3 Maggio 2011
La borgata dell’acqua
Laux. Viaggio storico nei ricordi di un villaggio di montagna. In un opuscolo di Aurelio Bernardi testi e immagini per non dimenticare
Annibale e Asdrubale suo fratello, Giuliano l’Apostata, Ambrogio di Milano. Sono alcuni dei viaggiatori illustri che hanno transitato in Val Chisone percorrendo la strada detta “reale” – oggi statale 23 del Sestriere – e affacciandosi nel loro tragitto ad ammirare il suggestivo altipiano che ospita il villaggio del Laux.
Lo racconta il professor Aurelio Bernardi direttore dell’Archivio Storico Diocesano, che ha raccolto in un breve ma intenso stampato, molte notizie della storia della Val Chisone e del Laux in particolare. Racconti tanto più ghiotti quanto più sconosciuti.
“La nascita della Borgata, che i primi abitanti denominarono Laux per le abbondanti acque, si fa risalire all’inizio del 1200 d.C. allorché alcuni esuli fuggiti da Lione e dalla Provenza si fermarono su quel pianoro ai piedi della Rocca propaggine del Monte Albergian.” Così esordisce il professore dopo una ricca introduzione storica che fa risalire le origini del culto cristiano in valle ai monaci della vicina Abbazia di Novalesa. I primi abitanti, scrive Bernardi – “erano eretici albigesi perseguitati dallo Stato e dalla Chiesa. Pochi anni dopo giunsero in quel luogo abbastanza appartato e difendibile i primi seguaci di Pietro Valdo, chiamati allora “i poveri di Lione”, che intendevano praticare una vita evangelica ed erano in dissenso con la Chiesa cattolica di Roma”.
Il Laux è teatro e spettatore in un fuoco incrociato sia delle vicende politiche piemontesi e francesi, sia delle contese religiose tra cattolici e valdesi. Bernardi è attendo nella sua trattazione a osservare i passaggi illustri come quelli di don Bosco. Poi la storia recente fatta di spopolamento e rinascita. “La borgata ha avuto una svolta importante dopo il 2000. Merito del sindaco di quegli anni, Adriano Sgarbanti, che ha voluto rilanciare il villaggio”. Conclude l’autore: “Il Laux (la borgata dell’acqua) non può non augurarsi che la gente che lo abita e la visita conosca e ricordi la sua storia, la vita durissima di un tempo, la fierezza delle generazioni che in esso hanno trascorso la loro esistenza e conservi il più possibile inalterate le sue caratteristiche di villaggio alpino”.
Se è vero che non si può guardare al futuro senza conoscere le proprie radici, Bernardi ci consegna un piccolo gioiellino che profuma di futuro, dipingendo in tratti brevi e significativi non solo la storia del villaggio montano ma anche la vita stessa delle valli pinerolesi lungo il secoli.
Il librettino, stampato in proprio, è reperibile presso il villaggio del Laux o facendone richiesta alla Curia diocesana. Ha una bibliografia ben curata e, in appendice, una citazione storica del Bourlot di notevole interesse.
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