dell’iniziativa, sottolineando l’importanza di ogni contributo, grande o piccolo, nella costruzione di un futuro migliore.

In un periodo di devastazione, anche una coperta può rappresentare non solo riparo dal freddo, ma anche il simbolo di un legame umano che attraversa i confini, ricordando a chi soffre che non è solo.

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