16 Ottobre 2013
Omofobia: è davvero necessaria una legge?

GIAVENO – Il Centro di Accoglienza alla Vita il 14 ottobre 2013 ha organizzato una serata con l’avvocato Giorgio Razeto, uno dei Giuristi per la vita, per approfondire i risvolti del disegno di legge Leone-Scalfarotto sull’omofobia, recentemente approvato dalla Camera e in attesa di essere calendarizzato in Senato.
“Si tratta di una legge inutile – spiega Razeto – perchè la Costituzione italiana tutela già il divieto di discriminazione; non è urgente: non ci sono evidenze di comportamenti discriminatori diffusi contro gli omosessuali; inoltre, è contraria alla genetica e alla realtà”.
La teoria del gender prevede l’abolizione della natura, rende l’uomo creatore di sé stesso; così nasce l’identità di genere, per cui ognuno sceglie l’orientamento sessuale in base alla percezione che ha di sé, anche se è diversa dal sesso biologico. La società sta vivendo una rivoluzione antropologica: negli ultimi cinquant’anni si è verificato un cambiamento di prospettiva culturale; dopo la legalizzazione del divorzio e poi dell’aborto, la norma sull’omofobia nasce in questo contesto.
Fino agli anni settanta l’omosessualità era inserita tra i disturbi studiati nei manuali di psicologia. Era considerato un sintomo alla cui base ci possono essere vari fattori, tra cui il complesso di inferiorità verso il proprio sesso, la mancata identificazione con il modello del genitore omologo, o un precoce condizionamento per atti ripetuti. Stabilito in seguito che non fosse più un problema, sono stati compiuti studi sui cromosomi, per tentare invano di confermare che l’omosessualità è naturale. Il riferimento ad una legge naturale evita che il diritto divenga convenzione. Ogni legge che riconosce categorie giuridiche che contrastano con il diritto naturale, finisce per diventare un atto di prevaricazione, una legge ingiusta. Se la teoria gender è valida, sarà difficile opporsi in futuro all’incesto e alla pedofilia.
Il disegno di legge contiene una deriva ideologica e antiliberale, poiché minaccia la libertà di opinione e di professare in pubblico le proprie convinzioni religiose, introducendo un criterio discriminatorio tra le idee. Le leggi esigono il principio di tassatività, mentre in questa c’è incertezza e ambiguità, in quanto i termini omofobia e transfobia non sono definiti; l’aggravante omofoba è discrezionale, poiché sarà reato ogni caso percepito come tale dalla vittima.
il Parlamento europeo definisce l’omofobia come paura e avversione irrazionale basata su pregiudizi e si cela dietro la libertà religiosa e l’obiezione di coscienza. Il confine tra reato di omofobia e libertà di opinione è labile e indistinto; il reato di opinione, tipico dei regimi totalitari, è fatto apposta perché non ci sia difesa, perché non sia possibile essere in disaccordo senza essere perseguibili.
C’è un interesse economico mondiale che fomenta le lobby gay, rendendole tanto potenti da plasmare il sentire comune e deviare l’educazione delle coscienze; sembra che ognuno possa fare quello che vuole, ma di fatto ci sono nuove regole.
L’industriale Barilla è stato costretto a scusarsi dopo essersi espresso a favore della famiglia tradizionale, a pena della gogna mediatica e del boicottaggio; con l’approvazione della legge non sarà più soltanto politicamente scorretto esprimere un’opinione in tal senso, ma sarà un reato. Anche i testi di catechismo contengono insegnamenti perseguibili.
Lo scopo del gender è l’espropriazione del diritto alla famiglia come società naturale (come stabilisce l’articolo 29 della Costituzione), con un effetto di disgregazione della società. L’Italia non sembra voler lottare per salvaguardare la propria identità, come si evince dal Piano di Orientamento Formativo della Fornero che prevede l’inserimento del concetto di genere nella scuola, sradicando il concetto di maschio e femmina.
È possibile sottoscrivere un appello per fermare la legge, si possono ancora organizzare manifestazioni e incontri pubblici per farne conoscere il testo e le conseguenze. Il vero eroismo ora è affermare il vero. Le persone meno informate ora sono favorevoli alla legge, perché pensano che “amare è sempre amare” e si chiedono che male fanno. Il problema è che si sta per impedire la libertà di parola. In nome della libertà si uccide la libertà. Per informazioni: www.lanuovabq.it
Emanuele Orsi
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