23 Novembre 2020
Perosa Argentina. 25 anni di LAR, un gioco diventato un lavoro
Se Gino Paoli cantava di “Quattro amici al bar”, qualcuno un giorno potrebbe scrivere una canzone sui tre ex compagni di scuola che nel novembre 1995 diedero vita alla casa editrice L.A.R. a Perosa Argentina.
«È nato tutto un po’ per caso, un po’ per scommessa – ricorda Andrea Garavello, l’attuale titolare -. Era una cena di rimpatriata con Lorenzo Blanc e Remigio Gaiani, arrivati al bicchiere della staffa ci siamo messi a pensare tra il serio e il faceto a fare insieme qualcosa di nuovo. Lorenzo era bravo a disegnare, così ci dicemmo: “Faremo dei libri con disegni da colorare per i bambini!”». Quasi una boutade, però «Remigio, che era già allora commercialista, la prese sul serio e si occupò della parte burocratica, Lorenzo (che faceva il medico) disegnava e, visto che avevo un po’ più di tempo libero, a me toccò occuparmene». Così, prendendo il nome dalle iniziali tre amici, nacque la L.A.R.
«All’inizio quasi per gioco pubblicavamo un libricino da colorare all’anno; il nostro primo libro per grandi fu merito di un nostro vecchio professore e grande appassionato di hockey su ghiaccio, Mauro Deusebio che, nel 1997, volle a tutti i costi pubblicare con noi il suo libro (scritto insieme a Daniele Arghittu) “Hockey Valpe. Storie e leggende di un mito”: gli piaceva l’idea di coinvolgere i suoi ex allievi (tra l’altro la parte grafica fu curata da un altro nostro vecchio compagno, Andrea Bonetto, che lavorava per la tipografia CSV di Perosa)».
Poi da hobby, per Garavello la casa editrice è diventata un lavoro: «Siamo cresciuti via via, da un libro all’anno, siamo passati quest’anno a venticinque titoli». Dalla cultura locale, che da sempre rappresenta un po’ il marchio di fabbrica dell’editrice perosina (che cura ad esempio i quaderni dei convegni storici del Laux), «ci siamo espansi sia come generi che come area territoriale: era l’unico modo per sopravvivere». Sono nate così diverse collane: da quella dei romanzi storici – Memorie – il cui direttore editoriale è Davide Rosso del Centro Culturale Valdese, alla nuovissima (è prossima l’uscita del primo libro) collana scientifica “Patrimonio Paesaggio Comunità”, in collaborazione con il Politecnico di Torino e «un prestigioso comitato scientifico formato da docenti italiani e stranieri». Altro motivo di vanto è la collaborazione con l’Uncem (Unione comuni e enti montani) per la rivista “Comunità Montagna”, che arriva a circa duemila comuni montani in tutta Italia: «oltre che per le nostre capacità, Uncem ci ha scelti come partner per premiare il nostro essere editori di montagna».
Anche la vocazione ai libri per bambini è ancora viva: «i libri da colorare li abbiamo un po’ lasciati da parte, quando nel 2000 Lorenzo Blanc, purtroppo, morì improvvisamente. Tuttavia grazie alla collaborazione con le scuole negli anni abbiamo coinvolto migliaia di bambini per illustrare le nostre storie: un anno il libro realizzato a seguito di un concorso con le scuole di Pinerolo lo abbiamo dovuto presentare al palazzetto dello sport e facendo due turni (per fortuna non c’era ancora il covid!)». Un’esperienza quella con le scuole che si sta riproponendo con l’Istituto Comprensivo di Bricherasio, ma che non è l’unica dedicata ai bambini come testimonia “La scomparsa dei cinque sensi” (il primo della serie “I misteri di Rollo Pine”).
In quest’esperienza lunga un quarto di secolo, Garavello ha collaborato con tante persone, ma un ricordo particolare lo riserva al compianto padre Sergio che, insieme a Mauro Maria Perrot «era il mio correttore di bozze preferito».
GR
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