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Pianura  

Al Villaggio Globale di Cumiana sabato 14 dicembre il presepe diventa "vivo"

Al Villaggio Globale di Cumiana sabato 14 dicembre il presepe diventa

Sabato 14 dicembre, il Villaggio Globale del Sermig di Cumiana invita tutti a partecipare a un evento speciale: un presepe “vivo” che non si limita alla semplice rappresentazione folkloristica, ma si traduce in un gesto concreto di solidarietà. La marcia avrà inizio alle ore 15, con un corteo che accompagnerà la statua del Bambinello Gesù lungo il viale dei Salesiani di Cumiana, fino alla grande statua del Sacro Cuore lungo la provinciale. Durante il tragitto si alterneranno canti e preghiere natalizie.

«Vi chiediamo una partecipazione numerosa e di farvi portavoce di questa iniziativa», l’invito di Rinaldo Canalis, referente del Villaggio Globale. «Chiederemo ai partecipanti di portare cibo a lunga conservazione per i poveri, perché crediamo che Gesù sia presente nel povero che incontriamo oggi. Questa è l’occasione per dare spazio alle nostre convinzioni e per essere come i pastori del presepe, ognuno con un dono di cibo».

L’appello è chiaro: alimenti non deperibili, per far fronte alle necessità di chi vive situazioni di estrema difficoltà. I destinatari saranno le popolazioni ucraine, le baraccopoli della Romania, i poveri che bussano alla porta dell’Arsenale della Pace di Torino e le famiglie in difficoltà del territorio del Villaggio Globale. «L’inverno per chi è povero o in guerra è drammatico. Possiamo tutti fare la nostra parte», aggiunge Canalis.

Cosa portare? La lista del cibo richiesto comprende:

• Pasta
• Riso
• Orzo
• Polenta
• Olio in lattine
• Zucchero
• scatolame vario (legumi, tonno, carne in scatola, mais…)
• salsa di pomodoro
• merendine e biscotti
• marmellate e cioccolata
• cibo per la prima infanzia

Un gesto ispirato al presepio di San Francesco

L’idea di questo presepe “vivo” prende spunto dalla prima rappresentazione ideata da San Francesco d’Assisi 801 anni fa, a Greccio. In un tempo segnato da guerre e conflitti, non dissimile dal nostro, Francesco volle regalare agli abitanti di Greccio un’esperienza che ricordasse quella vissuta dai pastori nella notte della nascita di Gesù: una commozione profonda, capace di trasformare i cuori.

«Francesco credeva che la pace fosse possibile, anche in un’epoca turbolenta, e decise di far risuonare nei cuori la gioia cosmica di un Dio che si fa bambino», spiega Canalis. «Non più un Dio distante e indifferente, ma un bebè che nasce in una mangiatoia perché non c’è posto altrove. Un Dio che vuole dirci che non siamo soli e che ci ama così come siamo, con le nostre fragilità e le nostre incredulità».

Il presepe di Francesco non era solo una rappresentazione, ma un atto capace di “liberare l’amore atrofizzato” nel cuore della gente. «Quanta atrofizzazione abbiamo in noi! Ma lamentarsi non serve. Quel Gesù nato a Betlemme ci invita a far percepire l’amore di Dio agli uomini del nostro tempo, dando senso all’essenza umana», continua Canalis.

Un invito aperto a tutti

La marcia del 14 dicembre è un’occasione per vivere il Natale in modo autentico, portando i propri doni e la propria presenza, per testimoniare la bellezza di un gesto che unisce fede e solidarietà. «Come Francesco, tentiamo, da poveri, di portare un po’ di luce. Così come siamo, perché è così come siamo che siamo amati», conclude Canalis.

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