30 marzo 2015

Il 25 marzo si è tenuto un interessante incontro presso la biblioteca Geisser in corso Casale 5 a Torino. L’incontro era dedicato al massimo poeta del Galles, Dylan Thomas (nella ricorrenza del centenario della nascita) e al rapporto del poeta stesso con l’ Italia.

Dylan Thomas in realtà nacque nel 1914 e morì nel 1953 a soli 39 anni. Nei pochi anni della sua carriera poetica ebbe modo di lasciare un segno profondo nella letteratura dei paesi anglofoni ed è considerato uno dei poeti più grandi del Novecento come T.S.Eliot e W. Yates.

La sua vita breve, disordinata, intensa fece di lui un mito per un’ intera generazione di artisti (un po’ come accadde a Jack Kerouac) ed è sintomatico che uno dei più famosi cantanti americani, Robert Zimmermann, abbia voluto assumere il nome d’arte Bob Dylan.

Riferimenti a Dylan Thomas si trovano anche nelle canzoni dei Beatles e dei Rolling Stones.

La sua poesia, ricchissima di immagini sfolgoranti che si susseguono e si accavallano, denota un’ intensa vitalità, un fervido amore per la vita, per la natura, per l’ universo. Il tono è appassionato, a volte profetico, sapienziale, come nella celeberrima “E la morte non avrà alcun dominio”: puó farci pensare ai profeti dell’ Antico Testamento o ai druidi e bisogna dire che alla tradizione celtica Thomas deve molto anche se si esprime in inglese e non in gallese.

Dylan Thomas venne in Italia nel 1947: dopo un breve soggiorno a Firenze, fece una vacanza all’ isola d’ Elba con la moglie ma il mondo degli accademici italiani, così antiquato e ingessato, lontano dall’ understatement degli intellettuali anglosassoni, non gli piacque molto.

Una delle sue figlie, Aeronwy Thomas, fu invece a Torino per un breve periodo nel 2006 e visitò anche una scuola.

Nel corso del 2014 ci sono state numerose iniziative culturali in ricordo del poeta soprattutto nel suo paese, il Galles, in Inghilterra e negli Stati Uniti. L’ università di Swansea ha dedicato convegni e pubblicazioni a questo illustre figlio del Galles, un poeta nel quale sembra rivivere qualcosa dello spirito degli antichi bardi considerando anche che aveva una splendida voce: i suoi reading poetici, anche radiofonici, furono memorabili.

Purtroppo in Italia questa ricorrenza è stata quasi completamente ignorata. La lacuna è stata in parte colmata da questo evento nel corso del quale si è parlato del poeta Manrico Murzi, il quale conobbe personalmente Thomas negli anni del dopoguerra.

Ci sono stati anche interventi di altri studiosi tra i quali la poetessa ed anglista Annamaria Bracale Ceruti, Massimo Trombi, Lidia Chiarelli, Maria Fiorenza Verde, Rosalba Vacis, Luisa Paglieri. C’è stato un reading di poesie di Thomas a cura di Cristina Codazza. Sono state inoltre esposte opere pittoriche ispirate al mondo poetico di questo moderno bardo gallese.

Luisa Paglieri

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