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Attualità  

Non abbandoniamo le nostre montagne!

Non abbandoniamo le nostre montagne!

 

Con il mese di luglio le nostre montagne tornano a popolarsi. La gente che si era allontanata per motivo di lavoro ritorna alle proprie radici riaprendo le case, anche quelle degli sperduti villaggi. Si rincorrono le feste patronali. Le cappelle più remote, almeno per un giorno, ritornano ad avere le porte aperte e ad accogliere i fedeli, eredi di generazioni che attorno alle chiese sono vissuti e dentro di esse hanno imparato a vivere con speranza anche nei momenti più difficili.
La montagna vive se la gente ritorna ad abitarvi. Ma bisogna creare le condizioni perché ciò avvenga. Necessita assicurare il lavoro arrestando l’esodo dei giovani, occorre potenziare turismo attraverso eventi e iniziative, anche piccole, perché la gente si senta attratta a trovare accoglienza cordiale tra le nostre montagne. Un’altra risorsa è certamente l’artigianato, ma va incentivato, sostenuto e deve trovare persone che abbiano il coraggio di percorrere questa strada.
* Inoltre la gente che vive in territorio montano, chiede che sia debitamente tutelata nella salute con particolare attenzione nei momenti più critici della vita, in particolare nella vecchiaia e nel tempo della malattia. É in corso una grande mobilitazione per salvare gli ospedali di Pomaretto e Torre Pellice.

Mi sono unito, sabato scorso, all’imponente manifestazione che si è svolta tra Perosa e Pomaretto. La gente protesta perché la chiusura dell’ospedale locale lascia un vuoto incolmabile in una valle – quella della Val Chisone – lunga cinquanta chilometri con in aggiunta la Val Germanasca. I sindaci delle due Valli, a nome delle loro popolazioni, chiedono che sia applicato il “ piano di salute 2010-2012” in modo equo su tutto il territorio ASL TO3 e che non vengano eliminati i posti letto di lungodegenza e riabilitazione a Pomaretto.
Mi rivolgo al Presidente Roberto Cota e all’Assessore Ugo Cavallera perché si approfondiscano le motivazioni espressa dai Sindaci. Sono gli interpreti più sicuri delle reali esigenze delle nostre popolazioni. La passione con cui si battono non è per ottenere privilegi, bensì perché sentono la responsabilità di garantire una sanità pubblica uguale per tutti. Ascoltarli con attenzione significa garantire che la montagna continui ad essere popolata perché vengono tutelati i bisogni primari.

 

+ Pier Giorgio Debernardi

P1100877 - Copia 

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