21 Settembre 2021
L’eredità templare di Piero Boldrin
Un anno fa, nella notte tra il 18 e il 19 settembre 2020, scompariva a Torino Piero Boldrin.
Fu un “costruttore di ponti” tra vari mondi della conoscenza che, molto spesso, grazie al suo sapere ecumenico, potevano avvicinarsi e riuscivano a interconnettersi tra di loro.
Boldrin, negli ultimi venti anni della sua vita, aveva riapprofondito i percorsi della fede. Dialogava con chiunque avesse sete di conoscenza, pur restando sempre umile. Il suo motto personale era: «Dì sempre quello che pensi, ma pensa a quello che dici».
Diede vita a Torino alla commenda templare denominata da lui stesso “Julia Augusta Taurinorum”.
Studioso ed esperto di tradizione, Piero riassunse in sé la funzione di responsabile della commenda e quella di Gran Precettore dell’Ordine, denominato S.O.E.T.
Si ricorda il suo saggio su “Il giuramento del templare”, lettura obbligata per coloro che entrano nell’Ordine.
La sua eredità è un gruppo di cavalieri e di novizi, impegnati nel sociale.
In data 5 agosto 2016, all’interno dell’Ordine S.O.E.T., è stata costituita l’Associazione Privata di Fedeli denominata “Poveri Cavalieri di Cristo”, approvata da S.E. Mons. Antonino Raspanti, Vescovo di Acireale, avente sede nella diocesi di Acireale.
L’Associazione “Poveri Cavalieri di Cristo”, sin dalla sua nascita si è connotata come una Società di “Christi fideles laici” nello spirito e con le finalità della Esortazione Apostolica di Papa Giovanni Paolo II.
Adesso, a seguito del riconoscimento canonico del 5 agosto 2016, il detto Sodalizio ha conseguito anche formalmente la natura di Associazione di Fedeli a norma del vigente Diritto Canonico.
La denominazione “Poveri Cavalieri di Cristo” configura un totale ritorno alle più tradizionali origini del Sodalizio stesso, atteso che essa costituisce la più antica denominazione con la quale i Cavalieri del Tempio sono stati designati (vedasi l’art. 4 della “Primitiva Regola Latina” di San Bernardo, approvata nel 1128 dal Concilio di Troyes).
Essendo quindi stati conseguiti i suddetti traguardi, i “Poveri Cavalieri di Cristo”, sia a norma di Statuto che di Decreto di riconoscimento, obbediscono alla Chiesa di Roma e alla Sua Gerarchia.
I requisiti che consentono l’ingresso nell’Associazione o l’appartenenza ad essa non sono delle prescrizioni nuove o inusitate, in quanto essi erano già contenuti “in nuce” nella formula del solenne giuramento che ogni templare ha sempre pronunciato, liberamente e spontaneamente, al momento del suo ingresso nel proprio Ordine di appartenenza: con questo giuramento, infatti, il postulante si impegna all’obbedienza dei principi sanciti da San Bernardo nel “De Laude Novae Militiae”, e altresì si impegna a difendere con ogni mezzo i detti principi.
Tutti coloro che hanno conosciuto o meramente conversato con Boldrin non possono che sentire la mancanza di una persona che ha dato molto.
Addio signor Piero Boldrin, “Non nobis Domine, non nobis, sed nomini tuo da gloriam”.
Carlo Cusimano
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