Skip to Main Content

Città  

Per una città capofila, ma senza protagonismi

Per una città capofila, ma senza protagonismi

I primi passi da sindaco di Pinerolo: intervista a Eugenio Buttiero Composta la giunta, pur tra qualche inevitabile malcontento, si appresta a fare sul serio. Eugenio Buttuiero, classe 1951, nato e residente a Pinerolo, così riassume la propria carriera politica: «Non sono un politico di professione, il mio itinerario non è stato lineare. Arrivo dalla storia del popolarismo di don Sturzo (nel 1993 aderii, come indipendente, al cosiddetto “manifesto Martinazzoli”). Nel 1991 mi candidai per la prima volta; eletto, fino al 1996 svolsi l’incarico di consigliere comunale. Sono stato membro del consiglio di amministrazione dell’Acea, prevalentemente come tecnico per circa sei anni. La mia è sempre stata una vita politica un po’ fuori dagli ambienti tipici, fino alla candidatura del 2006. Per due anni ho rivestito la carica di consigliere comunale e per tre di assessore ai Lavori Pubblici (ramo di mia competenza specifica): credo di aver lavorato con impegno».
Lei ha giurato come sindaco pochi giorni fa (il 16 giugno). Come si sta su quella sedia?
Arrivo in ufficio alle 7 e vado via intorno alle 20.30: la stanchezza si fa sentire. Ma è una cosa bella: ti senti coinvolto nei problemi della città e cerchi di fare il possibile per risolverli. Certo, le difficoltà sono tante: le risorse insufficienti, la disoccupazione dilagante, il crescente disagio sociale. Questi, da parte mia, sono giorni di studio, di monitoraggio, di constatazione: non si può buttare al macero quanto fatto dai predecessori, la città deve continuare a camminare. Adesso sto cercando di guadagnare una certa consapevolezza dei problemi che mi consenta di elaborare un piano operativo e poi di partire il prima possibile a realizzarlo.
Accarezzava l’idea di diventare un giorno sindaco della sua città?
No. Non avevo mai messo in cantiere questa ipotesi. Non ho cercato la candidatura a sindaco, mi ci sono trovato su sollecitazione di molte persone. Da due anni si parlava di me, ma non ne ero del tutto convinto. Dopo aver fatto l’assessore, volevo chiudere: quando uno è in politica, non può starci per tutta la vita, perché dopo un po’, viene meno l’entusiasmo iniziale. L’impegno politico è (e dovrebbe essere) un servizio alla popolazione. Io sono un tipo operativo: alle chiacchiere, preferisco i fatti.
A proposito di fatti: quali sono le priorità immediate della sua amministrazione?
Ho subito iniziato a interessarmi delle aziende locali. Voglio rilanciare il pinerolese potenziando il settore occupazionale e industriale. Non intendo affrontare i problemi (che sono tanti) in modo ideologico ma concreto, per il bene comune. Sto avendo contatti con aziende che vogliono stabilirsi sul nostro territorio, in modo che possano offrire qualche speranza occupazionale ai giovani. Basta con gli incontri nei salotti e con l’analisi teorica dei problemi: occorre agire! Dobbiamo puntare sul lavoro, sui giovani, su nuove idee imprenditoriali. Il declino socio-economico odierno, a Pinerolo presenta un livello purtroppo più elevato. Occorre lavorare su alcuni punti-chiave: il rilancio del territorio pinerolese, la cultura, la formazione, il turismo. Circa quest’ultimo, dobbiamo saper approfittare di quello che è accaduto a Torino, indirizzando sulla nostra città qualche interesse. Un altro ambito nevralgico è la sanità: sono contrario alla destrutturazione delle strutture ospedaliere nel pinerolese. Se affrontiamo i problemi odierni come territorio (46 Comuni e circa 50.000 abitanti), possiamo avere una forza contrattuale maggiore rispetto a quella della sola città di Pinerolo. Dobbiamo fare squadra. È ora di finirla con i campanilismi, occorre razionalizzare (ad esempio: se una nuova azienda, invece che in città, si insediasse a Osasco o a San Secondo, per me andrebbe bene lo stesso; oppure, perché non tenere in piedi nel pinerolese un solo palaghiaccio, magari quello di Torre Pellice, che pare funzioni meglio?). Voglio coinvolgere industriali, fondazioni bancarie, commercianti, artigiani nella costruzione di un progetto forte ma snello, con la città di Pinerolo nel ruolo di capofila. Altrimenti, continueremo a fare l’elenco delle fabbriche e delle attività commerciali che chiudono… È finita l’epoca delle grandi teorie. Questo vale soprattutto a proposito dell’ambito occupazionale: i nostri figli hanno bisogno di un futuro certo. Dobbiamo trovare il coraggio di guardarli in faccia. Ai colleghi di mio figlio (è ingegnere, n.d.r.) vengono offerti contratti di 15 o 30 giorni. Il Comune non può cambiare questo, ma deve dare un suo contributo per migliorare la situazione, altrimenti raccontiamo frottole ai cittadini.
Chiudiamo con una considerazione circa il rapporto con la Chiesa locale.
Il rapporto con la diocesi va certamente consolidato, perché la Chiesa è uno degli attori principali sul territorio, in ambito educativo e sociale. Anche per la diocesi non è facile operare in un momento così difficile (cultura, educazione); credo sia necessario lavorare per far crescere il desiderio di una maggiore partecipazione alla vita della comunità locale. In questo senso, “Vita diocesana pinerolese” può contribuire a coinvolgere i giovani per far crescere la cultura della responsabilità (a tutti i livelli) e stimolarli ad interrogarsi sul senso della vita. Meno male che, nel panorama dell’informazione locale, esiste un giornale come il vostro.
Vincenzo Parisi Eugenio Buttiero

LASCIA UN COMMENTO  

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. Visualizza l'informativa privacy. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *