15 Maggio 2018
Nel nome di Hurbinek
Fin dal nome “Hurbinek” – quello del bambino nato ad Auschwitz descritto da Primo Levi ne “La tregua” – la scuola primaria testimonia un’attenzione particolare alla storia degli anni della Seconda guerra mondiale. Non per nulla alcuni anni fa la scuola decise di adottare il cippo dei “martiri di Castelnuovo”, dodici giovani partigiani trucidati sotto un ponte il 10 maggio del ‘44.
Quest’anno per celebrare la ricorrenza, prima di raggiungere nel pomeriggio il luogo dell’esecuzione, nella mattinata le classi hanno ricordato nel salone polivalente la triste storia di questi partigiani con una recita e alcuni canti al termine dei quali è intervenuto il vescovo di Pinerolo, Derio Olivero, per una riflessione. L’invito al vescovo per l’occasione è nato da un’iniziativa della locale ANPI, visto il ruolo importante, anche se nascosto come era nella sua indole, svolto da un sacerdote – il compianto don Mario Ambrosiani – in quella tragica vicenda: dopo aver operato con successo per salvare due ostaggi, la staffetta e futuro sindaco di Pinasca, Roberto Richiardone e suo padre, don Ambrosiani, incurante delle invettive dei fascisti, fu tra i primi a raggiungere la precaria sepoltura dei giustiziati per impartir loro una pietosa benedizione.
Nella stessa mattinata l’amministrazione comunale ha scelto di inaugurare il murales realizzato dall’artista Jean Paul Charles insieme ai ragazzi della scuola. «Sono contento di aver lavorato coi bambini – racconta Charles -. Durante le lezioni che ho fatto in ogni classe ciascun bambino ha preparato due piastrelle (in totale sono duecento) con cui ho poi composto il murales. L’obiettivo era di far emergere la luce e la libertà dell’arte come contraltare del buio simbolico che è la libertà negata al piccolo Hurbinek».
Anche le maestre, però, nel loro campo hanno ben seminato: «Quando Charles, nell’accostarsi delicatamente al tema di un bambino prigioniero in un lager, – racconta la fiduciaria Carla Reymondo – chiedeva loro se sapevano chi fosse, con soddisfazione, ogni insegnante ha visto come anche i bambini più piccoli avessero già ben chiari gli aspetti dolorosi della vita del piccolo Hurbinek».
Sempre grazie a Hurbinek la classe V pinaschese ha partecipato al Salone del Libro. Lunedì 14 maggio, infatti, è stata ospite nella Sala Argento dove le insegnanti Mirella Bounous e Carla Reymondo han raccontato la nascita del libro “La storia di Hurbinek”, un progetto iniziato con il ciclo scolastico dei nati nel 2002 – anche alcuni di loro erano presenti – e poi conclusosi lo scorso anno con la stampa del volumetto grazie a contributi tanto pubblici che privati. «La presentazione – spiega la maestra Carla – è stata impreziosita dagli interventi di Roberta Mori del Centro “Primo Levi”, della pedagogista Sonia Brunetti e di Bruna Laudi, presidente del Gruppo di Studi ebraici che ci ha molto sostenuto per la pubblicazione del libro». A creare un’atmosfera adatta alla riflessione, nel clima un po’ confuso del salone, sono stati Enrico Fuscà e il suo violino.
L’editore de “La storia di Hurbinek” è LAR che ha portato alcuni suoi titoli al Salone: “La cappella musicale del Duomo di Asti” di Paolo Cavallo; “Il ristorante sul mare” di Chiara Romanello; “Io non parlo” di Carlo Maffei; “Dove sei” di Marina Olivetti e “La stanza che profuma di ricordi” di Mario Sammartino”.
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