Skip to Main Content

Territorio  

Luserna. Sit-in di protesta contro le scuole chiuse davanti al Municipio

Luserna. Sit-in di protesta contro le scuole chiuse davanti al Municipio

Stamattina, come programmato dal Comitato Priorità Scuola Piemonte, di fronte al Municipio di Luserna San Giovanni sono stati numerosi i partecipanti al sit-in statico indetto per contestare la decisione governativa di imporre la Didattica a Distanza a scapito di quella in presenza e consegnare una lettera con le ragioni della protesta al presidente dell’Unione Montana del Pinerolese (e sindaco di Luserna), Duilio Canale. Nei giorni scorsi molti ragazzini, appoggiati dalle famiglie, per protesta avevano seguito la DAD nelle aree pubbliche di fronte agli edifici scolastici rimasti chiusi.

Foto Sara Tron

Ecco la lettera consegnata a Duilio Canale, sindaco di Luserna e presidente dell’Unione dei Comuni

“Gentile Presidente dell’Unione montana del pinerolese,

con la presente siamo a chiederLe di esprimersi pubblicamente, nella sua veste istituzionale, a difesa dell’apertura delle scuole nei nostri Comuni dell’Unione, a meno che non venga di nuovo imposto un lockdown totale come è avvenuto durante la primavera scorsa. La chiusura delle scuole non dovrebbe essere presa in considerazione in zona arancione, e andrebbe scongiurata anche in zona rossa, a tutela dei diritti dei minori e di quello all’istruzione in particolare.

La chiusura delle scuole non è ammissibile mentre la gran parte delle altre attività resta aperta. È da ottobre che studenti e studentesse delle scuole superiori seguono forme di “didattica mista”, eufemismo per dire che la didattica in presenza è decurtata del 50% o più. Le adolescenti e gli adolescenti si chiedono se mai riprenderanno ad avere una scuola che funziona per accoglierli. I genitori si chiedono cosa resterà della credibilità della scuola al termine degli anni scolastici in pandemia. Insegnanti e dirigenti scolastici vedono i loro sforzi per mantenere la didattica in presenza rimessi di continuo in discussione e frustrati.

La sospensione della didattica in presenza per i servizi educativi e dei cicli inferiori (nidi, infanzia, primaria, secondaria inferiore) è una misura che calpesta le vite dei più piccoli e dei loro familiari. Siamo a dodici mesi dalla prima chiusura delle scuole nel 2020, e ormai conosciamo bene i danni che questa situazione ha provocato. Le e gli adolescenti hanno già subito abbastanza, non devono ricevere il colpo di un’altra chiusura, i danni in termini psicofisici e formativi stanno diventando irreparabili. Le più piccole e i più piccoli sono ancora meno in grado di gestire la didattica digitale integrata sia da un punto di vista organizzativo sia sul piano emotivo. Tutto ciò ha un impatto enorme sulle famiglie: tutte condividono le stesse difficoltà, ma sappiamo che sono quelle più fragili – sul piano sociale, economico, culturale – a pagare di più.

Le conseguenze della chiusura di ogni ordine e grado di scuola, di nuovo, si riverseranno sulle famiglie, già vessate psicologicamente ed economicamente, costringendo soprattutto le donne a ulteriori sacrifici. Alcuni faranno ricorso ai nonni, proprio quella categoria considerata fragile e a rischio, ma su cui moltissime famiglie si appoggiano non avendo altra scelta, per carenza di servizi pubblici.L’esperienza di dodici mesi ci ha indicato che la chiusura delle scuole ha un impatto violento sull’intero tessuto sociale, e mette a repentaglio la salute intesa così come l’OMS la definisce sin dagli anni Cinquanta: “uno stato di benessere fisico, mentale e sociale e non semplice assenza di malattia”. Si aggiunga inoltre che proprio pochi giorni fa è iniziata la campagna vaccinale per il personale scolastico. Vaccinare una categoria e poi lasciarla a casa, mentre altre – non contemplate tra le priorità del piano vaccinale – continuano a lavorare non vaccinate, eppure a stretto contatto con la collettività, costituirebbe un atto incomprensibile e sconcertante.

La scuola è un pilastro della vita sociale: non va chiusa, va curata con investimenti a lungo termine sull’edilizia scolastica, sulla diminuzione del numero di alunni per classe, sull’aumento del personale scolastico, sui trasporti, sul contract tracing, tutti aspetti che chiediamo con forza da un anno; non sia di nuovo la prima a chiudere; caso mai sia l’ultima, nel malaugurato caso di un lockdown totale. Le chiediamo gentilmente di condividere questa nostra lettera con gli altri sindaci dell’Unione.

Certi della Sua attenzione nei confronti della Comunità che rappresenta e amministra le porgiamo i nostri saluti più cordiali.

I genitori degli Istituti Comprensivi G. Rodari di Torre Pellice ed E. De Amicis di Luserna San Giovanni con il supporto del comitato Priorità alla Scuola del Piemonte

LASCIA UN COMMENTO  

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. Visualizza l'informativa privacy. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *