Questa mattina il consigliere Silvio Magliano (Moderati) ha presentato una interpellanza alla Giunta Regionale sull’eventuale riavvio dello stabilimento Kastamonu al bivio di Frossasco.

«Siamo convinti – ha detto Magliano – che fare impresa in maniera matura significhi anche rispettare le norme e l’ambiente. È interesse della stessa Kastamonu liberare il campo da qualsiasi preoccupazione. Chiediamo alle Istituzioni che le valutazioni siano fatte nella maniera più scrupolosa e che ai cittadini siano fornite, nella massima trasparenza, tutte le informazioni del caso. Il nostro obiettivo è che questo nuovo insediamento produttivo si integri senza traumi nell’ecosistema sociale ed economico esistente».

Magliano ha quindi sintetizzato lo stato della questione: «L’impianto ex Annovati e poi Trombini a Frossasco, ora di proprietà Kastamonu, potrebbe ripartire dopo anni di inattività e dopo l’incendio della primavera del 2019: la multinazionale specializzata nella produzione di pannello per l’industria dell’arredamento ha presentato lo scorso 28 aprile, presso la Città Metropolitana di Torino, un progetto di ripristino dell’impianto di via Piscina 2-6. Sono un’ottima notizia le possibili ricadute occupazionali dopo due anni di crisi durissima, a patto che la sicurezza e la salute dei residenti siano garantite e che l’impatto su un territorio a vocazione agricola e residenziale sia ammortizzato.  In particolare, desta preoccupazione la prospettiva di vedere prossimamente in attività un nuovo Energy Plant (bruciatore da 25 MW) per lo smaltimento di biomasse dal sito produttivo. Chiediamo inoltre che siano previsti controlli e rilievi per verificare la salubrità del terreno e del sottosuolo di pertinenza dell’impianto, dal momento che, a sua volta, l’ipotesi di residui inquinanti o tossici presenti nel sottosuolo dell’area produttiva genera preoccupazioni».

La risposta è stata affidata all’assessore Maurizio Marrone che ha letto un testo prodotto dall’assessore all’ambiente Matteo Marnati. «Il procedimento è in fase di verifica della completezza degli elaborati. Dalla documentazione presentata dalla società risulta che il progetto consiste nella riattivazione del complesso industriale esistente e al momento non operativo, ma con ancora presenti gli impianti industriali speciali funzionali al ciclo produttivo, strutturato per la produzione di pannelli in legno per il settore edilizia e arredamento, svolgendo le stesse attività produttive, riattivando gli impianti di processo, servizi, utenze e ogni elemento utile per il ripristino del ciclo produttivo in sicurezza. Si ritiene che la fase di valutazione ambientale che coinvolge nella conferenza dei servizi tutte le autorità competenti ed autorizzate ad esprimersi sia la sede opportuna per effettuare sulla base degli elementi tecnici acquisiti il bilanciamento tra i possibili vantaggi e\o effetti positivi del progetto e le potenziali ricadute negative sulle diverse matrici ambientali. Il procedimento, infatti, è finalizzato all’espressione di un giudizio inerente la coerenza nei confronti degli obiettivi di salvaguardia, tutela e miglioramento della qualità dell’ambiente e di qualità della vita, nonché della valorizzazione delle risorse, dell’interazione e della compatibilità dell’impianto rispetto al territorio, nel rispetto delle normative comunitarie, nazionali e regionali».  

A margine dell’interpellanza Magliano ha ribadito: «Il progetto della riapertura è, di per sé, una buona notizia. A patto, però, che salute e ambiente siano tutelati: cosa che ho chiesto alla Giunta Regionale con un’interpellanza e che chiederò anche in Città Metropolitana con un analogo atto presto discusso. Lo dobbiamo a chi, nell’area circostante l’azienda, risiede o gestisce la propria attività agricola o di allevamento».