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Attualità  

La Biblioteca alla Bochard: sì, però…

La Biblioteca alla Bochard: sì, però…

20 maggio 2014

Trasformare una caserma in una biblioteca. L’ipotesi è certamente suggestiva. Ma le suggestioni devono radicarsi nella storia e nella realtà. La storia dice che l’amministrazione Comunale di Pinerolo ha quasi completato la procedura di acquisizione dall’agenzia del Demanio, nell’ambito dei Progetti del così detto “Federalismo demaniale”, della Caserma Bochard. In un primo tempo era stata ventilata l’idea di trasformarla nella nuova sede dei Carabinieri ma l’immobile è stato vincolato per una destinazione ad uso culturale. Quindi il piano B annunciato dal sindaco Eugenio Buttiero (e ufficializzato con la Delibera 242 del 11 settembre 2013): trasformarla nella nuova sede della Biblioteca Alliaudi.

La realtà mostra un complesso composto da quattro fabbricati: la Palazzina di Comando in viale Cavalieri d’Italia, il fabbricato giustapposto in viale della Rimembranza e due fabbricati più bassi ai lati. Al centro uno spazio vuoto.

Storia, realtà e suggestione di questo progetto sono state raccolte dalla sezione pinerolese di Italia nostra. Durante l’assemblea annuale dello scorso aprile, soci e simpatizzanti, hanno provato a ragionare su quella che potrebbe essere un’ottima occasione per la città di Pinerolo. Di qui un successivo incontro, il 5 maggio scorso, al quale sono stati invitate altre associazioni e singole figure che operano in campo culturale. In questo contesto, l’architetto Eros Primo, segretario di Italia Nostra, ha ipotizzato alcuni scenari possibili per il futuro dell’edificio.

Primo

La Bochard sede della nuova biblioteca. Che ne dice Italia Nostra?

Sappiamo che l’amministrazione avrebbe intenzione di trasferire la biblioteca Alliaudi nella caserma nei fabbricati A e C. Ma riferendoci a dei calcoli eseguiti anni fa da Isa De Maria, ex direttrice della biblioteca, sappiamo anche che per sistemare l’attuale patrimonio librario occorrerebbero almeno 5.600m2. Quindi le due palazzine non sarebbero sufficienti. Inoltre la palazzina di Comando si sviluppa su 3 piani, è composta da salette di sei metri per sei, composte da muri portanti e vincolati dalla Sovraintendenza, e non si presta agevolmente ad ospitare una moderna biblioteca.

Non si potrebbero usare anche le palazzine B e D?

Nel progetto presentato dal Comune al Demanio c’è una dizione che ci ha un po’ inquietato, laddove si parla di mix di destinazione culturale e residenziale con massimo 5 piani fuori terra. Quindi gli amministratori proporrebbero sostanzialmente di trovare i soldi per la biblioteca vendendo le due parti non vincolate che potrebbero essere demolite per far spazio a fabbricati fino a 5 piani di altezza. Questa opzione che noi abbiamo provato a visualizzare anche dal punto di vista volumetrico è un po’ inquietante. Cinque piani soverchierebbero gli edifici della caserma in particolare il basso fabbricato su Viale della Rimembranza. Anche la piazza verrebbe ad essere soffocata da questi due fabbricati tra l’altro di dubbia appetibilità per la vendita, vista la posizione. Inoltre costruire dei palazzi residenziali significa dover realizzare anche dei parcheggi, pubblici e privati, con rampe e dei sotterranei.

Da ultimo, la somma dei fabbricati vincolati non sono sufficienti a garantire lo sviluppo della biblioteca. Non possiamo pensare di fare semplicemente il trasloco dell’Alliaudi in uno spazio non ancora sufficiente!

Quale è la proposta di Italia Nostra?

L’utilizzo di tutti e quattro fabbricati. La palazzina Bochard si presta bene per la funzione classica della biblioteca della conservazione. Pinerolo ha il grande problema dell’archivio storico che è stipato e sparpagliato. Lì lo si potrebbe valorizzare. Ci sono tante sale dove gli studiosi potrebbero lavorare in piena tranquillità. La biblioteca pubblica potrebbe invece essere distribuita sugli altri tre fabbricati. Con un accesso da via Cambiano dove si potrebbero realizzare dei parcheggi. Insomma, la nostra proposta è quella di creare una biblioteca moderna.

 Che cosa intende per biblioteca moderna?

Abbiamo individuato alcune caratteristiche. Ci sono libri che ne parlano diffusamente come “Le piazze del sapere” di Antonella Agnoli, una bibliotecaria che ha fatto progettazione di biblioteche. Si tratta di pensare la biblioteca non solo come un’istituzione chiusa, ma come una piazza aperta e che funziona con corsi e laboratori. Un luogo che diventi un attrattore culturale, dove non c’è solo più solo il libro da sfogliare. Il libro va rivalutato come oggetto da leggere in un certo contesto ed ecco perché sarebbe bello che la biblioteca fosse suadente anche dal punto di vista architettonico. Dovrebbe essere anche un bel posto per letture differenziate. Ad esempio al centro si pensava di organizzare una piazza verde dove si possa leggere all’aperto, mettersi in relax. Allo stesso tempo è importante, per una biblioteca moderna, avere degli spazi dove poter proporre delle attività per la terza età e ludoteche per l’infanzia, baby-parking con animatori culturali. E poi l’Iforma giovani…

Insomma più si apre a delle funzioni e più spazio servirebbe, ma così ci sarebbe la garanzia che la biblioteca possa svolgere la sua funzione innovativa utile alla città.

Se si tratta solo di sostituire l’Alliaudi con la Bochard facendo un trasloco di libri, ha senso spendere milioni di euro?

A questo punto la città si deve dare delle priorità e capire se si può investire e come.

 A quanto ammonterebbe la spesa per realizzare una biblioteca del genere?

Siamo sopra i 5000 m2 e solo per la ristrutturazione i costi si potrebbero stimare sui 1500 euro al m2. Quindi servirebbero circa 8 milioni. Senza contare gli impianti. Noi ipotizziamo che l’investimento riguardi anche i fabbricati B e D e quindi siamo nell’ordine di 12 milioni. Ma dipende dalle fonti di finanziamento che si vogliono attivare. Non pensiamo che sia risolutivo puntare sulla valorizzazione dei due fabbricati anche perché per gli eventuali investitori un lotto tra la biblioteca e le case risulterebbe poco interessante. Inoltre il comune di Pinerolo ha già in corso la valorizzazione dei portici blu e la caserma dei Carabinieri in piazza Santa Croce. Quindi sta già mettendo sul mercato parecchie occasioni. Dai Portici Blu si ipotizza di ricavare un milione e 600 mila euro, dalla caserma un po’ meno. Noi abbiamo individuato anche altri immobili demaniali che potrebbero essere coinvolti in questo discorso lasciando indiviso tutto il complesso della Bochard.

Per la valorizzazione della biblioteca, si pensava anche al coinvolgimento dei privati, ad esempio nella gestione dei servizi. All’interno ci starebbe benissimo che ci fosse un punto ristoro, un punto caffè. Anche l’attività del baby-parking, ovviamente calmierato con dei costi di un certo tipo, potrebbe concorrere ad abbattere la spese di gestione.

Quale tecnico comunale ho avuto occasione di progettare la biblioteca di None. Lì ad esempio è stato fatto l’internet caffè il cui affitto aiuta il Comune ad abbattere le spese di gestione, oltre a spazi per laboratori e l’informagiovani.

 Pinerolo sarà la città della cultura?

A noi tutti piace l’idea di trasformare la città in polo culturale. Potrebbe esser la nuova identità di Pinerolo! Ma la strada non è semplice. Non basta pensare di acquistare un complesso come la Bochard. Sarebbe opportuno fare un piano spalmato su più anni. Dandosi delle priorità.

 Quali obiettivi vi siete posti?

Il 5 maggio abbiamo concluso la serata con l’impegno di predisporre un documento, sottoscritto dai presenti. Con questo documento chiederemo al sindaco che cosa effettivamente si sta facendo, che cosa si è fatto e che cosa si intende fare di queste palazzine di cinque piani. Sarebbe anche l’occasione di manifestare i nostri dubbi. E magari proporre la nostra alternativa ragionando sul reperire i fondi necessari tramite l’alienazione di altri beni demaniali, ad esempio l’ex Mascalcia di Viale Mamiani e l’ex Infermeria di Corso Torino.

Serve anche una variante urbanistica che coordini a questo punto tutti i processi di valorizzazione immobiliare previsti.

 Cristina Menghini

bochard

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