5 Ottobre 2015
Il WWF è in estinzione. Intervista al presidente della sezione pinerolese Beppe Racca

5 ottobre 2015
A poco più di un anno dalla morte dell’ex presidente della sezione pinerolese, Francesco Eros Accatino abbiamo incontrato presso la sede associativa di Cumiana, in frazione Luisetti, l’attuale presidente dell’associazione, Beppe Racca, per capire che fine abbia fatto il WWF.
Negli ultimi anni il WWF sembra essersi ritirato dalle scene mentre sotto i riflettori altre associazioni, ambientaliste e non, spopolano con campagne televisive e raccolte fondi. A cosa è dovuta questa eclissi? Possiamo parlare di crisi del WWF?
C’è più che una crisi. Il WWF è giunto ad una svolta epocale. La direzione del WWF nazionale, infatti, ha deciso di attuare una sorta di “ristrutturazione” all’interno dell’associazione. In realtà dietro l’etichetta di ristrutturazione si cela una proposta inaccettabile. La direzione in sostanza intenderebbe trasformare quella che da più di 40 anni è stata un’associazione, in una sorta di multinazionale il cui scopo è trasformare l’adesione e la rappresentazione delle sezioni in contratti economici tra organizzazioni aggregate i cui responsabili si impegnano a raccogliere fondi e mandarli a loro. Per noi questa è una proposta inaccettabile che sconvolge il nostro concetto di “attivisti” e non tiene conto delle realtà locali esistenti e su cui l’Italia si fonda.
A cosa è dovuta questa decisione da parte del direttivo?
È dovuta in primis alla necessità di risanare il deficit economico venutosi a creare in seguito a campagne e iniziative sbagliate e onerose che non hanno avuto buon esito per molte sezioni italiane. Il fatto è che in questo modo si cancellano 40 anni di storia che tra alti e bassi funzionava, per scriverne una nuova. Il risultato è che hanno chiuso la sezione aostana e quella torinese e il meccanismo continuerà così. Hanno perfino licenziato l’unico funzionario pagato del WWF, con 30 anni di attivismo sul campo e col quale ci siamo battuti fino ad ora per cercare di avanzare altre proposte.
Del Tipo?
Piuttosto che cancellare le sezioni e creare delle organizzazioni aggregate che cercano fondi il cui utilizzo verrà deciso unicamente da loro e uniformemente per tutto il territorio, noi proponiamo una ripartizione economica che non sia destinata solo al direttivo, ma che permetta alle sezioni di fare il proprio “lavoro” rispettando le singole necessità e caratteristiche territoriali. Eravamo e siamo favorevoli ad un ammodernamento ma eliminare tutto ciò che ha caratterizzato il WWF fino ad ora è tutta un’altra storia.
Quindi il WWF non esisterà più?
Esisterà il marchio, ma non sarà più ciò che è stato fino ad ora. Chiunque volesse avvalersi di esso, dovrà sottoscrivere un contratto e sottostare alle direttive nazionali e forse anche internazionali.
Che fine farete voi? Non vi dedicherete più all’ambiente?
Il nostro interesse verso l’ambiente va oltre un nome o un’organizzazione. Non ha senso crearne un’altra quando ce ne sono già tante e molte moribonde. Noi continueremo a fare quello che abbiamo sempre fatto appoggiandoci di volta in volta alle associazioni preesistenti. Seguiremo le iniziative cui abbiamo dato vita nel corso degli anni come il “Bosco Bertrand”, la piantumazione dell’oasi Morelli, l’evoluzione dell’oasi di Villar Perosa.
D’altronde l’ambiente ci manda segnali di speranza per il futuro. Pensiamo alla scoperta di una colonia di animali rari la cui riproduzione costituisce un indicatore ambientale. Mi riferisco al tritone crestato. Questa specie, appartenente agli anfibi, è tornata a ripopolare la zona ai piedi del monte Tre Denti dimostrando che l’habitat in cui vive non è stato alterato e manipolato da fattori invasivi. La stessa diffusione e permanenza del lupo ci dà grandi segnali di speranza.
Siamo consapevoli dell’insensibilità di alcuni nei confronti dell’ambiante. Ci parli della sensibilità degli altri. Come si approccia la gente ad associazioni di questo tipo?
La maggior parte della gente vuole darsi da fare per aiutare, ma i tempi sono cambiati. Una volta con i nostri banchetti di magliette, animaletti di produzione artigianale e cappellini in una serata guadagnavamo 400 €. Adesso se riusciamo a ricavarci 40 € è tanto. Ma questo accade non perché la gente sia cattiva ma perché le associazioni vivono di riflesso questa crisi che ha intaccato la vita di ognuno. È una questione di priorità. Prima di comprare qualcosa o di versare la quota per diventare membri di qualsivoglia associazione, è normale che oggi la gente si faccia i conti in tasca per vedere se prima può pagarsi le bollette. Per non parlare dei milioni di migranti siriani e non che giornalmente affrontano situazioni drammatiche per rincorrere la salvezza o la speranza sbarcando nelle nostre coste. Di certo tra un orso e un siriano, oggi la priorità la darei al siriano. E i dati parlano chiaro, ci sono state adesioni, ma pochi rinnovi. Parliamo di 7000 iscritti in meno in questi ultimi anni.
E i giovani?
Sono difficilmente intercettabili. Non perché, come molti dicono, sono pigri e non vogliono far niente. Semplicemente perché l’impegno e la gratificazione che deriva da queste iniziative non dà da mangiare, per cui è chiaro che non ci si può votare alla causa del volontariato quando prima bisogna cercarsi un lavoro per vivere.
Le tematiche ecologiche sono tornate al centro del dibattito pubblico anche in seguito all’enciclica di Papa Francesco “Laudato si’”. Che cosa ne pensa?
Penso che condivido al 101%! L’unica cosa che spero è che questa enciclica non sia arrivata con 20 anni di ritardo. Essa costituisce un beneficio per l’umanità e di benefici questo papa ne sta elargendo tanti con le parole e con i fatti. Papa Francesco per cosa dice, per cosa fa e per cosa dice di voler fare è una luce di speranza per tutti.
Quali sono i progetti in via d’attuazione previsti da quello che fino ad ora è stato il WWF- sezione pinerolese?
Prossimamente inaugureremo un sentiero di 2,3 km dedicato alla memoria di Eros Accatino. La particolarità di tale sentiero è che oltre ad essere percorribile da mezzi poco dispendiosi e utili alla gente che ha difficoltà di deambulazione, le joelette (una sorta di carriola-carrozzella che consente le escursioni in montagna a coloro cui la montagna è stata sempre o quasi stata preclusa), si presta molto più di una targa o di una statua a tramandare la memoria di una persona speciale che ha dato tanto alla nostra associazione, compreso il sorriso: il nostro defunto e sempre carissimo ex presidente.
Propositi per il futuro?
Un buon futuro si avrebbe in ogni campo rimodulando coscienze e teste. Combattendo la rassegnazione cui ci hanno abituato eventi incontrollabili ed istituzioni poco all’altezza. I danni ambientali di abnormi proporzioni che si sono e si stanno verificando erano stati predetti almeno 50 anni fa. Si pensi a Rachel Carson che nel ’62 nel suo libro “Primavera silenziosa” aveva già denunciato l’inquinamento che sarebbe derivato dalle pratiche delle industrie agricole. Ma da noi si arriva sempre in ritardo. Ciò che mi auspicherei è che anziché restare inermi, irretiti e inebetiti, si prendesse consapevolezza della realtà delle cose. Perché se ci sono le persone, le cose si fanno.
È un saggio proposito.
È la vita che serve a diventare saggi.
Cinzia Pastore
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