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Attualità  

La Caffarel si riorganizza confidando nel mercato estero

La Caffarel si riorganizza confidando nel mercato estero

2 febbraio 2015

Luserna: situazione delicata per la nota azienda di prodotti dolciari in perdita da tre anni. Serlenga (CISL): «Per il momento non si è ancora parlato di licenziamenti. Ci sono stati solo 23 casi di mobilità volontaria con incentivi da parte dell’azienda»

L’inizio del 2015 ha visto rincorrersi diverse voci sulle gravi difficoltà economiche dell’azienda Caffarel SpA con sede a Luserna. È ormai nota la notizia delle dimissioni dell’Amministratore delegato Vincenzo Montuori, in carica dal 1998, e la nomina del nuovo AD Francesco Pastore, 42enne biellese conosciuto per l’esperienza presso numerosi marchi famosi (Sanofi, Galbani e Coca Cola per citare i principali). L’impresa, che si trascina dietro problemi finanziari da circa tre anni, ha registrato un’ingente situazione di perdita sull’ultimo bilancio, pari a circa un milione di euro. «È una situazione estremamente delicata – spiega il delegato sindacale CISL Antonio Serlenga – e sono in ballo molte questioni. La buona notizia è che la casa madre Lindt & Sprüngli (proprietaria della Caffarel dal 1997 n.d.r.) al momento confida ancora nelle possibilità di ripresa dell’azienda e non ha manifestato la volontà di abbandonarla al proprio destino».
All’arrivo del nuovo amministratore è seguito l’inizio della collaborazione della Caffarel con una società di consulenza che sta elaborando nuove strategie per il rilancio dell’impresa lusernese: «La produzione è in via di riorganizzazione e Pastore intende rivitalizzare il settore delle vendite – continua Serlenga – Caffarel è un marchio conosciuto in Italia per nome e qualità, ma all’estero è pressoché sconosciuto. La nuova dirigenza intende puntare maggiormente sui mercati oltre confine per passare dalla perdita alla produzione di utile».
Punto forte del brand è proprio la qualità che, nonostante le tecniche industriali impiegate, raggiunge livelli paragonabili all’artigianato d’eccellenza. Basteranno i nuovi accorgimenti per salvare un’azienda che vanta una tradizione quasi bicentenaria? Solo il futuro darà una risposta a questa domanda. Il suo passato è sicuramente degno di nota: fondata nel 1826 a Torino da Pier Paul Caffarel, eletto nel 1867 membro dell’Accademia nazionale di Francia, diventa subito famosa presso casa Savoia e non solo con il suo prodotto di punta, il gianduiotto, offerto per la prima volta da Gianduia nella parata del carnevale 1865. Ripresasi rapidamente dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, nel 1968 la Caffarel si trasferisce nel nuovo modernissimo stabilimento di Luserna, dove negli anni ottiene le certificazioni europee di qualità UNI ISO 9001/2000 nel 1998 e UNI ISO 14001 nel 2003. Dolce protagonista delle Olimpiadi invernali di Torino 2006, Caffarel tenta la fortuna in ben 40 paesi stranieri.
La crisi di questi anni non ha risparmiato la casa dolciaria tra le più famose del Piemonte, ma i suoi quasi 400 dipendenti auspicano che la situazione migliori. «Per il momento non si è ancora parlato di licenziamenti – conclude Serlenga – Ci sono stati solo 23 casi di mobilità volontaria con incentivi da parte dell’azienda. Attualmente siamo in una fase di studio e controllo; il fatto che la casa madre si mostri ancora interessata allo stabilimento di Luserna suscita un tiepido ottimismo».

Miriam Paschetta

caffarel

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