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Cultura  

Frossasco e San Pietro Val Lemina. Sabato 25 la Festa del Piemonte

Frossasco e San Pietro Val Lemina. Sabato 25 la Festa del Piemonte

Ma quanti sono i piemontesi sparsi in tutto il mondo? Tanti, tantissimi, molti più di quelli che in Piemonte ci vivono veramente. Se infatti oggi la nostra regione è meta di importanti flussi migratori non si può dimenticare che nel secolo scorso moltissimi sono invece stati i piemontesi emigranti, partiti per “cercare fortuna” in terre più o meno lontane. Francia, Stati Uniti, Canada, Argentina e tutto il Sudamerica, sono alcune tra le destinazioni più conosciute, ma anche Russia, Giappone, Cina, Nuova Zelanda, Africa del sud…

Uomini e donne che non hanno dimenticato le loro origini, la loro cultura, la loro terra e che hanno trasmesso il senso di questa identità a figli e nipoti. È dunque sempre bello ed emozionante incontrare e conoscere chi è partito tanti anni fa ed ora torna per raccontare la sua storia, la sua vita, le sue speranze e i suoi amori e condividere così, con chi è rimasto, qualche momento di festa e amicizia. Proprio questo è ciò che accade alla Festa del Piemonte, istituita nel 1990 con legge regionale, e da allora sempre celebrata dall’associazione Piemontesi nel Mondo di Frossasco, presieduta da Michele Colombino.

A dire il vero la data ufficiale sarebbe il 22 maggio, giorno della firma dello statuto regionale, ma per opportunità viene di solito spostata nel fine settimana. 25 maggio anche noi abbiamo potuto ascoltare i ricordi e le testimonianze di quanti hanno ricevuto il premio “Piemontesi protagonisti”, attribuito ogni anno dall’associazione a piemontesi che, in Italia o all’estero, si sono distinti in vari campi, dalla cultura al volontariato.

Parole semplici, fresche, che a volte ritrovano il suono e gli accenti della lingua, mai dimenticata, della giovinezza: «Sun partì da sì c’hi l’aviu terdes ani… L’ai sempre sunà l’armoni a l’è tuta la mia vita…».

Oppure ricordi e ringraziamenti commossi di chi, come Robert Michel, ha raccontato in un libro la storia di suo nonno e di altri settecento bambini piemontesi che nei primi anni del Novecento lasciarono la famiglia per andare ad imparare un mestiere in Francia e Argentina. E poi il calore della convivialità, menù piemontese, un buon bicchiere, magari anche due e, in ogni momento, la musica.

Sabato abbiamo infatti goduto di tanta buona musica, popolare ma raffinata, eseguita con passione e maestria dal duo “Non solo classica” di Banchio e Neri, da Luca Zanetti, Dino e Cécilia Negro insieme alle ragazze dell’”Académie d’Accordéon des Alpes de Haute-Provence”.

E tra le note ora gioiose, ora malinconiche del tango argentino e del valzer musette, inevitabilmente, come in un vecchio film in bianco e nero, il pensiero è ritornato a quei lontani musicisti che salendo sul bastimento a vapore stringevano il loro grande tesoro, il pianoforte dei poveri, una piccola fisarmonica…

Massimo Damiano

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