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Territorio  

Dopo 110 anni chiude l’asilo del Cottolengo

Dopo 110 anni chiude l’asilo del Cottolengo

Pinasca. Ultimo atto per la scuola materna frequentata da 15 bambini

Scuola Infanzia Cottolengo
Tutti attenti per la lezione di segnaletica stradale della maestra Loredana Aversa

La decisione è stata presa. Irrevocabile! Chiusura della scuola dell’infanzia paritaria del Cottolengo dopo 110 anni d’attività. La lettera della Madre Giovanna Massé, Superiora Generale Piccola Casa della Divina Provvidenza-Congregazione Suore di S.G.B. Cottolengo di Torino non lascia spazio a dubbi o ripensamenti. La missiva è stata inviata a monsignor Pier Giorgio Debernardi, vescovo di Pinerolo, alla Superiora Provinciale suor Anna Maria Massucco a Biella, alla Superiora Enrica Donghi della filiale del Cottolengo di Pinasca e per conoscenza ai genitori dei 15 bimbi che oggi frequentano l’asilo. Il contenuto è molto chiaro: «La forte diminuzione e l’invecchiamento del personale religioso della nostra Congregazione rendono urgente il ridimensionamento delle realtà apostoliche in cui operiamo. È doloroso chiudere le nostre scuole soprattutto oggi in cui si parla di una grande emergenza educativa e della difficoltà di formare persone solide, capaci di collaborazione e di dare un senso alla propria vita…». La lettera termina di confidare, tuttavia, nella Divina Provvidenza, l’arma del Santo fondatore Giuseppe Benedetto Cottolengo. Sconforto e amarezza tra i genitori dei bimbi frequentanti che avevano inviato, alle prime avvisaglie della chiusura, uno scritto alla Direzione Generale del Cottolengo di Torino e per conoscenza al sindaco di Pinasca Igor Bonino e all’assessore della Cultura Carla Reymondo dove sono evidenziati sette punti per un confronto che spaziano dallo «studio sostenibilità economica alla costituzione d’eventuale associazione a sostegno ed integrazione dell’offerta formativa». Al momento nessuna risposta.
Monsignor Pier Giorgio Debernardi preoccupato della situazione creata dice: «Le vocazioni sono importanti per la comunità cristiana, per le parrocchie, per la Diocesi. Non ho potuto oppormi a questa decisione le cui motivazioni certamente erano state pensate. Anche per la stessa congregazione del Cottolengo sono motivo di grande dispiacere. Eliminare un’istituzione sociale è sempre un rincrescimento, sia per chi la chiude, sia per coloro che ne hanno usufruito per tanti anni. È un impoverimento, sia per la Diocesi, sia per la comunità parrocchiale. Dobbiamo pregare per le vocazioni religiose che hanno una ricaduta nella vita sociale sul nostro territorio». Il sindaco aggiunge: «Un dispiacere nel vedere concludersi un’ esperienza ultra centenaria sul nostro territorio e di dover registrare una ferma volontà nel cancellare questa competenza. Il comune è sereno nel senso che in passato era intervenuto a sostegno dell’ attività di questa scuola in maniera anche molto importante, sia con forze proprie, sia tramite convenzione con finanziamenti regionali. Anche se in questi ultimi anni erano state ridotti, tuttavia è stato un aiuto tangibile. Il comune è preoccupato per la mancanza del servizio, ma da subito dopo la comunicazione dell’ intenzioni del Cottolengo si è attivato nel trovare delle soluzioni per garantire una continuità ai piccoli cittadini». Dal maggio del 2004 è in funzione nel comune la scuola dell’ infanzia statale “Cipì” con 28 piccoli frequentanti, ma occorre l’assenso della Regione Piemonte per l’apertura della seconda sezione. La grande quercia del Cottolengo pinaschese, già per volere del Santo, era composta da due grandi rami ovvero le fasce più deboli della società: anziani a riposo e piccoli a scuola. Quest’ultimo, dopo oltre un secolo di vita è stato tagliato.

Giovanni Berger

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