27 Agosto 2013
La Kyenge a Torre Pellice entusiasma valdesi e cattolici
26 agosto 2013. A confronto con il personaggio è passato in secondo piano anche il tema della serata di ieri. La presenza del ministro Cecile Kyenge ha, infatti, monopolizzato l’attenzione del numerosissimo pubblico stipato dentro e fuori il tempio Valdese di Torre Pellice. Il suo arrivo, scortato da un massiccio dispiegamento di forze dell’ordine, è stato accolto da un caloroso e prolungato applauso. Tra i presenti numerosi sindaci del territorio e la senatrice Magda Zanoni. È comunque iniziato puntuale l’incontro, promosso dalla Chiesa Valdese, nel contesto dell’annuale sinodo, che ha visto diversi interventi sulla questione dell’emergenza – così l’ha definita il giornalista RAI Aldo Maria Valli – dell’analfabetismo religioso in Italia. Il politologo valdese Paolo Naso ha presentato alcuni dati della ricerca sugli “italiani, la Bibbia, le religioni” commissionata dalla Tavola valdese all’Istituto GFK-Eurisko grazie ai fondi dell’8×1000. Ne è emerso un quadro in parte desolante che rileva una diffusa ignoranza dei valori e dei contenuti della fede cattolica nella quale la maggior parte degli italiani dice di riconoscersi. La Bibbia, in particolare, sembra essere la “grande sconosciuta”. Aldo Maria Valli (giornalista Rai, TG1) e Gabriella Caramore (conduttrice del programma radiofonico Uomini e profeti) hanno sottolineato le responsabilità dei mass-media circa la scarsa informazione sulle “altre” religioni e sulle scritture. Agnese Cini, da ultimo, ha portato l’esperienza dell’associazione Biblia che promuove la conoscenza del testo biblico in modo aconfessionale.
Finalmente ha preso la parola il ministro Cecile Kyenge che, rinunciando ad un discorso preparato in precedenza, ha parlato a braccio citando la Bibbia (“ama il prossimo tuo come te stesso”) e Martin Luther King. « Sono colpevole di essere nera, donna, di avere parlato di cose semplici. Di essere nata all’estero. Di essere nata in una famiglia che non ho scelto, poligamica. Voglio sapere se qui stasera dobbiamo sentirci tutti colpevoli». Così ha esordito il ministro per l’integrazione che ha proseguito con alcuni riferimenti autobiografici. Ha raccontato che la prima persona ad accoglierla in Italia è stata un sacerdote cattolico e ha aggiunto: «volevo diventare medico e invece sono diventata ministra. La mia missione tuttavia non cambia. Se io ho avuto l’opportunità di essere qui, se ho avuto l’opportunità di studiare, se ho avuto l’opportunità di fare quello che faccio, perché negarla al prossimo?». Ha ribadito quindi, a fronte delle numerose provocazioni e offese ricevute, la scelta radicale e vincente della non violenza, puntualizzando poi «Non tornerò indietro sulla questione della cittadinanza».
L’incontro, raccontato via Twitter da Vita diocesana, è stato seguito in diretta anche dall’Africa. Don Giovanni Piumatti, missionario nella Repubblica Democratica del Congo, terra di origine della Kyenge, ha commentato: «Dopo oltre 40 anni sempre accolto: straniero in casa d’altri, accettato come fratello, dove la gente non guarda né la pelle né il passaporto, ma ti guarda solo negli occhi». E ha mandato il suo saluto e il suo augurio: «le cose positive vanno portate avanti se vogliamo un mondo migliore. Siamo con voi, in molti. La foresta cresce, senza troppo rumore; la vita ha l’ultima parola».
Pa.To.
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