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Chiesa  

Nella casa degli Oblati tornano i novizi

Nella casa degli Oblati tornano i novizi

17 novembre 2013

Si chiamano Scott, Jesseilou, Rafael, Sanny, Paul e Joshua. Sono arrivati nella casa degli Oblati di Pinerolo venerdì 1 novembre, il giorno di Tutti i Santi, accompagnati dai loro maestri e formatori. Trascorreranno qualche settimana di studio e preghiera nel luogo dove è sepolto padre Lanteri, fondatore della Congregazione, e dove è conservato gran parte del patrimonio librario storico che i padri Oblati di Maria Vergine hanno raccolto negli ormai quasi duecento anni della loro storia.

Provengono dagli Stati Uniti e dalle Filippine e sono novizi della provincia americana alla ricerca delle radici del carisma lanteriano e dei luoghi in cui esso è nato. Due giorni dopo il loro arrivo, domenica 3 novembre, è il momento della presentazione ufficiale nel santuario Sacro Cuore di Gesù, con la presenza del vescovo Pier Giorgio Debernardi. La lettura del Vangelo sembra scelta apposta per l’occasione, un racconto di vocazione e conversione: Zaccheo incontra Gesù e ne ha la vita cambiata. Certo un incontro speciale con il Signore deve essere avvenuto anche nella vita di questi sei ragazzi che, seppur giovani, avevano già raggiunto importanti traguardi nello studio e nel lavoro.

Tra di loro vi sono infatti un esperto in informatica, un infermiere, un ingegnere geotermico, un professore universitario, un amministratore aziendale e addirittura un attore di Hollywood. Poi qualcosa è accaduto, qualcosa di forte, profondo, autentico. Se la via di Zaccheo è stata salire su un sicomoro, per questi giovani è stata l’adorazione silenziosa, l’affidamento a Maria, il volontariato in orfanotrofio, o altro ancora, ma ognuno di loro in qualche modo si è messo in cammino per incontrare Gesù. Quando poi chiediamo perché hanno scelto proprio la congregazione degli Oblati ci parlano della forza degli esercizi spirituali ignaziani, da sempre predicati dai padri di Lanteri, e di una speciale ispirazione della Madonna verso questo carisma.

Ma che cosa hanno provato lasciando il loro mondo e la loro terra, che ci immaginiamo grande e giovane, per entrare negli ambienti così diversi della casa di Pinerolo, tra le stanzette sul ballatoio e il piccolo santuario con la sua sacrestia che sa di legno antico e di cera? «In questi locali sentiamo il senso del sacro e percepiamo l’unione con gli oblati che hanno percorso questi corridoi e abitato queste stanze. È stata commovente anche la visita al cimitero dove sono sepolti molti padri. Ci ha molto toccato leggere sulle lapidi i nomi che abbiamo imparato a conoscere studiando la storia della congregazione».

Questi ragazzi per ora sono novizi, il percorso è ancora lungo, il discernimento non è concluso e le difficoltà non mancano: lo studio della filosofia, tornare ad essere allievi dopo tanto tempo, l’amore che ancora lega al lavoro di prima. Alla fine però uno di loro, vincendo il riserbo che protegge le cose più intime, confida con emozione «ma Dio è fonte di ogni bene». Uno dei maestri ricorda ancora che il rettore, padre Sergio Zirattu, ha voluto queste visite sui luoghi storici perché «Ci sono cose che si possono insegnare e altre che si devono captare. Per noi è una vera sfida insegnare a questi giovani qual è il carisma di Lanteri e ci sono cose che le parole non possono comunicare. Per questo c’è una grazia speciale per noi che veniamo qui a Pinerolo».

La conferma di ciò dalle ultime parole dei giovani, prima di lasciarci per la preghiera dei Vespri «Ci è sembrato di poter toccare con mano il carisma come una cosa concreta», «Qui è aumentato il mio amore per la vocazione e per la congregazione». Sono arrivati il giorno di Tutti i Santi, e qualcuno vede già in questo una benedizione; ripartiranno mercoledì 18 dicembre. Può sembrare poca cosa, ma al contrario vogliamo credere che questa presenza di vocazioni religiose e sacerdotali sia invece segno di speranza per la congregazione degli Oblati e per la Diocesi di Pinerolo.

Massimo Damiano

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