Frossasco. L’animatissimo Consiglio Comunale dello scorso venerdì sul delicato tema del co-inceneritore Kastamonu (clicca qui per il video trasmesso in diretta sul canale YouTube di Vita Diocesana) ha innescato diverse reazioni e prese di posizioni. Ultima in ordine di tempo quella dell’Ufficio diocesano per la pastorale e del lavoro (UPSL) che, citando l’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco, ha invitato le parti ad un «dibattito onesto e trasparente, perché le necessità particolari o le ideologie non ledano il bene comune». Dibattito che potrebbe aver luogo in tempi brevi perché, dopo un primo rifiuto, è stato approvata dalla maggioranza del Consiglio, guidata dal sindaco Federico Comba, la richiesta di un dibattitto pubblico, avanzata dalla minoranza e da una petizione popolare firmata da oltre 800 cittadini.
Il responsabile dell’UPSL, Giancarlo Chiapello ha indicato nel «dialogo sociale» la «linea di condotta indicata dal Vescovo di Pinerolo, Mons. Derio Olivero, che ha ricordato e ribadito l’importanza di “tenere aperto e rendere fruttuoso un dialogo onesto e trasparente tra le parti”» senza però «entrare nelle discussioni e nelle dinamiche politiche» che non rientrano nelle competenze dell’Ufficio. Chiapello ha poi ribadito la sua «fiducia nelle istituzioni preposte, considerato il grande lavoro portato avanti dalla Coldiretti per approfondire, per le proprie materie, svariate problematiche relative al progetto in dialogo con le civiche amministrazioni del territorio, anche con l’aiuto di un consulente di grande competenza»; e ha valutato positivamente l’altro punto portato a casa in Consiglio dall’opposizione, che ha beneficiato anche dell’appoggio del consigliere Aldo Remondetto fuoriuscito dalla maggioranza, cioè «un tavolo di confronto con le amministrazioni limitrofe con un ampio coinvolgimento di maggioranze e minoranze».
«Non è compito dell’ufficio – ha concluso Chiapello – ragionare della tipologia degli strumenti partecipativi democraticamente scelti ma si vuole cogliere ancora una volta l’imprescindibile e unica strada da percorrere, quella del dialogo, che si costruisce nell’ascolto reciproco che contribuisce a fare emergere i tanti aspetti, in particolare quelli negativi, di cui devono tenere conto gli enti decisori, in primis la Città Metropolitana che ha in mano la pratica relativa all’area industriale in discussione, capace, pur con le diverse posizioni e sensibilità che si confrontano, di riconoscere l’unicità del bene comune a cui tutti siamo chiamati a contribuire nell’ottica di un’autentica ecologia integrale che rende necessario contemperare tutte le questioni in campo senza posizioni preconcette».
