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Territorio  

Il turismo alla prova del Coronavirus

Il turismo alla prova del Coronavirus

Il coronavirus non conta per ora vittime nel pinerolese. Ma l’allarme suscitato dal possibile contagio ne ha già fatte molte. Almeno nelle aree turistiche delle valli.

Giorgio Merlo, sindaco di Pragelato e assessore al turismo dell’Unione Montana Via Lattea, non ha dubbi: «Stiamo cercando di ricavare dati precisi per tutta l’area della ViaLattea, ma i danni per il settore turistico sono sicuramente ingenti». Se non altro, parlando di Pragelato, «per la cancellazione di numerosi eventi programmati, come l’Uovo d’oro, il Trofeo Coni e soprattutto i CASTA (ndr campionati sciistici delle truppe alpine) che avrebbero portato a centinaia di presenze». Un duro colpo per il comprensorio della neve, amplificato secondo gli amministratori da «un inspiegabile bombardamento mediatico a cui assistiamo ormai da tempo» che ha favorito un clima di paura che ha avuto ripercussioni soprattutto a livello internazionale. «Parecchie famiglie inglesi e olandesi avevano prenotato per due settimane – racconta Piero Rubeca della Locanda Allevè – ma hanno tutte dato disdetta. Il timore degli stranieri è di essere messi in quarantena al ritorno dall’Italia».

E non è un caso isolato. «È un disastro – commenta Luca Sigolo di “CasAlpina Don Barra” e Villa Plinia -. La settimana scorsa avevamo settantasette polacchi prenotati per una settimana, ma il loro Ministero della Salute non li ha lasciati partire». A rendere complicata la vita di chi lavora nel settore alberghiero, Sigolo ricorda che «per i lavoratori con contratti stagionali non sono previsti ammortizzatori sociali, né cassa integrazione per cui i costi del personale diventano pesanti quando il lavoro non c’è». Se anche gli italiani sembrano spaventati e si muovono poco verso le località turistiche, «l’altra mattina abbiamo visto un lupo – scherza Sigolo – che evidentemente non aveva paura del Coronavirus».

Il calo di presenze non risparmia neppure altre realtà. «Dal Forte – spiega il sindaco di Fenestrelle, Michel Bouquet – mi hanno comunicato che si sono dimezzati i visitatori e le prenotazioni non fioccano di certo». E se nella parte bassa delle valli il settore turistico non è sviluppato, l’economia del comune di Prali tradizionalmente invece fa leva sul turismo, in particolare quello invernale. Il sindaco pralino Andrea Domard non nasconde le difficoltà: «Per le strutture ricettive la situazione è molto dura. Per fare un esempio l’Hotel delle Alpi ha visto disdire 89 posti prenotati (tutti stranieri) per una settimana. Per fortuna dalle notizie che giungono sembrano soffrire meno i Bed&Breakfast». Un po’ migliore la situazione per gli impianti sciistici (che non hanno mai chiuso): «C’è stata una flessione, ma negli ultimi giorni si è di nuovo vista più gente. Le Scuole di Sci sono riuscite, prima che le ordinanze proibissero un’eccessiva ressa, a fare le lezioni con i gruppi più numerosi e ora lavorano con lezioni individuali. Per non creare un senso di confusione nell’applicare le ordinanze, i Maestri di sci si sono sempre coordinati con quelli della Via Lattea».

Confusione che invece è sorta per alcune scelte della Regione: «Pur facendo un ottimo lavoro, quando si è deciso di prorogare la chiusura delle scuole – io avevo già avvisato che sarebbero riprese mercoledì 4 – sarebbe stato meglio informare i sindaci del territorio prima di dare la notizia in una conferenza stampa».

GUIDO ROSTAGNO

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