“Doloroso” è l’aggettivo più ricorrente nelle parole di Roberta Colombino, direttrice della casa di riposo “Esterina Coassolo” di Cantalupa, interpellata a proposito dell’anno di pandemia appena trascorso. Fino allo scorso 18 gennaio, in realtà, la situazione della RSA cantalupese è stata sicuramente difficile, ma non drammatica: «I tamponi effettuati nell’aprile 2020 avevano restituito quattro positività tra il personale e due tra gli ospiti – spiega Colombino – ma il fatto che fossero tutti casi asintomatici, unita alla mancanza di anticorpi rilevata successivamente, ci ha fatto addirittura pensare a dei falsi positivi».

La struttura, gestita dalla Fondazione Pro Senectute, ha quindi attraversato l’annus horribilis del Covid 19 pressoché indenne dal virus grazie alle severissime precauzioni adottate. Ma «il 18 gennaio di quest’anno ci è crollato il mondo addosso – continua la direttrice – perché sette giorni dopo il primo turno di vaccinazioni, quando pensavamo di essere alla fine di questa terribile esperienza, sono stati riscontrati tamponi positivi tra il personale e gli ospiti, questa volta con casi sintomatici e, purtroppo, quattro decessi». Attualmente l’allarme sta rientrando, tutti gli addetti e gli ospiti hanno eseguito il richiamo vaccinale e non ci sono nuovi casi.

Colombino sottolinea le difficoltà vissute: «Una RSA, per quanto di eccellenza, non è dotata dell’attrezzatura ospedaliera. È stato quindi difficoltoso provvedere all’isolamento di tutti gli ospiti, ammalati e non, e prestare le dovute cure. Devo dire che gli anziani ci hanno davvero insegnato la resilienza, non hanno mai smesso di lottare. Non so descrivere cosa si prova a vedere il sorriso di un malato dietro la maschera per l’ossigeno». La direttrice sottolinea inoltre come il personale non si sia mai risparmiato, facendo sforzi enormi per assistere coloro che definisce “il nostro insostituibile patrimonio umano”: «Ringrazio di cuore anche i medici dell’ASL che ci seguono, Rege Gianasso e Sito, sono stati disponibili oltre la professionalità, in qualunque momento».

Gli stessi accenti risuonano nelle parole di una dipendente tra coloro che erano risultati positivi nella primavera dello scorso anno: «Dal punto di vista lavorativo è stato un inferno, avremmo avuto bisogno di un impiegato in più solo per gestire la burocrazia relativa al Covid». Alla domanda relativa alla sua esperienza di isolamento risponde: «Dal punto di vista psicologico mi ha distrutta: avevo paura per me, per i miei cari, i miei colleghi e gli ospiti. Dopo un mese di totale isolamento non trovavo la forza per uscire di casa. Il ritorno al lavoro mi ha spronato, ora sto lentamente tornando alla normalità, ma quando visito i miei genitori mangiamo ancora in stanze separate e io uso stoviglie usa e getta».

Punto di forza della Esterina Coassolo sono sempre stati i numerosi volontari che animano le giornate degli anziani. La presidente dell’associazione di volontariato, Emiliana Salvai, spiega: «Abbiamo dovuto mettere a riposo la maggior parte dei volontari, ma per il benessere psicofisico degli ospiti il direttore sanitario ha autorizzato la presenza di tre di noi, regolarmente controllati con tamponi quindicinali». Recentemente anche i volontari sono stati sottoposti al vaccino: «Se da un lato ho avuto il timore di perdere la mia squadra ben affiatata – continua Salvai – dall’altro era necessario fare tutto il possibile per salvaguardare la salute dei nostri ospiti. Esprimo un forte ringraziamento a tutti i miei volontari, per aver compreso questo momentaneo allontanamento. Si sono sempre tenuti in stretto contatto, perché per noi la fondazione è come una seconda famiglia».

Il passato, il presente ed il futuro. Si aggiungeranno 33 posti letto

 La casa di riposo Esterina Coassolo di Cantalupa, gestita dalla Fondazione Pro Senectute Onlus, ha iniziato la sua attività nel 1999. La struttura, convenzionata con varie ASL, è attualmente in grado di ospitare 53 persone autosufficienti e non. Il personale conta circa 50 addetti alle varie mansioni. Gli ambienti presenti, oltre alle camere singole o doppie, contano una sala ristorante, due saloni per attività di animazione, una palestra, un ambulatorio e la chiesa dedicata a San Giuseppe. Altri locali sono funzionali all’attività lavorativa di assistenza.

Nel periodo Covid è stata allestita una “casetta degli abbracci” in legno e plexiglas per le visite dei famigliari, nel rispetto delle norme sulla sicurezza e il distanziamento.

La “casetta degli abbracci”

Attualmente sono in corso i lavori di ampliamento della struttura, che prevedono la costruzione di una nuova ala dell’edificio nella parte sud del giardino interno. Al termine dell’intervento, già previsto dal progetto originario, la struttura aggiungerà 33 posti letto in camere con servizi (bagno indipendente, TV, telefono, attrezzatura per l’assistenza ai non autosufficienti). Al piano seminterrato sarà, inoltre, allestito un nuovo salone multifunzionale. La nuova costruzione sarà necessariamente dotata di un nuovo ascensore.

La direzione auspica di avere nuove camere disponibili già per la prossima estate. Per la gestione della struttura ampliata sono previste nuove assunzioni di personale nelle diverse mansioni, ovvero infermieri, OSS e addetti alle pulizie. Per il finanziamento delle opere la fondazione, unico soggetto finanziatore, ha acceso un mutuo bancario.

Miriam Paschetta