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Di qua e di là sul Moncuni, fra sentinelle di pietra e vecchi sentieri

Di qua e di là sul Moncuni, fra sentinelle di pietra e vecchi sentieri

Oltre cinquanta persone il 4 maggio 2025 nei territori di Avigliana, Trana e Reano tra storia e curiosità con una camminata di 16 km nei pressi del Moncuni.

Le previsioni meteorologiche che annunciavano rovesci di pioggia hanno scoraggiato ben pochi degli oltre cinquanta iscritti dal partecipare all’escursione. L’itinerario ad anello ha permesso di conoscere luoghi meno noti ma di elevato pregio ambientale, naturalistico e paesaggistico che sono stati arricchiti da aspetti storici e culturali presso resti di vecchi siti di archeologia industriale, un museo civico con pregevoli dipinti e massi erratici.

Tratti di percorso erano legati alla memoria della Guerra di Liberazione e della Resistenza al nazifascismo, ulteriori occasioni per ripensare a quei valori morali e ideali che sono le radici dell’Italia repubblicana. Prima della partenza dal Parco Alveare Verde, il parco nella città di Avigliana, che consta anche di un bar che ha permesso ai gitanti di usufruire anche di una buona colazione, ha salutato per primo il gruppo Arnaldo Reviglio, coordinatore dell’evento e anima e guida di questi percorsi, coadiuvato da Claudio Ronzoni, Giampiero Salomone e Matteo Zanfabro. Hanno poi preso la parola, a nome delle rispettive amministrazioni comunali, l’assessore di Trana Gerardo Donatiello e il presidente del Consiglio Comunale di Avigliana Renzo Tabone. È seguito l’intervento di Lodovico Marchisio, accompagnatore emerito del CAI, sempre attivo nonostante le patologie da cui è afflitto, e di Carla Alasio, portavoce dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia). Quindi, con i dovuti scongiuri, si è partiti per via Giovanni Nicol e strada del Brutto per andare poi a percorrere il viale dei tigli del Monte Piocchetto e arrivare alla Chiesa di Sant’Agostino (luoghi del cuore FAI 2020), dove Silvio Amprino, presidente dell’Associazione Amici di Avigliana, ha illustrato storia e lavori dell’antica chiesa, già degli Agostiniani e in seguito dei Gesuiti, ora facente parte del Polo Sanitario dell’ASL 5. Nei tratti iniziali delle strade urbane sono stati ricordati i sacrifici dei partigiani Giovanni Nicol e Franco Ferretto, entrambi trucidati alla soglia dei vent’anni, poi attraverso viottoli campestri il gruppo è arrivato al sentiero della Blandinera, ha costeggiato il campo da golf Le Fronde, già sede della vecchia Allemandi, fabbrica di esplosivi costruita agli inizi del Novecento e rasa al suolo il 14 aprile 1945 in seguito ad un esteso  bombardamento degli alleati, fortunatamente senza vittime. Proseguendo su vecchi cammini, passando davanti alla Cappella della Truna, a fianco del masso erratico Roc Bufì, della zona prativa Arpiat e attraverso il sentiero Ciobanu il  gruppo è giunto alla Cappella della Madonna della Pietà accolti dal Sindaco di Reano Piero Troielli, da Nadia Cappai, amante della cultura locale, da Andrea Carnino, giornalista, giovane storico e scrittore che ha poi spiegato, con esaustiva capacità professionale, lo scrigno di tesori che custodisce le tavole della scuola tardorinascimentale del ciclo pittorico di Pietrafitta, tele eseguite dai migliori pittori fiorentini di fine Cinquecento, commissionate da Alessandro degli Acciaiuoli per la sua tenuta di Pietrafitta (frazione di San Gimignano, provincia di Siena) e poi acquistate all’asta da Antonio, arcivescovo di Pisa, esponente dell’illustre famiglia dei conti Dal Pozzo, successivamente anche principi della Cisterna. Gli eredi trasferirono i quadri a Torino a Palazzo Cisterna e dopo a Reano, dove il Principe Carlo Emanuele li donò in parte alla Chiesa Parrocchiale di San Giorgio Martire (fatta ricostruire a sue spese nel 1852) e in parte alla Cappella della Madonna della Pietà. La medesima, che era stata costruita attorno ad un pilone divenuto meta devozionale, con l’affresco della Madonna con in grembo il Cristo morto,  ha sul lato destro la tomba monumentale dei Dal Pozzo, opera di Vincenzo Vela. Nell’area presbiteriale sono esposte le riproduzioni fotografiche dei dipinti custoditi nella Chiesa Parrocchiale e al primo piano sono invece esposte gli originali: la “Presentazione di Maria al tempio”, la “Dormitio Virginis” e l’”Incoronazione di Maria”. (Il museo civico è aperto gratuitamente ogni ultima domenica del mese dalle 15 alle 18, con visite guidate alle 15,30 e 16,30).

Lasciata la Cappella, attraverso strada Valgrana, gli escursionisti hanno raggiunto l’azienda vitivinicola Rhea, situata nel verde dell’anfiteatro morenico, conosciuta per la riscoperta di vigne e vini e per la valorizzazione dell’ambiente. Il territorio in cui è inserita, per la sua storica vocazione, può essere paragonato a un lembo delle Langhe e del Roero. Accolti dal proprietario Guido Ruffino che, dopo un’esauriente spiegazione nella bella aia antistante la Cascina Ratto, ha fatto visitare il locale adibito alla degustazione e la cantina dove si affinano i vini (Desiderio, Tramonti, Autin, Ratin, Savarey e Silvy). Dopo il pranzo al sacco, Roberta Maffiodo, del direttivo del CAI GEB, ha cantato con le coriste dell’ANPI Partigiano di Valle Susa, per ricordare Elio Pereno, partigiano aviglianese che si è spento a 98 anni nell’agosto del 2024, uno degli ultimi della Valle di Susa. A causa del tempo instabile, solo una parte del gruppo capitanato dal coordinatore degli Ecovolontari aviglianesi Michele Petrera, ha “conquistato” la cima del Moncun-i, mentre gli altri sempre guidati dall’infaticabile Arnaldo hanno raggiunto la radura prativa del Bal di Maschi dove Ilaria Salotti di “Scuola per Via” ha descritto in maniera coinvolgente e sublimale il luogo in cui ci si trovava. Dopo aver percorso una variante per ammirare il lavoro e la tradizione dei picapera e il masso erratico Pera ‘d le Masche sul sentiero segnalato e ripulito che ricorda l’impegno ambientale di Gianfranco Salotti si è giunti al Vir du cher, suggestivo punto panoramico dove Ilaria ha illustrato il ciclo dell’acqua estratto da un testo lasciato dal padre. Poi a fianco dei muretti a secco della località Ciarzoli, un tempo destinata all’agricoltura, si è giunti in Borgo San Pietro. Qui i gruppi si sono compattati per ammirare la Porta Medioevale e (dall’esterno) il piccolo antico cimitero monumentale e l’attigua Chiesa omonima (chiusi al pubblico in seguito alla recente ordinanza per la frana di un muro). Poi , accarezzando la parte sud-ovest del centro storico, si è dato uno sguardo alla Porta di San Giovanni, alla facciata della Chiesa omonima e al campanile romanico, alla Torre dell’Orologio, alle mura medioevali e ai resti della Porta Fola in Piazzale delle Buone Volontà, alla lapide con poesia di Primo Levi e al monumento del piazzale dei Caduti, alla Chiesa della Madonna delle Grazie e alla vicina antica scuola elementare Norberto Rosa. Si è così ritornati all’Alveare Verde, pulsante gioiello della “città medioevale dal cuore verde”, graziati da un tempo che seppur bizzarro ha consentito di mantenere nelle loro custodie ombrelli e mantelline.

A cura di Corrado Martinelli con la collaborazione di Marina Portigliatti

Foto di Claudio Ronzoni, Roberta Maffiodo e Arnaldo Reviglio

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