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Pianura  

Cumiana. Fratel Enzo Bianchi

Cumiana. Fratel Enzo Bianchi

Il fondatore della Comunità di Bose, Enzo Bianchi, ha tenuto un incontro il 12 maggio 2024 alla Comunità Monastica di Cumiana sul tema della fede nella comunità cristiana.

Domenica 12 maggio presso la Comunità monastica di via Fontana di Valle a Cumiana si è svolto un incontro con fratel Enzo Bianchi dal tema “La fede nella comunità cristiana oggi (anche alla luce dei risultati della prima sessione del sinodo)”.

Chi è Enzo Bianchi

Enzo Bianchi (Castel Boglione, Monferrato, 1943) è fondatore della Comunità monastica di Bose, a Magnano (Biella), della quale è stato anche priore fino al gennaio 2017. È autore di vari testi sulla spiritualità cristiana, collabora con varie testate, e ora vive ad Albiano d’Ivrea, nella Casa della Madia, cascina ristrutturata che ospita la fraternità di sette monaci.

Credere o credere di credere?

«Dei dati riguardo la fede li troviamo all’interno della Bibbia, della Scrittura ma anche dall’esperienza dell’umanità». Il primo approfondimento è tra credenti e non credenti, tra chi ha la fede e chi dice di non averla. Ma cos’è la fede? «Adesione, legami e fiducia. Come la fede dei fidanzati che ripongono la fiducia uno nell’altro che sfocia quando si sposano con la “fede” che portano al dito. Credo, non credo, forse credo ma non credo nella chiesa cattolica, non credo in Dio ma credo lo stesso in qualcosa che supera l’umanità. Penso ai miei amici Galimberti e Cacciari che si offendono se qualcuno dice che non sono credenti». Chi ha capito queste variabili è il quarto Vangelo di Giovanni in cui Gesù più volte attacca dicendo: “Voi che dite di credere ma in realtà voi non credete  e altre volte dirà: voi dite che vedete ma in realtà siete ciechi perché quelli che sono ciechi vedono e quelli che dicono di vedere si accorgano di essere ciechi“.

Pensanti e non pensanti

Bianchi cita il cardinal Martini che non sopportava la divisione tra credenti e non credenti preferendo la divisione tra pensanti e non pensanti. Una sintesi che andrebbe approfondita ma una cosa è certa: essere credenti vuol dire pensare con un passaggio continuo attraverso i dubbi. Essere convinti e non essere sicuri perché non c’è nessuna prova scientifica che dica che Cristo è risorto. La fede sta nell’ambito della convinzione non nell’ambito della conoscenza. «Gesù non impone mai una modalità, si avvicina alle persone interrogandole. C’è questo atteggiamento di entrare in dialogo con l’altro, credere vuol dire affidarsi, aver fiducia. Ci sono uomini e donne in questo mondo che non arrivano ad aver fiducia se non in sé stessi, ma non negli altri; non hanno fiducia nelle storie d’amore, non hanno fiducia nell’umanità, non hanno fiducia nel futuro. San Giovanni dice che se uno afferma di credere e amare Dio e poi non sa  amare il fratello  è un bugiardo».

Crisi di fiducia umana e mancanza di fede

La crisi della Chiesa è prima di tutto una crisi di fiducia nella società, la crisi della fiducia umana e venendo meno quella non c’è da scandalizzarsi se manca la fede in Dio. Oggi la maggior parte dei cristiani non crede alla vita eterna, solo il 27% crede nella risurrezione di Gesù e alla vita nell’aldilà. “Nella chiesa si fa fatica a prenderne atto, in pochi decenni c’è stato un cambio fortissimo e non è semplicemente culturale, è un cambio nel vivere dove viene riconosciuta di meno l’autorità religiosa e di più il Vangelo, la parola di Dio, la fede cambia e si rinnova. Per quanto riguarda il Sinodo   una chiesa è sana se sa ascoltare  gli apostoli, profeti e discendenti. Gli apostoli sono i vescovi e i profeti sono i teologi ma la chiesa è sempre perseguitato i profeti. Il sinodo prevede un anno di silenzio fino alla prossima sessione di ottobre. Sicuramente non si parlerà assolutamente né di ministero presbiterale concesso a uomini sposati tanto meno di estensione dell’ordine alle donne ma sicuramente si parlerà dell’apertura all’ordinazione diaconale delle donne.” 

GRAZIELLA LUTTATI

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