Martedì 7 maggio nell’area scuole di Frossasco alcuni operai si sono presentati con l’obiettivo di installare un palo in metallo alto 25 metri per la trasmissione del segnale internet. La dirigente scolastica, Roberta Martino, è però intervenuta per fermare i lavori in quanto in orario scolastico parevano pericolosi e si è dichiarata allibita per ciò che stava accadendo. In particolar modo per il fatto di non essere stata avvisata di un intervento così invasivo. I lavori sono poi ripresi quello stesso pomeriggio e sono stati ultimati.

Genitori e docenti, allarmati per questa installazione non comunicata precedentemente, hanno chiesto spiegazioni. L’amministrazione comunale ha quindi indetto una riunione martedì 21 maggio, aperta ai rappresentanti dei genitori degli allievi delle scuole di Frossasco (scuole che per 15 giorni sono rimaste prive di connessione internet).

Alla riunione, cui erano presenti 15 genitori, sono intervenuti il sindaco Federico Comba, gli assessori Renato Zambon e Luciana Genero e il dirigente del consorzio privato TOP-IX che ha montato e gestirà l’antenna, Pier Giorgio Mammoli, nonché la dirigente scolastica Martino e la collaboratrice vicaria della scuola Alberta Chiabrando.

Il confronto si è acceso fin da subito. Alcuni genitori sono arrivati preparati sulla questione riferendo, ad esempio, che l’Organizzazione Mondiale Sanità inserisce le onde elettromagnetiche fra i fattori  “potenzialmente cancerogeni” in attesa di ulteriori studi. Inoltre l’istituto Ramazzini di Bologna ha pubblicato l’esito del suo studio proprio sull’impatto dell’esposizione umana ai livelli di radiazioni a radiofrequenza prodotti da ripetitori e trasmettitori per la telefonia mobile, affermando che l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) dovrebbe «rivedere la classificazione delle radiofrequenze, finora ritenute possibili cancerogeni, per definirle probabili cancerogeni». Lo studio infatti pone in evidenza il rischio dell’insorgenza di tumori delle cellule di Schwann (cellule di rivestimento dei nervi) a chi si trova esposto a queste onde.

I genitori hanno dunque chiesto perché sia stata individuata proprio quella posizione per installare il palo. L’amministrazione comunale ha sostenuto che non vi sono prove che le antenne e i ripetitori siano dannosi (in Francia, però, il wi-fi è stato vietato negli asili e limitato alle sole attività didattiche nelle primarie) e che non si ritiene dunque dannosa la zona di posizionamento.

La maggior parte dei genitori ha comunque chiesto la possibilità di cambiare la location, ma è stato loro risposto che «non è possibile». Il tecnico ha aggiunto che se non si vuole il trasmettitore lì, si può proseguire il dibattito in sede legale.

In seguito all’incontro il sindaco ha poi inviato un comunicato rassicurando «che il livello di campo elettrico sarà di molto inferiore ad 1 V/m nelle vicinanze dell’impianto». E ha spiegato: «Sul palo, ad una quota superiore a 15/18 metri, è prevista la futura installazione di antenne degli operatori WISP (Wireless Internet Service Provider) consorziati con Topix che offrono servizi Internet con tecnologia radiolan, utilizzando apparecchiature con potenza inferiore a 2 watt; sono escluse dall’utilizzo dell’impianto tutte le tecnologie cellulari, compresa la prossima tecnologia di 5G. La struttura (fondazione e palo di sostegno) è stata progettata seguendo le normative vigenti che prevedono indagine geologica e anti sismica».

Non tutti i genitori, però, si sono sentiti rassicurati da queste parole e alcuni di loro hanno chiesto un ulteriore incontro con la dirigente scolastica perché il ripetitore lì, nella scuola dei loro figli, proprio non lo vogliono.

Manuel Marras

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