11 Maggio 2020
La quarantena di Prali tra crisi e ritorno del senso di comunità

L’effetto coronavirus è stato violento in tutto il mondo del lavoro e i paesi a tradizione turistica non hanno fatto eccezione.

«La situazione è tragica – conferma Andrea Domard, sindaco di Prali -, gli impianti sciistici – che normalmente sono aperti ancora a inizio maggio – hanno avuto un danno dell’ordine di 150-200mila euro. Non stanno meglio ristoranti e hotel, che sono chiusi, e ovviamente non lavorando, ci rimettono». Un dato allarmante deriva dalle disdette delle prenotazioni per quest’anno, «ma addirittura c’è chi ha già disdetto per la stagione 2020-2021». Se a venir meno sarà sicuramente il turismo internazionale, a raddrizzare le sorti di Prali potrebbero essere le seconde case. «La speranza per l’estate arriva dagli italiani che sarebbero andati all’estero, già in diversi ci hanno detto che ripiegheranno su Prali; l’impressione è che apriranno molte seconde case da anni vuote». Invece per hotel e bed&breakfast è ancora grande l’incertezza soprattutto legata alle norme per poter riaprire. Un peccato perché il settore lanciava segnali di salute: «Prima dell’epidemia la proprietà dell’Hotel delle Alpi aveva rilevato il vecchio Miramonti per portare la sua ricettività a 60 posti».

Senza il traino del turismo, la crisi si estende ad altri settori come l’edilizia in cui lavora lo stesso Domard: «Nel mio caso facendo il raffronto del primo quadrimestre 2019 con quest’anno il fatturato è calato del 90%». L’amministrazione comunale per agevolare le diverse attività «fa un po’ da sportello tenendo d’occhio e segnalando loro le opportunità dei bandi regionali e nazionali (magari non sono cifre grandi, ma meglio di niente); nel prossimo consiglio comunale (ndr 12 maggio) valuteremo la possibilità di ridurre Tari e Tasi».
Nella disgrazia dell’epidemia, però il primo cittadino individua un aspetto positivo: «Durante la quarantena si è un po’ tornati al passato, se qualcuno aveva un problema, i vicini (sempre rispettando le norme di sicurezza) si son fatti avanti a dare una mano; quando c’era da scendere a Perosa per gli acquisti, i più giovani hanno fatto la spesa anche per gli altri». Un senso di comunità ritrovato, insomma. «E chi arriverà a Prali, potrà scoprire questo cambiamento».
GR
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