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In Provincia  

La pandemia non ferma la Colletta Alimentare

La pandemia non ferma la Colletta Alimentare

Cambia la forma, non la sostanza della 24esima Giornata Nazionale della Colletta Alimentare: quest’anno nei supermercati italiani si potranno acquistare, dal 21 novembre all’8 dicembre, delle “gift card” da 2, 5 e 10 euro. A fine Colletta il valore complessivo di tutte le card acquistate sarà convertito in cibo non deperibile come pelati, legumi, alimenti per l’infanzia, olio, pesce e carne in scatola e altri prodotti che servono maggiormente. Tutto sarà consegnato alle sedi regionali del Banco Alimentare e verrà distribuito con le consuete modalità alle circa 8mila strutture caritative convenzionate che sostengono oltre 2.100.000 persone.

Ne abbiamo parlato con Salvatore Collarino, presidente del Banco Alimentare del Piemonte.

Salvatore Collarino, presidente del Banco Alimentare del Piemonte

 Quando è nato il Banco Alimentare e da quando si svolge la colletta alimentare in Piemonte? 
Il Banco Alimentare nasce 31 anni fa, nel 1989, con il primo magazzino di Meda, in provincia di Milano. Il Banco Alimentare del Piemonte c’è da 26 anni, la Colletta Alimentare da 24.

 

In seguito alla pandemia esplosa all’inizio della primavera scorsa come sono cambiate le richieste degli enti con cui siete in contatto? 
Il bisogno e la richiesta di alimenti fin dalle prime settimane sono aumenti del 15%. Si è trattato di un incremento di circa 7-8.000 persone rispetto alle 50.000 che, solo nella provincia di Torino, e 107.469 in tutto il Piemonte, ricevono normalmente l’aiuto del Banco Alimentare.

C’è stato un aumento delle richieste?
L’emergenza sanitaria ha aggravato le situazioni di disagio sociale determinando un aumento del 40% di richieste di aiuto, a livello della rete del Banco. Il dato più significativo riguarda la raccolta, che ha avuto un incremento del 36% passando da 4.927 a quasi 7.000 tonnellate da marzo ad oggi. Per rispondere alla crescente emergenza, abbiamo lavorato in sinergia con le Istituzioni e le associazioni del territorio, attivando una vera e propria catena di solidarietà. Solo a Torino abbiamo rifornito di cibo i 13 snodi dislocati nella città, distribuendo oltre 100 tonnellate di prodotti a 4.000 famiglie. Nella regione, abbiamo potenziato i trasporti per rifornire i magazzini decentrati.

Su quali prodotti specifici?
Non si è trattato di poter scegliere i prodotti, ma di ampliare il più possibile la raccolta, introducendo il più possibile alimenti vari e di alto valore nutrizionale. Anche grazie all’aiuto dei donatori abbiamo quindi attivato alcune iniziative mirate a questo obiettivo, come la spesa sospesa, una colletta permanente presso le catene Aldi, Bennet, Carrefour, Coop, Esselunga, Mercatò, Naturasì, Pam, Lidl e Prestofresco. Coalvi ha donato 23.323 hamburger, con la Caritas abbiamo consegnato “pizze solidali” nelle case popolari.

Quali sono, stando ai dati di cui disponete, le fasce di popolazione che più soffrono, dal punto di vista alimentare, di questa situazione?
Ci sono fasce di popolazioni nuove, che fino ad ora non avevano bisogno. Fasce marginali che avevano forme di reddito pseudo regolare che consentiva loro di andare avanti. Ma anche lavoratori con reddito fisso che hanno perso il lavoro di colpo, cassintegrati, o chi ha visto chiudere l’attività per cui lavorava. In generale è emersa una nuova povertà.

Le restrizioni imposte da Governo e Regione hanno creato problemi nella distribuzione? 
Le restrizioni non ci hanno fermato, i vari provvedimenti hanno di fatto consentito la nostra attività. Problemi ci sono stati per le strutture Caritative, soprattutto rispetto all’età media dei volontari, spesso over 70. Di riflesso c’è stato un appesantimento sull’operatività, in particolare distribuzione e trasporti.

La Colletta di quest’anno cambia la tradizionale modalità di raccolta. Come è nata la scelta di puntare sulla Card?
È stato l‘unico modo di render ancora possibile, pur con tutte le limitazioni del caso, il gesto a cui tenevamo di più: la Colletta. Le Card prendono il posto degli scatoloni e diventano i nuovi “contenitori” della spesa, che quest’anno non può più essere donata fisicamente per ragioni di sicurezza sanitaria. Per le stesse evidenti ragioni non ci potranno essere nei supermercati i consueti gruppi di volontari (145 mila fino allo scorso anno), che saranno presenti in numero ridotto solo il 28 novembre, compatibilmente con le norme vigenti.

 

 

I supermercati del pinerolese che aderiscono alla Colletta Alimentare 2020

EUROSPIN – Via Pinerolo, Osasco

CARREFOUR – Via Saluzzo 96/98, Pinerolo

CARREFOUR – Via Giustetto 51, Pinerolo

EUROSPIN – Via Tommaso Giustetto 7, Pinerolo

PENNY MARKET – Corso Torino 368, Pinerolo

EUROSPIN – Via Susa, Piossasco

 

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