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Città  

Dopo cent’anni, si spegne una luce nel centro

Dopo cent’anni, si spegne una luce nel centro

Pinerolo. Continua la “moria” di storici esercizi commerciali in città Cento anni fa cominciava l’avventura di un giardiniere di Pinerolo, Natale Sardi, bisnonno di Paola Moriena, attuale proprietaria. L’azienda nasce dalla fusione della ditta Francia, dedita all’idraulica, con il nuovo negozio di materiale elettrico, ed ha sede sotto i portici del duomo a Pinerolo. Quattro generazioni si sono succedute alla guida della piccola attività. Il figlio di Natale, Maurizio, e poi sua figlia Anna, sposata con Bruno Moriena, e ora Paola, la figlia dei due, con l’aiuto del fratello Enrico. L’avventura, purtroppo, si interrompe, a distanza di un secolo, lo scorso 31 dicembre. La crisi si fa sentire anche a Pinerolo e l’attività commerciale, nella nuova sede di via Silvio Pellico, ha dovuto chiudere. Siamo entrati nel negozio, ormai spoglio, per incontrare la proprietaria.
Il vostro è un negozio storico…
Siamo nati nel 1911 come negozio materiale elettrico e piccoli elettrodomestici.
Come mai avete dovuto chiudere?
Per i soliti motivi: l’aumento delle spese di una piccola ditta. Un negozio come il nostro ne ha un sacco: le tasse, i rifiuti, le bollette di luce e gas, il telefono, il commercialista, il conto corrente. Non riusciamo più a farvi fronte. Sarebbe assurdo indebitarci per poter lavorare.
Le entrate sono calate?
Sì. Gli effetti della crisi si sentono anche da noi. La nostra clientela non è “ricca”. Sono famiglie semplici e questo ha fatto la differenza. E poi subiamo la concorrenza della grande distribuzione. Una persona mentre è al supermercato compra magari anche la tripla o lo spinotto che gli serve, senza passare dal negozio specializzato. Grande impatto hanno poi avuto i “fai da te” seppure non siano meno cari dei negozi.
Le prospettive?
Non sono rosee: sarà difficile trovare lavoro stabile a quarant’anni. La tendenza è quella di assumere giovani con contratto a tempo determinato. Si possono trovare ore qua o là, ma senza garanzie. I miei genitori sono ormai in pensione, ma per me e mio fratello sarà difficile. Secondo me ci vorranno almeno due o tre anni per uscire dalla crisi. E speriamo che il governo non si metta a privilegiare contratti minimi. Inoltre ora andremo in pensione a 70 anni. Ma come fai ad arrivarci se a 40 anni per il mondo del lavoro sei già vecchio?
La pubblicità non avrebbe potuto salvarvi?
La pubblicità serve e non serve. La pubblicità ha un costo elevato e non ha grande ritorno. Noi siamo una ditta piuttosto conosciuta. E abbiamo già fatto molto in proposito.
E per quando riguarda la situazione dei negozi del centro storico più in generale?
Il centro storico sta morendo. Non è valorizzato dall’amministrazione comunale. Tutte le proposte operative di rilancio sono rifiutate o bisogna pagare per realizzarle. Ma come si può pensare che dei negozianti paghino suolo pubblico o altre burocrazie per poter lavorare? Il periodo delle Olimpiadi ha segnato il punto più basso: c’erano navette gratuite per il palaghiaccio ma non per il centro storico, pieno di musei. Si tende ad aiutare la grande distribuzione rispetto al piccolo commerciante. Durante l’ultima edizione de La Maschera di Ferro c’erano navette gratuite per l’Ipercoop, dove è stata presentato l’evento (tipicamente antico!). Una assurdità. Il centro storico è il nostro centro commerciale naturale. Si poteva trovare di tutto. Ora molti devono chiudere.
La zona a traffico limitato è un’inconveniente?
La Ztl non serve a nessuno. Sarebbero più utili delle domeniche a piedi, piuttosto. Durante la settimana i residenti e i camion che scaricano sono comunque presenti in modo consistente.

Grande distribuzione contro piccoli commercianti. Chi vincerà? Dipende anche da noi!

Ives Coassolo Paola Moriena nel suo esercizio, pochi giorni prima della chiusura

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