16 Giugno 2021
Frossasco. Il capogruppo della minoranza su Kastamonu: permettere di edificare 20mila mq di nuovi capannoni non è un atto dovuto

Frossasco. Reduce da un impegnativo consiglio comunale, in cui si è visto respingere la proposta di una commissione ambientale, il capogruppo della minoranza, Daniele Castellino, è intervenuto sul comunicato stampa del M5S di Pinerolo e sulla conferenza stampa di Kastamonu del 14 giugno.
«Abbiamo apprezzato l’interesse e l’intervento dei 5stelle, che ringraziamo per la loro presa di posizione. Osserviamo soltanto, rispetto al comunicato, che il punto: “se la fabbrica rispetta i limiti non si può impedire che si installi …” non è corretto. La richiesta di ampliamento, oltre a comportare un potenziale di trattamento di 400.000 ton / anno di materiale legnoso di recupero (rispetto a 195.000 ton / anno della precedente gestione Trombini) e un nuovo impianto di combustione, che non sostituisce ma si affianca a quello precedente (utilizzato in modulazione in appoggio al nuovo che, per il calore destinato all’essiccazione del truciolo è di potenzialità inferiore, 9 MW contro 25 MW), prevede l’edificazione di 20.000 mq di nuovi capannoni. Per fare ciò, come comunicato ufficialmente nei giorni scorsi dal Comune di Frossasco alla Città Metropolitana di Torino (il documento è disponibile su richiesta di accesso agli atti), occorre che il Comune di Frossasco approvi una significativa variante del Piano regolatore. Questo per rappresentare che non si tratta di un atto dovuto, ma di una scelta che potremmo definire “politica”. I dati riportati sono ricavati dalla documentazione reperibile sul sito della Città Metropolitana».

Con l’occasione Castellino è tornato anche sulla conferenza stampa svoltasi lunedì scorso nella sala incontri del Museo dell’Emigrazione di Frossasco, sottolineando «alcune delle tante imprecisioni colte nella presentazione e nelle risposte fornite dall’ing. Luca Barboni», attuale responsabile HSE di Kastamonu Italia.
«Si è posta l’obiezione che il vecchio bruciatore (quello che aveva determinato gli sforamenti delle diossine documentati nell’ultimo periodo di attività prima della chiusura) avrebbe continuato a funzionare “in modulazione” a integrazione del primo (“particolare” omesso nell’esposizione dell’ing. Barboni, ma presente nelle relazioni). Inoltre, vista la maggiore quantità di truciolo da essiccare (circa il doppio) e le potenzialità termiche per l’essiccazione dei due impianti (9 MWt per quello nuovo e 25 MWt per quello vecchio) ci sarebbe da attendersi che l’attività di tale bruciatore “vecchio” non sarebbe stata indifferente. La risposta è stata rassicurante, come tutte le altre: i dati sono quelli della potenzialità massima (le nostre auto oggi possono quasi tutte andare a 200 km orari, ma mica andiamo sempre a quella velocità!) e poi con l’isolamento termico del nuovo impianto non ci sarà quasi mai bisogno di usarlo, quello vecchio!» E ha concluso: «È vero che con impianti fermi o in condizioni di livello di produzione decisamente basso questo corrisponderebbe a verità, ma non crediamo che, ragionevolmente, Kastamonu dimensioni un impianto su certi volumi di lavoro in previsione di farlo lavorare sistematicamente a livelli molto più bassi».

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