Frossasco e Cantalupa. Licenziamenti e disoccupazione incombono In Italia la disoccupazione sta registrando un aumento vertiginoso. In particolar modo sono i giovani e i neolaureati a risentirne. La situazione italiana è visibile anche nel nostro territorio. Ad esempio in Val Noce. Basti pensare a tutte le vicissitudini vissute dagli operai dello stabilimento Annovati del bivio di Frossasco che sono rimasti a lungo in sospeso senza sapere se sarebbero stati reintegrati sul posto di lavoro o licenziati definitivamente. «Al momento non ci sono notizie certe sul futuro della fabbrica del gruppo Trombini – ci spiega il sindaco di Frossasco Franco Cuccolo –. Per quel che ne sappiamo stanno tentando di vendere il vendibile. Ma la reale ripresa della produzione per il momento è una chimera». Due sono invece le ditte in espansione nel comune della Val Noce: il caseifico Pezzana e la fabbrica Reco, che si occupa di resistenze elettriche e di termostati. «Queste due realtà – continua Cuccolo – Sono in espansione: ampliano i capannoni e aumentano lievemente le assunzioni. Tuttavia se escludiamo queste realtà, dal punto di vista industriale, non c’è nessun movimento sul territorio. Per quanto riguarda invece artigiani e piccoli venditori posso dirvi che resistono e stringono i denti».
Un’altra rispetto all’industria potrebbe essere, secondo il primo cittadino di Frossasco, la soluzione per diminuire la disoccupazione: «Io investirei nell’agricoltura. È un campo aperto che può dare da vivere a molta gente. Da vivere non da arricchirsi. Ma purtroppo la nostra cultura vede il lavoro improntato al guadagno e all’arricchimento e non al limitarsi a vivere dignitosamente. Per questo l’agricoltura non è considerata quanto dovrebbe, in particolar modo dai giovani. Naturalmente non parlo di grandi allevamenti o di grandi terreni ma di frutteti e di piccole piantagioni che possano rendere qualcosa».
Se Atene piange, Sparta non ride. Infatti anche Cantalupa ha i suoi problemi. Amara è stata la fetta di panettone per i nove dipendenti dell’albergo Tre Denti. Durante le feste di Natale hanno ricevuto la lettera di licenziamento, cui ha fatto seguito un’altra missiva, firmata da una cooperativa di Messina, con la proposta di assunzione come soci lavoratori. Difficili saranno quindi le trattative tra i dipendenti e la Gd Gest s.r.l. gestore dell’albergo dall’aprile scorso.
L’ultima nota arriva dal parroco dei due paesi Virgilio Gelato che è direttore della Caritas parrocchiale e di quella diocesana: «Parecchie famiglie, soprattutto quelle composte da giovani, hanno almeno un coniuge disoccupato. Quando entrambi sono a casa noi aiutiamo in ogni modo possibile: ci sono sette famiglie cui paghiamo affitto e bollette perché non hanno più entrate. A molte altre, almeno venticinque, forniamo settimanalmente una borsa viveri. Le cose peggiorano quando le famiglie si disfano: infatti è praticamente impossibile per il coniuge rimasto solo trovare una casa in affitto ad un prezzo accettabile. Il contesto è difficile anche se, per il momento e grazie alla generosità di chi non è in difficoltà, stiamo riuscendo a tenere il più possibile la situazione sotto controllo».