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Cultura  

Incontro con gli enigmisti Piero Sivera e Rita Gamba

Incontro con gli enigmisti Piero Sivera e Rita Gamba

Piero Sivera, ottimamente coadiuvato dalla moglie Rita, è diventato un enigmista noto e richiesto dalle riviste del settore, inoltre cura quotidianamente la pagina dei giochi di importanti periodici, tra i quali le pubblicazioni della editrice San Paolo (Famiglia Cristiana e Vivere) e altri settimanali firmando personalmente i lavori o collaborando con agenzie del settore.

Piero e Rita in arte sono “Tristano e Isotta”. Perché questo nome?

Gli enigmisti in genere hanno tutti uno pseudonimo perché alcuni editori preferiscono che i giochi non siano firmati con il cognome e poi anche perché nell’altra “enigmistica” si usa così.

Che cosa è l’altra “enigmistica”?

Esiste l’enigmistica “popolare” che comprende parole crociate, puzzle, rebus, crittografie, sciarade, e molti altri giochi, praticata dal 99,99 per cento dai lettori solutori che trovano sulle innumerevoli riviste presenti sul mercato, la possibilità di passare il tempo con un attività sana e poco costosa.

L’altra “enigmistica” è quella cosiddetta “classica”. Si tratta di un’enigmistica più difficile, ma soprattutto diversa, praticata da un ristretto gruppo di appassionati e misteriosi personaggi che sono abbonati a riviste che con cadenza mensile o bimestrale si ricevono solo in abbonamento. “Penombra”, “Labirinto” e qualche altra. Io dedico un’ora al giorno alla classica. Consiglio a chi fosse interessato di recarsi sul sito della BEI Biblioteca Enigmistica Italiana www.enignet.it

Come è nata questa passione?

Già a 14 anni compravo la NET (Nuova Enigmistica Tascabile) perché, chi riusciva a risolvere un cruciverba su quella rivista, vinceva una medaglia: io non ci sono mai riuscito, ma la passione è rimasta. Immagini la mia soddisfazione, quando circa 40 anni dopo ho visto pubblicare dei miei giochi su questa rivista.

Poi per tutta la vita ho continuato a risolvere cruciverba diventando un discreto solutore. Quando mi sono ritirato dal lavoro ho pensato di dedicarmi a creare i giochi invece di risolverli.

Come hai capito che l’enigmistica poteva passare da semplice passatempo a vera occupazione?

È molto difficile fare accettare dei giochi per vederli poi pubblicati, bisogna provare e riprovare e avere anche un po’ di fortuna. Nel 1995 ho trovato un concorso su un periodico del settore. Si doveva proporre uno schema di parole crociate e i migliori sarebbero stati pubblicati.

Ho vinto il concorso e ho cominciato a scambiare e-mail con il direttore della rivista: abbiamo scoperto di essere quasi coetanei e di avere molte cose in comune.

Inizialmente ho continuato a proporgli schemi (con alterna fortuna) per la soddisfazione personale di vedere pubblicati i miei lavori senza compenso.

Adesso però sei noto per aver inventato dei giochi nuovi…

Sì, ho iniziato a comprare libri, dizionari ed enciclopedie e tutti i manuali di enigmistica e di semiotica presenti sul mercato in modo che potessero aiutarmi a migliorare la tecnica di composizione dei giochi.

Inizialmente facevo tutto a mano con carta e matita, adesso so usare così bene il computer e i supporti informatici che riesco a preparare schemi enigmistici e puzzle in latino, inglese, francese, tedesco e spagnolo anche se conosco tali lingue in modo solo approssimativo.

Le mie creazioni più richieste sono gli schemi di parole crociate, i giochi crittografici e il puzzle poliglotta trilingue con le soluzioni verticali in francese, le orizzontali in inglese e le diagonali in italiano, oltre ad altre varianti in lingue diverse.

La parole straniere da cercare, sono tradotte in italiano dando così la possibilità a chi risolve il gioco, di imparare le lingue giocando.

Come si fa un cruciverba?

Ogni cruciverbista ha una sua tecnica, io inizio dal centro dello schema inserendo una qualsiasi parola che mi viene in mente e poi cerco di incrociarla con altre parole in modo da ottenere uno spazio (in enigmistica si chiama piazza) abbastanza ampio senza caselle nere. Il cruciverba deve avere anche un aspetto visivo gradevole.

Piero Sivera e Rita GambaPoi non si possono usare tutte le parole, innanzitutto bisogna evitare quelle scabrose, i revisori sono molto severi al riguardo, poi i verbi vanno usati solo all’infinito o al participio passato (per esempio: si può usare mangiato o mangiare, ma non si può usare mangiando). Molto spesso mi viene chiesto come si riesce sempre a trovare nuove parole in modo da non creare dei giochi simili.

Pensate che con solo 26 lettere, le 21 dell’alfabeto italiano più j, k, w, x e y, ormai entrate in molti vocaboli della nostra lingua, si può nominare tutto ciò che è esistito tutto ciò che esiste e tutto ciò che esisterà in futuro. Miliardi di combinazioni possibili. A proposito di parole, sapete quale è la parola più lunga? Non è un termine medico ed è lunga ben 64 lettere. Per aiutarvi vi dirò che non è una parola.

Quanti cruciverba riesci a fare ogni giorno?

Dipende dal formato del gioco, normalmente, aiutato da mia moglie Rita che si occupa della parte più noiosa del lavoro (revisione, ricerca delle definizioni e trasferimento dei giochi sul computer e invio alle diverse case editrici), riesco a “incrociare” circa 500 caselle al giorno che corrispondono a 3 o 4 cruciverba. Attualmente abbiamo una richiesta di circa 60 schemi di diverso formato ogni mese.

Dobbiamo aspettarci altre invenzioni da parte tua in futuro?

Una notte mi sono svegliato con un’idea: perché non fare un cruciverba nel quale al posto delle parole ci fossero dei numeri? È nato così il “Cifrario Incrociato” che viene pubblicato dalla nota casa editrice con la quale collaboro in modo continuativo.

Un altro bel gioco di mia invenzione è lo schema di parole crociate nel quale è inserito un proverbio di 32 lettere che viene pubblicato mensilmente. Inoltre per gli “incontentabili” produco sudoku di 12 o 15 numeri, oppure sudoku con le lettere al posto dei numeri e anche l’esclusivo sudoku zero, con i numeri da 0 a 9.

Ci sveli la parola più lunga?

È il numero 454.454. Prova a scriverlo su un assegno!

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