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Pianura  

La Rocca Sbarua, un posto da favola

La Rocca Sbarua, un posto da favola

Lo scrittore di montagna Lodovico Marchisio racconta una salita a Rocca Sbarua nel comune di San Pietro Val Lemina.

Ci sono luoghi al mondo, dietro le porte di casa che sono talmente belli che se li andassimo a conoscere a fondo, ci renderemmo conto di quanto è incantevole ciò che ci circonda. Il “Rifugio Melano” o “Casa Canada”, di proprietà del CAI Sezione di Pinerolo, è situato in un luogo ideale per una piacevolissima passeggiata e un’ottima quanto variegata cucina, con un terreno tra i più conosciuti per l’arrampicata.

La camminata per arrivare al rifugio “Melano” è semplice. Dalla Borgata Dairin (che è l’accesso più seguito) calcolare 40 minuti, a passo normale per escursionisti allenati, 1 ora a passo lentissimo (con bimbi in spalle, anziani o anche per chi intenda riprendere l’attività motoria dopo un qualsiasi incidente o malanno gli sia capitato). Nei pressi della costruzione si trova anche un piazzale per l’atterraggio degli elicotteri.

Per raccontare la storia di questo nuovo rifugio occorre risalire al vecchio rifugio, ormai smantellato, che era stato edificato nel 1971, dai soci CAI della Sezione di Pinerolo in seguito ad un lascito testamentario del socio Giuseppe Melano detto “Lupo”, per poi risalire a quando questa struttura era stata costruita come sede rappresentativa del Canada e della British Columbia, in occasione delle Olimpiadi Invernali ospitate dalla città di Torino nel 2006.
Alla fine dei giochi olimpici invece di smantellarla si pensò nel 2007 di smontarla e tutti i materiali vennero trasportati e stoccati a San Pietro Val Lemina, nel pinerolese, fino alla primavera 2008 quando ricominciò la sua ricostruzione dopo che la scelta ricadde su “Rocca Sbarua”, sito di arrampicata famoso per gli appassionati situato nei pressi di Pinerolo. Così è nato il rifugio Melano – Casa Canada: ritrovo alpino donato alla Città di Torino, che scelse di destinarla alla comunità Montana Pinerolese Pedemontano.
Il rifugio in esame si trova quindi ora piazzato a 1060 m d’altitudine ed è raggiungibile con breve e facile passeggiata dalla Borgata Dairin a cui si accede da Pinerolo centro, in direzione del Sestriere sulla SR 23, svoltando a destra e seguendo le indicazioni per San Pietro Val Lemina, proseguendo poi per la località Talucco.
Superare il Talucco sino al ponte sul Torrente Lemina, proseguire a sinistra, verso di salita, sulla strada asfaltata fino ad un evidente cartello indicante la località Crò. Prima degli ultimi tornanti, svoltare a destra verso la Borgata Dairin. Parcheggiare l’auto, in uno spiazzo abbastanza contenitivo, che evita i parcheggi riservati ai residenti da non usare proprio per rispetto delle proprietà altrui! Proseguire a piedi nell’abitato di Dairin, attraversando il villaggio sin dove si diparte una mulattiera a mezzacosta che raggiunge il Colle Ciardonet. Scendere su una strada sterrata chiusa al traffico, fino a quando la strada sale con un lungo giro che serve ai gestori e alla forestale per raggiungere il rifugio (gli unici autorizzati a servirsi delle jeep), mentre a destra della strada s’incontra un sentiero che con saliscendi nel bosco in breve raggiunge il rifugio.
Regina incontrastata e sovrastante “la Casa Canada” è la “Rocca Sbarua” che si erge come un monumento naturale dalle incredibili fattezze inquietanti che le hanno conferito il nome “Sbarua”, perché quando appare, incute paura e rispetto e che in italiano dal piemontese, significa “spavento” o “roccia che spaventa”.

La “Rocca Sbarua”, soprattutto nei settori più conosciuti, ha oltre 200 vie d’arrampicata attrezzate. Alcuni settori, come la falesia “Meteora”, che è quella sopra il traverso ai piedi della quale siamo transitati, con circa 10 monotiri, è famosa per un pezzo di storia del pinerolese un quanto è dove c’è il mitico”Spigolo Bianciotto”, un pezzo di storia di arrampicata pinerolese!

Un brevissimo cenno infine è doveroso farlo per ringraziare i gestori del rifugio, Silvio Farinetti e Flavia Rol che gestiscono “Casa Canada”, per avermi riportato a valle con il loro fuoristrada, in quanto, per studiare come il “Parkinson” interagisca in determinate condizioni sotto stimoli adrenalinici, ho risalito con figlio e nipote quella che è considerata ancora oggi la “via di discesa” dalla cima della Rocca Sbarua.

Per superare il tratto più problematico in un diedro attrezzato con catena, in questi giorni reso scivoloso e quasi impraticabile visti i ruscelli e l’acqua caduta che hanno creato danni un po’ dappertutto e arrivare comunque in vetta, sono stato poi costretto a chiedere un passaggio col fuoristrada per gli sforzi eccessivi compiuti, ai due squisiti gestori Silvio e Flavia , ubicato in uno spazio creato appositamente per accogliermi, mentre i miei familiari sono tornati a piedi e poi con le loro rispettive vetture, sono venuti ad attendermi ove sono stato condotto dai gestori.

Lodovico Marchisio
Foto di Walter Marchisio e Roberta Maffiodo

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