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I parroci di Nichelino e la "sana dissidenza"

I parroci di Nichelino e la

«Ciò che fa il contadino quando il fiume travolge gli argini e invade i campi: bisogna salvare il seme. Quando il fiume sarà rientrato nel suo alveo, la terra riemergerà e il sole l’asciugherà. Se il contadino avrà salvato il seme, potrà gettarlo sulla terra resa ancora più fertile dal limo del fiume, e il seme fruttificherà, e le spighe turgide e dorate daranno agli uomini pane, vita e speranza. Bisogna salvare il seme: la fede. Don Camillo bisogna aiutare chi possiede ancora la fede a mantenerla intatta».

Queste parole provengono dallo splendido dialogo, tra il Cristo e don Camillo, contenuto nell’opera guareschiana Don Camillo e don Chichì. Tornano utili per descrivere il gesto compiuto da don Riccardo Robella e gli altri parroci di Nichelino, nell’Unità Pastorale 55 della Diocesi di Torino che hanno difeso “il seme della Fede” di fronte alla scelta del sindaco Giampiero Tolardo (PD) di far distribuire, durante il concerto di giovedì 21 settembre inserito nel programma della festa per il patrono della città, San Matteo, dei profilattici ai giovani presenti. Difesa avvenuta con l’annullamento, per protesta, della processione in onore al Santo Patrono, e la scelta di celebrare la Messa di Domenica 23 settembre nella chiesa della Santissima Trinità anziché, come di consueto, in piazza.

Non è la prima volta che i dirigenti del PD locale sferrano un attacco alla comunità cattolica. Solo un anno fa, assieme ad altre fazioni “radicali” essi avevano attaccato don Paolo Gariglio, autorevole sacerdote e punto di riferimento per la comunità nichelinese, perché aveva ricordato, con un libro scritto anni prima, quanto è fondamentale l’amore tra uomo e donna, ed è pericoloso mettere sullo stesso piano di esso qualsiasi tipo di rapporto umano, come quello tra persone dello stesso sesso.

Don Paolo Gariglio risponde alle polemiche sollevate dal mondo Lgbt sul suo libro “Ti amo”

Quest’anno il sindaco è tornato alla carica con la distribuzione dei preservativi ignorando, tra l’altro, gli studi che riconoscono che i preservativi non servono a fermare le malattie come l’Aids. A giugno, su Lancet, una delle più importanti riviste mediche al mondo, due ricercatori, Luis Carlos Sanchez Franco e Chika Edward Uzoigwe ammettono: «L’evidenza è indiscutibile: solo l’astinenza e la fedeltà riducono la trasmissione dell’HIV (e delle altre malattie sessuali, ndr). Il fatto che questo messaggio non sia popolare o accettabile non può giustificare il rifiuto da parte degli operatori sanitari di elogiare la sua veridicità. Anzi, si dovrebbero incoraggiare tutte le parti coinvolte nella promozione dell’assistenza sanitaria a rivalutare il modo in cui il messaggio viene consegnato». Ma la giunta PD ha preferito l’ideologia tecnicistica e amoralistica alla realtà.

Don Riccardo Robella, da parte sua, ha diramato, a nome dei sacerdoti nichelinesi (essendone moderatore all’UP 55), un comunicato scrive: «Per la comunità cristiana, da sempre presente nel tessuto sociale di Nichelino come parte attiva nel servizio dei giovani, delle famiglie e dei bisognosi, rispettosa della laicità intesa come spazio di dialogo e collaborazione, risulta difficile capire il senso di questa scelta. Preferiamo distinguere il momento religioso, per cui nasce questa festa, dalle altre iniziative in calendario. Non riconoscendoci in un evento che, date le scelte fatte, non ci appartiene, con grande sofferenza siamo, in coscienza, obbligati a proseguire per la nostra strada». (Qui il comunicato originale).

Una testimonianza di sana dissidenza che «ha custodito la Fede» contro la “deriva antropologica” del nostro tempo, sostenuta dai fautori del pensiero radicale di massa.

Daniele Barale

 

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