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Territorio  

Inverso Pinasca. L’eredità della Trattoria dei Fiori

Inverso Pinasca. L’eredità della Trattoria dei Fiori

«Speriamo di riportare un po’ di vita in paese», così esordisce Roberta Sanmartino nel raccontare la prossima apertura – «tra fine agosto e inizio settembre (dipende dagli ultimi lavori)» – del bar – bottegaLa Fleccia”. Un nome che richiama la frazione di Inverso Pinasca, Fleccia appunto, in cui il locale aprirà, cercando di raccogliere la gloriosa eredità della “Trattoria dei Fiori”, una locanda legata profondamente alla storia di Inverso e non solo. La mamma di Roberta, Anna Lageard ricorda, mostrando il procedere dei lavori: «Sono nata e cresciuta qui: questo locale appartiene alla mia famiglia da generazioni (ndr fu Daniele Lageard, nel 1858 ad ottenere la concessione per l’osteria) ed è sempre stato un punto di riferimento – faceva anche da tabaccheria ed emporio e si affittavano camere – per il paese». Una storia fatta di momenti non sempre facili, come durante il ventennio mussoliniano quando le colluttazioni tra fascisti e antifascisti nella trattoria portarono anche a conseguenze tragiche e alla chiusura forzata del locale, “un covo bolscevico” per alcuni. Al di là delle scaramucce, a legare la Resistenza valligiana alla trattoria “dei fiori” fu la figura di Viola Lageard, zia di Anna e staffetta partigiana: persino il comandante Ettore Serafino trovò, più volte, rifugio da Lily, il padre di Viola e Nino, il cui nome per analogia passò alla locanda. «Nessuno la chiamava la Trattoria dei fiori: si andava “da Lily”».

Una vecchia foto della Trattoria dei Fiori

In anni più recenti non sono mancate altre baruffe, più scanzonate, dove non la politica, ma «questioni di ragazze» facevano venire alle mani. Anche qualche celebrità è passata per Fleccia, a volte non proprio in silenzio: «Certe sere venivano da noi i giocatori della Juve a mangiare “anciue al vert” e salame, con gli altri ragazzi bevevano e cantavano “Piemontesina bella”. Scappavano di nascosto dal ritiro di Villar, una volta però l’allenatore (ndr Heriberto Herrera) li scoprì e furono “dolori”».

La trattoria come appare ora

Con tante storie alle spalle, è chiaro che fu grande il dispiacere «quando – racconta Anna – nel 2006 chiuse l’attività: allora mettemmo in vendita l’edificio, ma non abbiamo trovato acquirenti». «Per fortuna – puntualizza Roberta – non siamo riusciti a vendere!» Così, con i locali a disposizione, in lei è maturata la decisione di dare nuova vita a quelle mura, grazie anche alle risorse garantite da un bando del “GAL Escartons e Valli Valdesi”, una società pubblico-privata che si occupa di sviluppo economico del territorio per mezzo di fondi dell’Unione Europea. «L’impiegata dello sportello GAL di Perosa è stato molto disponibile e ci ha aiutato a orientare il progetto in modo da poter ottenere il finanziamento». Proprio i termini del bando hanno determinato l’impronta del nuovo esercizio: «Oltre al bar, ci saranno sia uno spazio per la vendita di prodotti locali sia un angolo dedicato alla promozione turistica del territorio delle nostre valli».

L’area attrezzata di fronte al bar-bottega “La Fleccia”

 

Sempre con una finalità turistica, nello spazio verde di là dalla provinciale, ma di proprietà della famiglia, «ci sarà un’area attrezzata, che sarà ad accesso libero, con tavoli e panchine e un piccolo parco-giochi con anche un’altalena per bambini con disabilità». Se in futuro l’intenzione «è di riprendere anche l’attività di ristorazione», per ora si procede un passo alla volta con l’aiuto della famiglia che – con papà Franco Sanmartino in testa – ha realizzato gran parte dei lavori. E mamma Anna è pronta ad affiancare la figlia nel lavoro, con entusiasmo: «Quando Roberta mi ha detto che voleva aprire il locale, per me è stato il regalo più grande che potesse farmi

G.R.

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