16 Luglio 2019
Dubbione. Due animatrici polacche per il Grest

Quest’anno più che mai, il Grest – l’estate in oratorio della parrocchia San Rocco a Dubbione – ha un respiro internazionale. Se in passato i bambini provenienti dall’estero (Stati Uniti, Francia, Romania, Polonia) non sono mai mancati, l’edizione 2019 persino tra gli animatori vede la presenza di due diciassettenni polacche originarie della città di Oświęcim, Maja e Wiktoria. Che insieme al parroco Dariusz Komierzynski – indispensabile interprete -, hanno raccontato la loro esperienza da animatrici “senza confini”.

L’ostacolo maggiore per loro è la lingua. Nonostante Maja abbia studiato italiano a scuola, «un conto è la teoria, un altro è la pratica, poi gli italiani quando parlano sono molto rumorosi». Don Dariusz ricorda a questo proposito come i genitori di Maja, che è sua figlioccia e da bambina aveva già partecipato al Grest, «non capivano perché al ritorno dall’Italia gesticolasse e parlasse così a voce alta». Al di là della barriera linguistica, stemperata dalla maggior apertura di carattere degli italiani rispetto ai polacchi, le due ragazze si confrontano con una realtà molto diversa da quella di provenienza: «In Polonia non c’è l’oratorio, ma in ogni parrocchia c’è una preparazione per gli animatori che è molto impegnativa e dura tutto l’anno, poi nel periodo estivo si passano due settimane in montagna (Oaza si chiama)». Le differenze con l’Italia non si fermano qui: «Nelle parrocchie ci sono numerosi gruppi che si occupano della formazione spirituale non solo dei giovani». Wiktoria fa parte dei Giovani Francescani Tau, un movimento dei Cappuccini sparso in Polonia: «Il percorso inizia già alle medie con degli incontri di formazione spirituale, poi dai quattordici anni si può entrare formalmente nel movimento, impegnandosi a seguire l’insegnamento francescano». Anche Maja è inserita in un gruppo, il Movimento Alpha, che prepara a far parte di altri gruppi, proponendo «incontri e giornate di spiritualità dove approfondire la conoscenza della Bibbia e l’importanza dell’eucaristia e della preghiera». Molto forte nelle parrocchie polacche è il ruolo dell’Azione Cattolica KSM e anche del movimento Scout – che ai tempi del regime era contrastato dai gruppi scout “comunisti” -. Agli occhi delle adolescenti polacche appare curiosa la frequenza con cui in Italia si fa la comunione: «La prima domanda che mi hanno fatto – spiega don Dario – è stata: “Ma in Italia quanto si confessano?” perché in Polonia la comunione è strettamente legata alla confessione, che normalmente si fa il primo venerdì del mese (ma per confessare tutti si inizia già dal lunedì)». Dell’Italia, sembra un luogo comune, Maja e Wiktoria apprezzano in particolare il cibo: «Pizza, pasta e gelati ci sono anche da noi, ma qua sono più buoni. Della Polonia ci manca il sapore delle patate: in Polonia sono molto più gustose di quelle italiane».
G.R.
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